I giudici della Corte di Cassazione con la sentenza n.22553 hanno sancito che la responsabilità ex art.1669 C.C. potrà essere invocata con riguardo al compimento di opere (modificazioni o riparazioni) relative a un preesistente edificio, o altro preesistente bene immobile, destinata per sua natura a lunga durata, di conseguenza anche gli autori di questi interventi di modificazione o riparazioni possono rispondere ai sensi dell’articolo 1669 C.C. se le opere realizzate abbiano una incidenza sensibile o sugli elementi essenziali delle strutture dell’edificio ovvero su elementi secondari o accessori tali da compromettere la funzionalità globale dell’immobile stesso. 
Nel caso discusso dalla Corte di Cassazione la parte ricorrente sosteneva che la responsabilità per rovina e difetti di cose immobili dovrebbe essere ascritta ai soli casi in cui siano riscontrabili vizi riguardanti la costruzione dell’edificio stesso (o di una parte di questo) ma non in caso di modificazioni apportate ad un edificio preesistente o altre preesistenti cose immobili (anche se destinate per loro natura a una durata).
I giudici della Corte di Cassazione hanno fatto riferimento all’ormai consolidato orientamento della giurisprudenza osservando che l’opera alla quale la norma fa riferimento non si identifica necessariamente con l’edificio o con la cosa immobile, ma può estendersi a qualsiasi intervento con caratteristiche di riparazione o modifica eseguito successivamente all’originaria costruzione dell’edificio con la conseguenza che il termine compimento ai fini della delimitazione temporale decennale delle responsabilità ha come oggetto non l’edificio in se considerato ma piuttosto il lavoro realizzato successivamente alla costruzione dello stesso.
