Rete Imprese Italia | La giornata di mobilitazione

«Le ragioni dell’economia reale»

A Roma è stato Carlo Sangalli a presiedere l’assemblea degli associati con un duro e accorato intervento che ha avuto come simbolo un cronometro.

Giornata di mobilitazione nazionale per le imprese di Rete Imprese Italia. Carlo Sangalli, presidente di turno per questo semestre, nel suo intervento ha chiesto alle rappresentanze politiche impegni concreti e non promesse elettorali per dare una «scossa» all’economia rilanciandola partendo proprio dalle piccole e medie imprese. Sistema di imprese «che non ci sta più ad essere considerato marginale!»

La «Giornata di Mobilitazione» indetta da Rete Imprese Italia (a cui aderiscono Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Casartigiani) è stata inaugurata oggi dall’intervento di Carlo Sangalli (a gennaio è iniziato il suo semestre di presidenza) alla presenza dei responsabili delle associazioni territoriali e delle federazioni del sistema Confcommercio che si sono mobilitate su tutto il territorio nazionale per rilanciare il messaggio alle forze politiche (in vista della prossima tornata elettorale del 24 febbraio) che viene dal mondo delle pmi e dell’impresa diffusa.
Infatti, in ogni provincia sono stati organizzati appuntamenti istituzionali (assemblee, consigli allargati, tavole rotonde…), affiancati da iniziative all’aperto come l’allestimento di gazebo nei punti nevralgici delle città. Tra le iniziative più originali segnaliamo quella di Firenze, dove in via Calzaiuoli è stato steso un tappeto nero di 150 metri con la scritta «Non spengiamo Firenze» ed è stato effettuato un corteo con in testa i soci che hanno chiuso l’attività nel 2012.
Cortei d’imprenditori si sono tenuti ad Agrigento, Perugia e Terni e a Padova davanti a Palazzo Moroni, sono state stese al sole 14 mutande con la scritta «Ridotti così», mentre a Napoli è stata effettuata una distribuzione gratuita di pane, emblema delle radici e della tradizione del territorio. In molte province è stata prevista la consegna simbolica delle chiavi delle aziende a sindaci o prefetti: in particolare a Mantova, Bari e Reggio Calabria dove sono state spente le insegne dei negozi.

Carlo Sangalli all’Assemblea di Roma
A Roma è stato Carlo Sangalli a presiedere l’assemblea degli associati con un duro e accorato intervento che ha avuto come simbolo un cronometro: è il cronometro, infatti, che ha segnalato come in Italia nello scorso anno si sia chiusa un’impresa ogni minuto. «Siamo qui per dirlo tutti insieme ed a gran voce: senza impresa, non c’è futuro, senza impresa, non c’è salvezza dell’Italia! Tutti insieme ed a gran voce: perché ce ne è bisogno nel tempo della campagna elettorale ed alla vigilia di una legislatura davvero decisiva. Decisiva per rispondere ai costi economici e sociali della grande crisi e per le scelte e le riforme utili a rimettere in moto crescita ed occupazione. Decisiva per le riforme istituzionali e per una rinnovata credibilità della politica. Chiediamo futuro. E proponiamo di costruirlo muovendo dalle ragioni dell’economia reale: dalle ragioni, insieme, delle nostre imprese e del lavoro. Bene quindi aver messo in sicurezza i conti pubblici. Come un bene è stata la riduzione del costo del finanziamento del debito pubblico». Così Sangalli sul costo del debito pubblico: «muovere da queste ragioni significa riconoscere che l’Italia e l’Europa tutta hanno anzitutto necessità di reagire all’avvitamento nella spirale tra disciplina fiscale ed aggravamento della recessione. Certo, mettere in sicurezza i conti pubblici e rafforzare la fiducia nei confronti dei nostri titoli di Stato era, ed ancora è, necessario».

Carlo Sangalli: «vogliamo agire in un paese che consideri le sue piccole e medie imprese e l’impresa diffusa una risorsa da accompagnare lungo il percorso del cambiamento, dell’innovazione e della crescita e non come una marginalità da superare».

