Urbanistica | Verso il nuovo Puc

«La via al mare»: un masterplan per Lerici

È stata presentata al comune di Lerici, una proposta per il nuovo Piano urbanistico comunale (Puc) in fase di redazione, su iniziativa dell'architetto Silvia Nanni. Lo studio intercetta alcune problematiche che negli ultimi tempi hanno animato il dibattito su Lerici, in particolare quello, accesissimo, sulla ztl, che vede contrapposti i residenti abitanti ed i commercianti ed esercenti, con il turista grande assente.

Lerici è una cittadina adagiata sul piccolo golfo a cui dà il nome, affacciata sul più ampio golfo di La Spezia, con Portovenere e le isole di Palmaria e Tino a farle da sfondo.
Lerici nanniUna visione di città. La proposta presentata al comune di Lerici dall’arch. Silvia Nanni, prende spunto dall’acceso il dibattito sulla ztl, che vede contrapposti i residenti abitanti ed i commercianti ed esercenti, con il turista grande assente.
Lerici, per i residenti (molti ex-turisti, che hanno trasformato la loro seconda casa in residenza a tutti gli effetti) è vissuta come un paradiso, una isola forse non troppo felice ma comunque un’isola; della «felicità» di questa isola sono preoccupati commercianti ed esercenti, che vedono sovrapporsi agli effetti dell’attuale congiuntura economica le conseguenze di questo «isolamento». Lerici, per i non residenti, è spesso vissuta come un miraggio, per la cui visita mettere in conto difficoltà di parcheggio e, una volta lasciata l’auto, di spostamento all’interno della ampia ztl.
Lerici come era«Appare ineluttabile l’assenza di una idea condivisa di città e la necessità di tracciare un percorso costruttivo; un processo che conduca alla ricostruzione della memoria e dell’identità del luogo, sopraffatte dalle molteplici istanze che non hanno trovato una forma di armoniosa convivenza, rinnovate in un disegno che le ricomponga in un quadro riconoscibile.
I temi sono quelli fondamentali della convivenza civile. A fronte delle singole istanze e problematicità è essenziale la necessità di una visione complessiva, che le sappia raccogliere in un unico disegno, restituendo una risposta esauriente.
L’efficacia della risposta deriva proprio dal suo non dividersi sui vari aspetti ma, abbracciandoli tutti, nel sublimarli in una immagine, una visione di città.
Diversamente si rischia di elaborare unicamente burocrazia; siamo sopraffatti dalla burocrazia avendo perso capacità di visione-spiega l’arch. Nanni sostenendo che– è convinzione radicata di affidare il recupero degli spazi urbani alla realizzazione di interventi a grande scala; ma è nella piccola scala, quella delle scelte di dettaglio, della dimensione del pedone, dello spazio minuto che si realizza la vera qualità e la duratura riqualificazione; nella cura del particolare, delle relazioni visuali ed olfattive, nella valorizzazione dei segni della memoria, nell’accurata scelta dei materiali, nella misura delle scelte progettuali, nelle buone pratiche realizzative ed infine nella progettazione della durevolezza, che è probabilmente la prima forma di sostenibilità.
Non grandi opere quindi ma un recupero attento di ogni spazio minuto, attraverso interventi di cura del costruito come del paesaggio, di interventi innovativi nella loro modestia, nella capacità di dare forma allo spazio collettivo e così conservare o restituire un legame con chi questi spazi li abita e con la storia».

La proposta è formulata come Masterplan: non un progetto concluso ma una base di lavoro; un Masterplan urbano che si colloca nella dimensione intermedia tra il Piano urbanistico ed il progetto architettonico, uno strumento aperto e che stimoli un pensiero costruttivo e fattivo sull'idea stessa di città, su Lerici, il suo territorio ed il suo mare.
La proposta è formulata come masterplan: non un progetto concluso ma una base di lavoro; un masterplan urbano che si colloca nella dimensione intermedia tra il Piano urbanistico e il progetto architettonico, uno strumento aperto e che stimoli un pensiero costruttivo e fattivo sull’idea stessa di città, su Lerici, il suo territorio ed il suo mare.

Il tema. Lerici è afflitta da una carenza strutturale a livello viabilistico ed infrastrutturale derivanti da uno sviluppo disorganico avvenuto sotto la spinta di forti interessi speculativi.
Nel contempo, è mancata una progettazione dell’accoglienza dei turisti o visitatori, una carenza che rappresenta uno dei tanti volti della crescita disorganica, indifferente ai valori territoriali e paesaggistici.

