Acciaio | Montaggio, smontaggio e nuova vita

Economia circolare: il riuso delle opere in acciaio

Oggi sono necessari nuovi paradigmi costruttivi come consumo zero di territorio, riqualificazione, recupero, utilizzo di materiali riciclabili e riuso di edifici al termine della vita utile.

Costruire un edificio pensandolo per essere smontato e rimontato in un altro luogo è senz’altro un’operazione al tempo stesso insolita e affascinante.

La nostra tradizione italica parla di edifici solidi, fatti di pietra, mattoni e, nell’ultimo secolo, cemento; questa concezione del costruire, di per sé virtuosa, ha tuttavia portato dal dopoguerra in poi a una serie di usi scorretti: la nostra storia recente racconta una realtà di edifici lesionati, deteriorati, crollati e di ampie aree residenziali e industriali costruite con una pochezza progettuale ed esecutiva disarmante, e ora completamente abbandonate.

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Il padiglione uruguayano a Expo 2015 | Con strutture portanti in acciaio, è stato smontato e trasferito in un’altra location per essere utilizzato come sede aziendale.

acciaio_1aÈ evidente che questo modello di sviluppo territoriale è ormai superato e che nuovi paradigmi sono necessari: consumo zero di territorio, riqualificazione, recupero, utilizzo di materiali riciclabili e provenienti da produzioni che utilizzano a loro volta materiale di recupero, riuso di edifici al termine della vita utile, flessibilità e adattabilità degli edifici, attenzione al costo sociale e ambientale di recuperare vs demolire un edificio.

A questo proposito si impongono all’attenzione tecniche costruttive legate appunto a materiali leggeri, flessibili, riutilizzabili, amici dell’ambiente durante tutto il ciclo di vita del prodotto e della costruzione. È evidente come l’acciaio sia il materiale principe di questa filosofia costruttiva e, non a caso, sia stato l’assoluto protagonista di Expo Milano 2015, con l’80% del costruito realizzato in acciaio: rapido nella costruzione, bello e ardito nelle architetture, facile da smontare e riutilizzare; ma anche, perché no, da rimontare.

La scelta non è stata certo casuale, ma frutto di ben ponderate considerazioni: consapevoli della necessità di recuperare il materiale e in alcuni casi gli stessi padiglioni a fine evento, si è deciso di utilizzare un materiale sostenibile, che rispondesse alla riciclabilità e alla necessità di temporaneità, di rapida dismissione e di reversibilità delle opere.

L’acciaio è infatti un materiale che si presta in modo eccellente al montaggio, smontaggio e successivo riutilizzo delle strutture: un percorso per il quale Expo ha offerto il palcoscenico ideale.

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Viste interne del padiglione Kuwait in cui la struttura in acciaio ha permesso di poterlo trasferire e riutilizzare come polo multifunzionale.

acciaio_2aSostenibilità e riciclo: filo conduttore del dismantling

Nella fase di smantellamento, la sostenibilità dei materiali e delle procedure gioca un ruolo rilevante. Trai i diktat imposti, il divieto di utilizzare impianti mobili di frantumazione e recupero in sito e aggregati riciclati per riempimenti.

È invece stato posto l’accento sulla necessità di ridurre al minimo l’impatto ambientale, recuperando e riciclando i rifiuti, contenendo le emissioni di polveri, le vibrazioni e l’inquinamento acustico. La demolizione deve avvenire infatti secondo un criterio selettivo in grado di garantire la tracciabilità e il recupero della massima quantità possibile di rifiuti, rigorosamente suddivisi per tipologia.

È perciò necessario procedere con lo smontaggio preventivo delle componenti riutilizzabili e di tutti i materiali estranei agli inerti. Le opere realizzate in acciaio sono in grado di rispettare tutte queste prescrizioni. Proprio seguendo questo paradigma è stato previsto che alcuni dei padiglioni realizzati per l’esposizione universale potessero essere smontati e rimontati con una nuova destinazione d’uso.

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Dettaglio delle «dune» del padiglione Emirati Arabi Uniti. L’intera struttura, di 1.000 tonnellate di acciaio, è stata concepita per essere smontata e trasportata a Dubai, sede di Expo 2020.

acciao_3aIl ruolo dell’acciaio nel dismantling

L’acciaio è un materiale sostanzialmente «pulito», riciclabile al 100%, riutilizzabile, che grazie a una costruzione realizzata con montaggio a secco ha un impatto ambientale minimo rispetto ad altri materiali da costruzione. La stessa sostenibilità si rivela anche nelle procedure di smantellamento e quindi riguarda l’intero ciclo di vita del materiale.

È questo uno dei motivi che hanno concorso alla scelta dell’acciaio nella maggior parte dei padiglioni realizzati dai Paesi stranieri partecipanti: su 52 Paesi il 69% ha realizzato le strutture del proprio padiglione completamente in acciaio, il 4% in strutture composte acciaio – calcestruzzo, il 6% in acciaio e altri materiali, il 4% in calcestruzzo prefabbricato e il 17% in legno.

Procedendo allo smantellamento delle strutture in acciaio, inoltre, anche la produzione e l’immissione di polveri in atmosfera viene praticamente azzerata. Ricordiamo che l’acciaio è il materiale più riciclato nel mondo: vengono riciclate 14 tonnellate al secondo.

L’Italia è il 1° paese europeo per riciclo di rottame ferroso con una media di circa 20 milioni di tonnellate annue di materiale che viene rifuso nelle acciaierie nazionali. Dopo aver esaurito le proprie funzioni strutturali, il 100% dell’acciaio rottamato viene riciclato (senza perdere alcuna proprietà) e il 99% dei profili (sia piani che lunghi) viene recuperato in quanto facilmente separabile dagli altri materiali. L’acciaio dunque contribuisce direttamente alla conservazione delle risorse naturali.

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Il padiglione New Holland Agriculture realizzato con tecnologia stratificata a secco in acciaio anche nelle fondazioni è stato interamente trasferito in altra location come showroom.

acciao_4 A cura di Monica Antinori, Fondazione Promozione Acciaio

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