Con il solo rigore non si va lontano
Ma ugualmente esplicito nel dire che «le manovre correttive degli andamenti della nostra finanza pubblica – pari a circa 100 miliardi di euro e per circa due terzi fondate sul ricorso a maggiori entrate – concorrono alla caduta complessiva del Pil, secondo le stime di Banca d’Italia, per circa un punto tanto nel 2012, quanto nel 2013. Ma, con il solo rigore al passo di carica non si va lontano. E senza crescita è, del resto, assai difficile far quadrare gli stessi conti pubblici. Dunque, è ora di portare alla ribalta delle decisioni politiche proprio le ragioni della crescita e dell’equità» – ha affermato il presidente di Rete Imprese Italia, spiegando che occorre impegnarsi con responsabilità per fare dell’Italia un «Paese normale» dove fare impresa non significhi né la quotidiana odissea dello scontro con una burocrazia barocca e miope, né l’estenuante ricerca di un credito bancario sempre più difficile da ottenere, dove fare impresa non significhi dover scontare i tempi biblici di pagamento delle pubbliche amministrazioni, facendo comunque puntualmente fronte ad una mole di tasse, che, per il contribuente in regola, sono arrivate oggi al 56% di pressione fiscale complessiva e dove significhi disporre di infrastrutture e servizi pubblici efficienti; significhi costi energetici secondo standard europei. Ma soprattutto, spiega Sangalli, agire in un Paese «che consideri le sue piccole e medie imprese e l’impresa diffusa una risorsa da accompagnare lungo il percorso del cambiamento, dell’innovazione e della crescita e non come una “marginalità” da superare. Le nostre ragioni sono le ragioni dell’avanzamento di una sorta di vera e propria “chirurgia ricostruttiva” della spesa pubblica e dell’azione di contrasto e recupero di evasione ed elusione come condizioni per la progressiva riduzione della pressione fiscale, di decise dismissioni di patrimonio pubblico, a partire da quello immobiliare per abbattere il debito, le ragioni di una complessiva razionalizzazione del perimetro della funzione pubblica! Se vogliamo fare entrare l’allarme rosso del 2013 non possiamo aspettare la crescita ma dobbiamo costruirla da subito tutti insieme».

2012: morte 100mila imprese e consumi indietro di 15 anni
Motivazioni per essere così diretto nelle sue preoccupazioni il presidente di Rete Imprese Italia ne aveva: basti pensare ai dati sulle 100mila imprese morte nel 2012.
In particolare nei primi nove mesi del 2012 hanno chiuso i battenti oltre 216mila imprese artigiane e dei servizi di mercato (dato di Rete Imprese Italia) mentre le iscrizioni ammontano a poco meno di 150mila (147mila) per un ‘saldo’ tra mortalità e natalità negativo per 70mila unità. Inoltre lo scorso anno sarà ricordato nella storia come un annus horribilis nella storia dell’economia italiana per quanto riguarda l’andamento di redditi e consumi.
Infatti i consumi hanno subito una flessione reale pro-capite del 4,4%, mentre il reddito disponibile reale pro-capite è sceso del 4,8% rispetto al 2011. In numeri, nel 2012 i consumi reali pro-capite 2012 sono ammontati a 15.920 euro a fronte dei 16.654 euro del 2011 mentre il reddito disponibile reale pro-capite è stato pari a 17.337 euro contro 18.216 euro.
Si tratta, peraltro, di uno scenario negativo che continuerà anche nel 2013, con un’ulteriore flessione per i consumi reali pro-capite dell’1,4% che li riporterà indietro di 15 anni: per ritrovare un dato analogo bisogna infatti tornare al 1998. In flessione anche il reddito disponibile reale pro-capite, che nel 2013 sarà pari a 16.955 euro contro i 17.337 euro del 2012. In questo caso la marcia indietro è di ben 27 anni.

Imprese e lavoro: così si torna a crescere
«Per uscire dalla crisi occorre ripartire dalle ragioni dell’economia reale, cioè dalle ragioni delle imprese e del lavoro». È la premessa fondamentale del documento che Rete Imprese Italia sottopone alle forze politiche in occasione di questa Giornata Nazionale di Mobilitazione. Secondo l’associazione di rappresentanza delle pmi e dell’impresa diffusa, il compito fondamentale della prossima legislatura sarà quello di «coniugare disciplina fiscale e del pubblico bilancio con le esigenze di crescita ed equità».
Queste le cinque strategie prioritarie di Rete Imprese Italia: riduzione della pressione fiscale (evitando l’ulteriore innalzamento dell’Iva previsto per il primo luglio prossimo), più credito alle imprese, proseguimento dell’azione di semplificazione, sviluppo delle imprese per assicurare lo sviluppo del mercato del lavoro e investimenti su infrastrutture ed energia.

