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Decreto Rilancio: fondi per gli affitti degli studi professionali e i professionisti del Mezzogiorno

Il dl Rilancio ha preventivato contributi a fondo perduto per i professionisti che hanno aderito all'agevolazione definita Resto al Sud. Fondo di 40 milioni per le micro e pmi che svolgono attività economiche aderenti alle associazioni professionali previste dalla legge 4/2013. Credito d'imposta del 60% dell'ammontare mensile del canone di locazione per immobili utilizzati per le attività artigianali, industriali e professionali dell'attività di lavoro autonomo.

Nel decreto Rilancio sono stati approvati alcuni provvedimenti che riguardano gli studi professionali, le misure occupazionali e le piccole medie imprese.

Canoni di locazione

Per quanto concerne i canoni di locazione per gli studi professionali la misura istituita dal provvedimento CuraItalia che inizialmente era prevista solo per le attività d’impresa ora viene estesa anche agli esercenti professionali con ricavi non superiori a 5 milioni di euro nel 2019.

Il sostegno ha previsto un credito d’imposta del 60% dell’ammontare mensile del canone di locazione, di leasing e di concessione d’immobili a uso non abitativo destinati allo svolgimento dell’attività artigianale, commerciale e industriale, d’interesse turistico e dell’esercizio abituale e professionale dell’attività di lavoro autonomo.

Il credito d’imposta dev’essere commisurato agli importi versati quest’anno con riferimento a ciascuno dei mesi marzo-aprile-maggio e potrà essere utilizzato nella dichiarazione di quest’anno solo all’avvenuto pagamento dei canoni.

Vi è la possibilità di cedere il credito d’imposta al locatore a fronte di pari ammontare sul canone di locazione da versare (questa cessione potrà essere effettuata anche nei confronti degli istituti di credito).

Agevolazione Resto al Sud

Sempre nel dl Rilancio è inserito un provvedimento riguardante contributi a fondo perduto per i professionisti che hanno aderito all’agevolazione denominata Resto al Sud. Si tratta di un contributo fino a 15mila euro per le attività di lavoro autonomo e professionale ai fruitori dell’incentivo, che garantiva contributi pubblici a coloro che provvedessero ad aprire una partita Iva nelle regioni del Sud Italia e, in particolare, nelle regioni colpite dagli eventi sismici negli ultimi anni.

Nel decreto è specificato che allo scopo di salvaguardare la continuità aziendale e i livelli occupazionali delle attività finanziate dalla misura agevolata, i fruitori possono accedere a uno specifico contributo a fondo perduto a copertura del loro fabbisogno di circolante pari a 15mila euro per le attività di lavoro autonomo e di libera professionalità esercitate in forma individuale e pari a 10mila euro per ciascun socio d’impresa.

Pmi: zone economiche ambientali

La misura introdotta nel decreto Rilancio è finalizzata a fronteggiare i danni diretti e indiretti derivanti dall’emergenza Covid-19 per quanto concerne le imprese che operano nelle zone economiche ambientali (definite ZEA).

Si tratta di un fondo di 40 milioni di euro teso a riconoscere un contributo straordinario alle piccole e medie imprese e alle micro imprese che svolgono attività economiche ecocompatibili comprese quelle incluse aderenti alle associazioni professionali previste dalla legge 4/2013.

Il contributo straordinario verrà corrisposto sino ad esaurimento delle risorse del fondo di cui in proporzione alla differenza tra il fatturato registrato nel periodo tra gennaio e giugno del 2019 e quello registrato tra gennaio e giugno del 2020 secondo le modalità definite attraverso uno specifico decreto ministeriale.

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