Punti di Vista | Riccardo Perego, Ceo One Team

Nel nuovo Codice appalti più digitalizzazione per l’industria delle costruzioni

Nel nuovo Codice degli appalti di prossima pubblicazione è prevista una parte dedicata alla digitalizzazione, come già avvenuto nella precedente versione datata 2016. La nuova bozza sarà, per i vincoli imposti dal Pnnr, approvata entro il prossimo 31 marzo. La prima impressione di Perego, ceo One Team è abbastanza positiva.
Riccardo Perego | Ceo One Team.

Era il 18 aprile del 2016. Il nostro Paese cercò di colmare il ritardo nel recepire alcune direttive Ue inserendo nel Codice alcuni riferimenti alla metodologia Bim.

In particolar modo il comma h) dell’art. 23 che parlava di metodi e strumenti elettronici specifici quali quelli di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture.

Noi di One Team ci eravamo già attivati: pochi giorni dopo, durante la One Team Bim Conference, comunicammo i nomi dei primi Bim manager certificati in Italia, in collaborazione con Icmq, sfruttando il regolamento d’esame che One Team aveva sviluppato appositamente per l’occasione. Da allora le premesse sono state confermate soltanto in parte.

Nonostante l’uscita nel 2017 della norma Uni11337 e, successivamente, di altre pietre miliari come il dm 560, i primi capitolati speciali Bim delle più importanti stazioni appaltanti e la crescita delle gare Bim nel corso degli anni, c’è ancora parecchio da lavorare.

In particolare, moltissime stazioni appaltanti della pa ignorano completamente i processi di digitalizzazione. Forse sarebbe servita maggiore fermezza nel far applicare le normative.

Innanzitutto c’è la certezza che il Bim avrà più spazio rispetto alla precedente versione del Codice. D’altra parte, viene recepita la versione originale del dm 560/2017 in cui è previsto l’obbligo di formare il personale prima di intraprendere gare Bim. Questo sarebbe un passo indietro rispetto alla versione attualmente in vigore, più soft, ma proprio per questo più applicabile: basta semplicemente pianificare la formazione senza necessariamente averla conclusa.

Il nuovo Codice degli Appalti dimostra comunque di avere le carte in regola per dare un impulso più efficace alla digitalizzazione con la richiesta esplicita di alcuni requisiti.

È previsto infatti che ogni stazione appaltante debba dotarsi di un proprio Ac Dat (Ambiente di Condivisone Dati) e di professionisti specializzati come il Cde manager e il Bim manager. Viene inoltre dato largo rilievo alla gestione e conservazione dei dati e dei documenti.

Sono tutti passi avanti verso la digitalizzazione. Dunque, tante luci, ma anche qualche ombra: è fondamentale che il nuovo Codice sia sostenuto con decreti attuativi ad hoc e che vengano definiti in maniera più chiara i criteri premiali fin qui espressi, anche nella bozza, in maniera troppo sommaria e stringata.

Auspico che le istruzioni e i supporti attuativi servano a chiarire questi e altri dubbi che certamente potranno sorgere una volta approvata la versione definitiva. Su questo tema, c’è ancora da molto da fare.

di Riccardo Perego | Ceo One Team

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