Il fisco

  • rivedere il criterio utilizzato per la determinazione del reddito di impresa dei soggetti Irpef, passando dalla competenza alla cassa
  • rendere neutrale la tassazione rispetto alla forma giuridica dell’impresa
  • ridurre l’imposizione Irap, mediante un progressivo incremento della franchigia ed una progressiva eliminazione del costo del lavoro dalla base imponibile, definendo al contempo le imprese non soggette ad Irap perché prive di autonoma organizzazione
  • razionalizzare i regimi tributari applicabili dai soggetti Irpef (ditte individuali e società di persone), incentivandone la fase di avvio anche con la riduzione del minimale Inps
  • escludere dall’Imu gli immobili strumentali all’attività d’impresa
  • rivedere il sistema della riscossione coattiva, ampliando ed uniformando il periodo della rateazione dei debiti tributari, ed escludere dal fermo amministrativo e dal pignoramento i beni strumentali all’attività d’impresa
  • ridefinire il tributo rifiuti e servizi Tares, strutturando un nuovo sistema tariffario che rappresenti al meglio la reale produzione di rifiuti delle varie categorie economiche.

Il credito

  • favorire la solidità patrimoniale dei Confidi e facilitare il ricorso al Fondo di garanzia per le pmi
  • assicurare la piena operatività agli accordi in materia di certificazione e smobilizzo dei crediti delle imprese nei confronti della p.a.
  • apportare correttivi ai parametri, troppo rigidi, di Basilea 3
  • modernizzare il sistema dei pagamenti, dando piena attuazione alla nuova legge sui tempi di pagamento, senza introdurre ulteriori oneri a carico delle imprese.

La semplificazione

  • adottare meccanismi di trasmissione delle informazioni basati sulla tecnologia digitale
  • dare completa attuazione alla avviata riforma organizzativa degli sportelli unici, rapida operatività alle Agenzie per le imprese e completamento del Portale «Impresainungiorno»
  • stabilire un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti semplice, non oneroso per le imprese ed efficace per il reale contrasto alle ecomafie, superando il Sistri
  • prevedere semplificazioni per le imprese dotate di certificazioni come garanzia presunta di conformità a determinati obblighi giuridici
  • introdurre meccanismi forti di controllo dell’incidenza sul tessuto imprenditoriale di nuove norme
  • snellire le procedure burocratiche in materia di sicurezza sul lavoro
  • rendere efficiente la giustizia civile ordinaria anche potenziando i sistemi di risoluzione alternativa delle controversie
  • il mercato del lavoro
  • una seria riorganizzazione dei servizi per l’impiego, evitando ulteriori costi sulle imprese
  • ulteriore semplificazione per il lancio del nuovo apprendistato
  • garantire il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga per tutto il 2013
  • sostegno alla formazione continua, come funzione originaria dei Fondi interprofessionali
  • semplificazione delle norme in materia di lavoro per favorire produttività e nuove assunzioni
  • rafforzamento del rapporto scuola-lavoro rivedendo i percorsi formativi nell’istruzione e nella formazione superiore e universitaria
  • in una logica di razionalizzazione del costo del lavoro, eliminare le forme di solidarietà impropria fra settori economici che caratterizzano l’attuale assetto normativo
  • politiche fiscali e contributive di maggior vantaggio per gli strumenti del welfare contrattuale bilaterale (previdenza complementare, assistenza sanitaria, sostegno al reddito) che contribuiscono ad incrementare il reddito disponibile del lavoratore e del futuro pensionato e a contenere la spesa pubblica.

Le infrastrutture e l’energia

  • affrontare la micro-mobilità urbana, attraverso gli strumenti esistenti, come il Piano Nazionale per le città e i Piani urbani della mobilità
  • applicare il c.d. e-freight (trasporto elettronico di merci) che coinvolge il polo della merce elettronica e delle tecnologie intelligenti
  • attuare la liberalizzazione regolata dell’autotrasporto merci, un’effettiva liberalizzazione del mercato del trasporto ferroviario, una strategia di riordino e razionalizzazione del trasporto aereo, lo sviluppo dei trasporti marittimi e delle autostrade del mare
  • ridurre la forte dipendenza dell’Italia dalle fonti energetiche combustibili, adottando una strategia per la riduzione dei costi di approvvigionamento
  • armonizzare la politica energetica con quella fiscale favorendo la riduzione del carico fiscale sui costi energetici sostenuti dalle imprese
  • adottare una politica energetica orientata verso nuove tecnologie più efficienti e coerenti con le esigenze del mercato a partire dalla riduzione dei costi per le mpmi e dall’incentivazione allo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica.

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