L'intervista | Maurizio Savoncelli, Presidente Consiglio Nazionale Geometri

Nella Carta dell’Edilizia le misure per creare lavoro

In che modo far ripartire il lavoro in edilizia Savoncelli lo ha scritto nella Carta dell'Edilizia: rilanciare l’investimento dei privati (il superbonus al 110% va in questa direzione), sbloccare alcune importanti misure di semplificazione già pronte, includere nel concetto di riqualificazione del costruito anche la tutela della salute, il ripristino dei minimi tariffari per le libere professioni.

Con le riaperture generalizzate dello scorso 18 maggio l’Italia è ripartita dopo il lungo lockdown, seppure all’insegna della prudenza e dell’osservazione di regole stringenti per evitare una nuova ondata di contagi da Covid-19. In parallelo il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto “Rilancio”, un insieme di interventi per “proteggere imprese, famiglie e lavoratori dai danni dell’emergenza sanitaria” del valore di 55 miliardi di euro.

Maurizio Savoncelli | Presidente Consiglio Nazionale Geometri.

Presidente Savoncelli, la maxi manovra consentirà di stimolare una vera ripresa economica?

È un primo passo, e occorre dare atto dal Governo di avere varato una manovra senza precedenti, e non solo per l’entità degli investimenti: la crisi che ha colpito l’Italia è dovuta a cause eccezionali e non economiche. Con altrettanta evidenza, tuttavia, sottolineo che la crisi – anch’essa senza precedenti, in Italia e nel mondo – ha ulteriormente indebolito un sistema fragile, la cui produttività è ferma da vent’anni. A fronte di queste premesse ritengo che, pur reputando necessarie e doverose le misure adottate sin qui dal Governo, in primis l’ampliamento delle categorie destinatarie di sussidi e ammortizzatori sociali, è sulla creazione di lavoro che occorre puntare per fare ripartire il Paese. Solo con il lavoro sarà possibile arginare l’inevitabile perdita di PIL, di occupazione, di competenza e di produttività; solo con il lavoro sarà possibile generare ricchezza e tornare finalmente a crescere.

In questa direzione, quali dovrebbero essere le prime mosse da intraprendere?

Occorre assegnare priorità agli investimenti strategici, utilizzando come unico criterio di valutazione gli impatti economici, sociali e ambientali. A fronte dell’evidente correlazione tra l’insorgere di nuove pandemie e la forsennata antropizzazione dell’ambiente naturale, il Green Deal presentato nei mesi scorsi dalla Commissione Europea presieduta da Ursula von Der Layer assume centralità strategica nella fase di ripresa, basata su un nuovo modello di economia sostenibile. Per realizzarlo occorre agire prioritariamente sul versante dell’efficienza energetica e della riduzione di suolo, e quindi: riqualificazione del patrimonio immobiliare pubblico e privato, rigenerazione urbana, messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, salvaguardia del paesaggio e dei beni artistici e culturali, valorizzazione di piccoli comuni e borghi, agricoltura 4.0.

Difficile, tuttavia, immaginare interventi di così grande portata in presenza di un apparato burocratico-amministrativo lento, complesso, inefficiente e improduttivo come quello italiano

Abbiamo assoluta necessità di semplificare la pubblica amministrazione, velocizzando, snellendo, digitalizzando e sburocratizzando gli iter decisionali propedeutici agli investimenti, a fronte di rigorosi controlli ex post. A tal fine, è decisivo mettere a valore il principio della sussidiarietà, pienamente costituzionalizzato nel nostro Ordinamento con la Legge 3/2001, in coerenza al principio Costituzionale dell’art.118: i tempi attuali, destabilizzati dall’emergenza sanitaria, suggeriscono che questo è il momento più utile per ridare energia e sviluppo operativo ad una piena cooperazione fra il capitale umano della pubblica amministrazione e quello delle Professioni Tecniche. 

Una leva fondamentale per rimettere in moto il Paese è l’edilizia. In proposito, la filiera delle costruzioni ha elaborato la “Carta dell’Edilizia e delle Costruzioni”: di cosa si tratta e quali sono gli aspetti qualificanti delle proposte in essa contenute?

È uno strumento di confronto diretto con le istituzioni che individua in 10 punti le linee guida strategiche per un rilancio del sistema che vada oltre l’emergenza contingente, dove trovano posto la richiesta di riaprire i cantieri e avviare una serie di riforme procedurali dal grande impatto economico sul settore, la priorità d’iniettare liquidità nei conti correnti delle imprese, la necessità di una riflessione sulla casa, luogo dell’abitare e grande opportunità di lavoro.

Quali sono, nello specifico, i contributi offerti alla discussione dalla categoria dei geometri?

Abbiamo posto l’accento sulla necessità di attivare una serie di azioni finalizzate a rilanciare l’investimento dei privati, ampliando il novero degli interventi incentivati fiscalmente, innalzando e uniformando le attuali percentuali detraibili, riducendo da 10 a 5 anni il periodo di ammortamento, elevando il tetto della spesa massima per ciascuna unità immobiliare; sbloccare alcune importanti misure di semplificazione già pronte: il riferimento, tra gli altri, è al dpr 380, uno strumento ormai obsoleto i cui correttivi sono stati definiti a livello istituzionale già da due anni, e vanno nella direzione di una revisione virtuosa del regolamento delle opere pubbliche; di includere nel concetto di riqualificazione del costruito anche la tutela della salute: spesso un’edilizia insalubre può compromettere il benessere di chi vi abita, e ciò acquista ancora più valore se consideriamo la necessità di ridefinire gli spazi abitativi divenuti anche spazi di lavoro in conseguenza della pandemia. Ultimo, ma non meno importante, il ripristino dei minimi tariffari per le libere professioni. Se in passato la richiesta di equo compenso avanzata assieme alla Rete delle Professioni Tecniche e al Comitato Unitario delle Professioni trovava legittimazione nell’adozione di una misura di civiltà giuridica, oggi assume i contorni di una misura atta ad arginare la possibile “corsa al ribasso” del valore economico delle prestazioni intellettuali, pratica pericolosamente diffusa soprattutto nei periodi di crisi, e soprattutto a svantaggio dei più giovani. Che, al contrario, dobbiamo doverosamente valorizzare anche da un punto di vista economico: sono pronti non solo ad immaginare un mondo diverso e più giusto, ma anche a costruirlo.

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