Il parcheggio Venere azzurra
Il parcheggio Venere Azzurra.

Il masterplan urbano presentato individua nelle due aree a parcheggio della Venere Azzurra e della Vallata un luogo fulcro, da trasformarsi da «non luogo» a luogo simbolo: luogo di memoria, luogo di informazione e quindi di consapevolezza, luogo di incontro e di armonia, luogo di connessione con il territorio e con il mare.
Un luogo simbolo, di riferimento e di orientamento per il visitatore, nella prospettiva di uno sviluppo turistico informato e, quindi, attento e sostenibile ed un un luogo dove il turismo incontra il territorio, la sua cultura, la sua memoria.

Il parcheggio La Vallata
Il parcheggio La Vallata.

Il parcheggio della Venere Azzurra e la Vallata rappresentano per chi vuole visitare Lerici una tappa obbligata, ma a questo non corrisponde una adeguata attenzione al visitatore ed una valorizzazione di quella che potrebbe essere una grande opportunità di promozione, di informazione e di cultura.
Il visitatore è abbandonato a se stesso: carente il servizio navetta, assente ogni tipo di informazione e segnaletica, desolante la condizione del percorso pedonale verso il mare. Nelle aree retrostanti, residuali, sono collocate alcune strutture sportive, non bene inserite e di scarso valore architettonico. Poco razionale l’utilizzo dell’area a parcheggio, con un ridotto numero di posti auto se relazionato alla sua superficie.
Critici gli aspetti ambientali, di mitigazione visiva e microclimatica, anche a causa della totale assenza di verde arboreo; nel periodo estivo il parcheggio si trasforma in una lastra infuocata che non offre il minimo riparo, con disagio per gli utenti e ricadute notevoli sul microclima anche circostante, fenomeno noto come «isola di calore».

Foto di repertorio della passeggiata di Lerici com'era
La passeggiata di Lerici com’era.

LA PROPOSTA
La passeggiata a mare
. È il fil-rouge che interconnette tutti i luoghi, ed i singoli luoghi al mare; da sempre la vera attrazione di Lerici, che la proposta esalta nel suo ruolo di tessuto connettivo e di narrazione. Da Castello a Castello, per i tipici «carugi» alle piazze affacciate sul mare, la Chiesa di San Rocco, il verde dei giardini e la deliziosa frescura dell’Orto dei Frari, il complesso delle scuole e del Palazzo comunale (la cui piazza andrebbe pedonalizzata) poi di nuovo lungo il mare, l’Erbetta, il lido e poi la Venere azzurra, luogo cerniera della passeggiata e punto di ingresso a Villa Marigola, per proseguire fino a San Terenzo, la marina ed il borgo. La bellezza ma anche la fragilità del territorio lericino, le sue peculiarità e le condizioni fisiche invocano un turismo di qualità. Una direzione da valorizzare è rappresentata dal turismo congressuale; un turismo non di grandi numeri ma che possa far vivere Lerici e le sue attività, anche ricettive, tutto l’anno. E’ essenziale ricollegare i vari ambiti, gli spazi pubblici e quelli a vocazione congressuale: Villa Marigola ed i due Castelli.

La proposta nasce dall'ascolto, dall'ascolto del luogo, dei suoi racconti a volte interrotti, della sua memoria, tentando di ricucire le varie istanze e problematicità in un quadro complessivo, nel quadro della storia del territorio, della sua memoria e della ricerca della sua identità; la proposta si pone come base di lavoro, costruttiva, e più che promuovere una soluzione in particolare vuole proporre innanzitutto un metodo.
La proposta nasce dall’ascolto del luogo, dei suoi racconti a volte interrotti, della sua memoria, tentando di ricucire le varie istanze e problematicità in un quadro complessivo, nel quadro della storia del territorio, della sua memoria e della ricerca della sua identità; la proposta si pone come base di lavoro, costruttiva, e più che promuovere una soluzione in particolare vuole proporre innanzitutto un metodo.

