Costruzioni | II Semestre 2019

Le imprese edili aumentano la forza lavoro

II semestre 2019: circa la metà (42%) delle imprese che operano nell’edilizia vuole creare nuovi posti di lavoro. Gli imprenditori puntano sulla formazione (92,1%) per vincere la sfida della trasformazione digitale e migliorare le performance aziendali. Formazione, innovazione e digitalizzazione saranno al centro di Saie Bari 2019, la fiera dell’edilizia per il mercato del Centro e Sud Italia organizzata da Senaf (Gruppo Tecniche Nuove).
Emilio Bianchi | Direttore Generale Senaf.

Emilio Bianchi | Direttore Generale Saie Bari

«Innovazione, formazione e trasformazione digitale sono temi centrali per l’edilizia e sarebbe sbagliato analizzarle separatamente. Nuove tecnologie creano nuove competenze, che a loro volta generano nuovi posti di lavoro. La ripresa del settore delle costruzioni, come emerso dall’Osservatorio Saie, passa proprio da qui. Saie Bari vuole essere il catalizzatore del percorso di trasformazione in atto. Un’occasione unica per mostrare le eccellenze del comparto attraverso iniziative speciali e a un format fortemente innovativo, ma anche un luogo di confronto e di crescita per le imprese, grazie soprattutto agli eventi formativi volti a rafforzare conoscenze e competenze tecnico-professionali».

Notizie positive sul fronte occupazione per il settore edilizia

Secondo i dati elaborati da Senaf[1] in occasione di Saie Bari, la nuova edizione della fiera biennale delle tecnologie per l’edilizia e l’ambiente costruito 4.0 (24-26 ottobre 2019, Nuova Fiera del Levante di Bari), tra agosto e ottobre sono 91.780 i lavoratori previsti in entrata.

Le indicazioni positive sono confermate anche dalla prima edizione dell’Osservatorio Saie, che racconta lo stato di salute delle aziende di produzione e distribuzione di prodotti/servizi per l’edilizia nel primo semestre 2019, approfondendo anche le previsioni per i prossimi sei mesi.

Dall’indagine emerge che nel 2018 il 34% delle imprese ha visto crescere la propria forza lavoro rispetto all’anno precedente. Il numero di addetti è rimasto poi complessivamente stabile per il 56% degli intervistati, mentre solo il 10% ha registrato un calo. C’è ottimismo per il 2019: il 42% degli imprenditori si aspetta un incremento del personale entro fine anno, mentre il 48% crede che non subirà grossi cambiamenti. Nonostante le buone intenzioni, dagli imprenditori arriva comunque un segnale chiaro rivolto alle amministrazioni, con il 77% che ritiene critico il costo della forza lavoro.

Le figure professionali più richieste sono digital

Al primo posto gli impiegati (marketing, amministrazione, commerciale ed altre aree) con il 39%. Seguono gli operai altamente specializzati (22%) e gli operai non specializzati (21%). Ambiti anche gli specialisti digital e Bim (10%), oltre ai manager/quadri (6%).

La nuova sfida dell’edilizia riguarda proprio la digitalizzazione. Quasi 8 aziende su 10 ritengono di aver intrapreso un percorso di trasformazione digitale, mentre solo il 22% è ancorato ai vecchi standard. Le nuove sfide del mercato richiedono, infatti, nuove professionalità.

Per trovarle le aziende s’indirizzano verso agenzie di ricerca del personale (57%), università (35%), inserzioni (27%), Istituti tecnici (21%), società di consulenza (17%), concorrenti (15%), uffici di collocamento (14%), istituti e scuole professionali (9%). E per valorizzare il capitale umano? Il 44% delle aziende ritiene essenziali i servizi dedicati al personale (career steps…), mentre per il 40% la strategia vincente è investire in formazione.

Investimenti in formazione

Il 92% delle aziende dichiara di puntare sulla formazione. Il 27% sostiene, in particolare, di aver investito in formazione “fino a 10 ore”, il 35% “da 11 a 20 ore”, il 18% “da 21 a 30 ore”, il 3% “da 31 a 40 ore” e il 9% “oltre le 40 ore.

Fa riflettere, in questo senso, come siano decisamente più soddisfatti delle performance aziendali gli imprenditori che dedicano un numero di ore maggiore alla formazione dei propri dipendenti (ad esempio, il 69% di chi investe oltre 40 ore lavorative è felice dell’andamento economico della propria azienda, contro il 31% di chi investe fino a 10 ore).

[1] Elaborazione Senaf su base dati Uniocamere (Sistema informativo Excelsior)

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