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Dl semplificazioni 2021: Oice, positivo su accelerazioni fasi approvative e autorizzazioni

Scicolone: “Apprezziamo lo sforzo compiuto dal Governo nel trovare soluzioni equilibrate a questioni delicate. Bene lo snellimento per approvazioni e autorizzazioni ma rimaniamo dell’idea che rinunciare alla centralità del progetto esecutivo e l’aumento della soglia per la riduzione della trasparenza e della concorrenza sia un errore”.

È stato pubblicato pochi giorni fa sulla Gazzetta Ufficiale il testo del Dl Recovery, contenente le misure volte a velocizzare l’attuazione delle opere previste dal Recovery Plan. Sull’argomento si è espressa anche l’Oice, l’associazione delle società di ingegneria e architettura, attraverso la voce del presidente Scicolone.

Nonostante l’apprezzamento per il lavoro svolto dal Governo, e in particolare per quanto concerne le fasi approvative e le accelerazioni procedurali, permane la preoccupazione circa l’abdicazione alla centralità del progetto esecutivo e la minore concorrenza dovuta all’innalzamento della soglia da 75.000 a 139.000 euro.

Gabriele Scicolone | Presidente Oice.

Gabriele Scicolone | Presidente Oice

«Abbiamo apprezzato lo sforzo del Governo per strutturare meccanismi di governance efficaci e per trovare soluzioni equilibrate sui punti più delicati. Abbiamo notato un forte riferimento alle società “in house” come soggetti di supporto alle amministrazioni; a tale riguardo avremmo preferito un maggiore coraggio nel ricorso esplicito alle professionalità che il mercato mette a disposizione per coordinare interventi così numerosi, e in alcuni casi complessi. C’è qualche apertura, ma si poteva fare di più. Proporremo al Parlamento miglioramenti su questo aspetto affinché le migliori strutture di project management possano supportare al meglio le stazioni appaltanti e mettere a disposizione il know how acquisito in Italia e all’estero. Sulle fasi approvative e sulle accelerazioni procedurali il nostro primo giudizio è molto positivo sia sui poteri sostitutivi e sulla nomina di commissari ad acta in caso di inerzia dei soggetti attuatori, sia sulla commissione Via per il Pnrr. Bene anche la proroga delle norme sui tempi di aggiudicazione delle gare, che forse potevano anche essere ulteriormente ridotti; va però fatta applicare con rigore applicando anche le sanzioni per chi non le rispetta e sui termini abbreviati. Da rivedere la norma sul comitato speciale del Consiglio Superiore. Riguardo gli affidamenti rimaniamo dell’idea che per velocizzare l’iter di realizzazione delle opere del Pnrr, ricorrere all’appalto integrato sulla base del progetto di fattibilità, non sia la strada giusta; abbiamo già detto due mesi fa che è un errore rinunciare alla centralità del progetto esecutivo, unico elemento in grado di assicurare qualità, contenimento di costi, di varianti e riserve. Già affidare un contratto su un progetto di fattibilità espone la committenza a rischi elevati; sarebbe poi folle chiedere i definitivi in gara. Si possono invece utilizzare altri strumenti che non consegnare “il boccino” alle imprese di costruzioni. Anche su questo faremo delle proposte. Degli affidamenti diretti ci convince poco l’innalzamento della soglia da 75.000 a 139.000 sia per la riduzione della trasparenza e della concorrenza, visto che parliamo di una fascia di mercato che riguarda circa il 70% dei bandi emessi ogni mese, sia perché l’affidatario non è scelto sulle base di referenze specifiche. Capiamo tutte le esigenze, ma la qualità si misura sul mercato. Siamo convinti e ci auguriamo che in Parlamento si possa intervenire con qualche misura correttiva e ci auguriamo che si possa avviare un dialogo costruttivo con il Mims e con la cabina di regia». (vb)

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