Il Centro sportivo. Lerici è anche città di sport: vela, nuoto di fondo, triathlon e non solo. A questo non corrispondono adeguate strutture sportive, ubicate in aree marginali; si tratta soprattutto di strutture non ben attrezzate e di scarsa qualità architettonica.
La proposta propone di valorizzare le strutture sportive esistenti, in particolare la piscina della Venere Azzurra, adeguandola come struttura e connettendola alle limitrofe strutture sportive (campi da tennis) in un disegno urbanistico complessivo.
Nell’ottica di una valorizzazione del territorio, non solo in chiave turistica, la proposta suggerisce di arricchire ulteriormente la passeggiata a mare allestendo, un po’ come è avvenuto per il Museo della Marineria a Cesenatico, un pontile riservato alle vele latine, che, ormeggiate una accanto all’altra possano offrire una inquadratura mirabile sullo sfondo del golfo e dare al visitatore la suggestione di quello che è stata la storia di Lerici: una storia di mare e di marinai. Non si tratta infatti solo di barche, ma della sopravvivenza stessa dei mille saperi che hanno fatto grande la storia della Marineria ligure ed italiana.
Nuovo assetto viabilistico. L’accesso prioritario a Lerici è e deve rimanere il parcheggio «La Vallata» nobilitato a centro di accoglienza e luogo informativo rivolto a turisti e visitatori. Non si può negare inoltre la possibilità di accedere con l’auto, fattore di qualità importante se gestito come un servizio reso sostenibile da una adeguata strutturazione; una volta entrati nella ztl necessariamente si raggiunge il parcheggio della Venere Azzurra, che la proposta prevede interrato, per lasciare spazio ad una grande terrazza sul golfo.

Lerici: piazza Garibaldi com'era.
Lerici: piazza Garibaldi com’era.

Gli interventi proposti. Il progetto in sintesi propone diversi interventi, tra i quali:

  • la rinaturalizzazione e riqualificazione paesaggistica del parcheggio «La Vallata» (oggi vuoto urbano desolante e microclimaticamente negativo) mediante una copertura verde e la piantumazione di essenze arboree;
  • la strutturazione di un percorso pedonale che guidi ed orienti il visitatore e creazione di un centro accoglienza (focal-point) che si configuri anche come elemento visivo di riferimento e di memoria; un grande battello, pronto per il varo, è immagine simbolo del punto informativo e di servizio al turista, punto di riferimento visuale, simbolizzazione dell’antico legame tra Lerici e la sua Marineria in memoria dei tanti battelli realizzati nell’attuale piazza Garibaldi e del legame di Lerici con il mare;
  • la riqualificazione delle strutture sportive mediante un disegno urbanistico ordinato e la ristrutturazione del complesso natatorio della Venere Azzurra;
  • il ridisegno delle aree verdi, che si protendono e ritornano a lambire il mare;
  • la riqualificazione dell’area della Venere azzurra con la creazione di un anfiteatro affacciato sul mare con sottostante parcheggio interrato e riqualificazione della passeggiata con la creazione di una terrazza sul mare come punto notevole;
  • la previsione di un centro visitatori, biglietteria a servizio del polo congressistico Villa Marigola ed i due Castelli, nell’ipotesi di sviluppare il turismo congressuale valorizzando le emergenze architettoniche per far vivere il turismo lericino tutto l’anno.
Architetto Silvia Nanni
Arch. Silvia Nanni

Arch. Silvia Nanni | Considerazioni
«Il progetto vuole essere in parte di rottura con il recente passato e se vogliamo in parte utopistico, là dove prevede la demolizione di alcuni edifici compreso il fabbricato in corso di costruzione proprio lungo la passeggiata. La forza del disegno urbanistico è sicuramente centrato sulla continuità di un’area pubblica a verde e attrezzata che dal parcheggio conduca alla passeggiata e al mare; una sua riduzione ne diminuisce sicuramente l’impatto salvo riuscire a configurare uno spazio pubblico che riesca a raggiungere gli obbiettivi di riqualificazione dell’intera area. Anche in questo senso il masterplan vuole essere e presentarsi come una base di lavoro, costruttivo e sostenibile. È una proposta che vuole anche in qualche modo recuperare il ruolo dell’architetto: un mestiere da vivere con umiltà, l’umiltà dell’ascolto di quello che i luoghi, le persone ci raccontano, ed ascolto delle esigenze, dei bisogni delle persone che li abitano. Nulla a che vedere con la speculazione edilizia con tutte le sue disastrose conseguenze, nulla a che vedere con l’immagine delle archi-star che, spesso vittime di se stesse, sembrano obbligate a progetti sensazionali, che si calano spesso come macigni sulla realtà, trascurata, dei luoghi e delle persone».

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