[imagebrowser id=30]
L’intervento di restauro
Il progetto di restauro è stato preceduto da un’attenta campagna di saggi stratigrafici che ha permesso una conoscenza più approfondita dei componenti materici delle malte, degli intonaci e delle pitture, per poter effettuare operazioni adeguate e compatibili. L’intervento si è proposto in primo luogo il restauro delle superfici in pietra, comprensivo di una pulitura con acqua atomizzata, deionizzata, a bassa pressione, che ha permesso l’eliminazione delle sostanze patogene e, per quanto possibile, la conservazione della patina. Nel caso di particolari criticità , dovute a eccessivo deterioramento, il ristabilimento della coesione della materia (preconsolidamento) è avvenuto mediante impregnazione per mezzo di pennelli, con silicato di etile. Sono stati inoltre messi in atto diversi tipi di rimozioni di elementi patogeni, tra cui la rimozione dei depositi superficiali coerenti, delle incrostazioni e delle concrezioni attraverso l’applicazione di compresse imbevute di soluzione di sali inorganici; la rimozione dei depositi coerenti di notevole spessore quali croste nere o strati carbonatati con strumenti di precisione, come la microsabbiatrice; la rimozione e l’assorbimento degli ossidi di ferro, mediante l’applicazione di sostanze complessanti a tampone; la rimozione e l’abbassamento di stuccature eseguite durante gli interventi di restauro precedenti, caratterizzati dall’utilizzo di materiale cementizio. Al fine di restituire unità di lettura al manufatto, lacune e parti mancanti sono state stuccate con leganti idonei per composizione, colorazione e granulometria, con caratteristiche simili alle originali.