Edilizia museale | Rifunzionalizzazione

Il Parco archeologico regionale di Camarina diventa museo multisensoriale

Il progetto del raggruppamento guidato dall’architetto Fabrizio Bianchetti ha vinto la gara indetta dalla Soprintendenza di Ragusa per la rifunzionalizzazione del Parco Archeologico di Camarina presentando un innovativo progetto che prevede una nuova formula museale multisensoriale finalizzato al miglioramento della condizioni di visitabilità dell’intera area archeologica di Camarina. Nell’intervento rientra l’urgenza di sostituire le coperture archeologiche dell'area delle stoà oggi inadatte.

Il parco archeologico di Camarina, a Ragusa, necessita di un’importante opera di riorganizzazione funzionale e di valorizzazione della propria immagine e fruibilità e la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Ragusa ha indetto a questo scopo una gara, con la formula dell’appalto integrato, per individuare le migliori soluzioni.

Per coinvolgere il visitatore nell’ambientazione del periodo storico trattato si propone l’installazione di un sistema visualizzazione olografica tridimensionale.

Museo multisensiorale e senza barriere

Ad aggiudicarsi la gara è stato il progetto del raggruppamento guidato dall’architetto Fabrizio Bianchetti che ha proposto una soluzione che si configura come un insieme di tecniche volte al miglioramento della condizioni di visitabilità dell’intera area archeologica di Camarina.

Il parco archeologico di Camarina è una delle più rilevanti testimonianze delle colonie Greche in Sicilia e per il suo recupero il progetto sviluppa un dialettico confronto tra tradizione e innovazione, unendo al recupero e alla protezione dei reperti nuove tecnologie che, impiegando la realtà aumentata, consentiranno al visitatore un viaggio nella storia e nel tempo.

Il risultato finale sarà un museo esclusivo nel suo genere, capace di coinvolgere l’utente in un’esperienza multisensoriale e inclusivo per la sua capacità di accogliere, senza barriere fisiche o psicologiche ogni categoria di utenti.

Il progetto prevede di utilizzare, per definire un nastro narrativo, delle immagini (saranno selezionate con il curatore museale) che partendo dalla pavimentazione si estenderanno alla parete – nastro per definire il contesto narrativo: la visita sarà percepita quindi come un vero e proprio cammino nella storia.

Copertura delle stoà

Di particolare rilevanza la ricomposizione didattica di episodi architettonici peculiari: l’esigenza di sostituire le coperture archeologiche dell’area delle stoà, che risultano oggi completamente inefficaci se non dannose ai resti che dovrebbero proteggere, ha indotto ad operare una riprogettazione delle stesse rivestendole, oltre che di una funzionalità mirata a garantire la massima protezione delle emergenze archeologiche, anche di un significato evocativo e formale, che individui con chiarezza le aree di sedime delle stoà nord ed ovest, attraverso la riproposizione delle teste di entrambi gli edifici, i rapporti dimensionali e formali antichi, suggeriti tramite la trasposizione degli elementi della grammatica architettonica antica.

La protezione archeologica e di restituzione volumetrica didattica a «fil di ferro» delle stoà nord ed ovest.

Le sale espositive con realtà aumentata

Anche le sale espositive, che accolgono i visitatori all’ingresso del parco saranno completamente riviste in funzione di un nuovo allestimento che integra i reperti storici esposti e le informazioni grafiche in un «percorso narrativo» in grado di coinvolgere il visitatore in un affascinante «cammino dentro la storia».

Completano il sistema espositivo una serie d’installazioni multimediali come ologrammi delle figure mitologiche che potranno raccontare al visitatore direttamente gli eventi storici ed interventi di realtà aumentata che permetteranno all’utente di immergersi in ricostruzioni tridimensionali degli ambienti ricostruiti virtualmente.

L’utente può crearsi un suo percorso nel sito archeologico e il sistema gli fornisce informazioni aggiuntive utili a risvegliare interesse, curiosità e piacere della scoperta.

La possibilità di interazione con il sistema consente al visitatore di svolgere una parte attiva in questo viaggio attraverso la storia. L’integrazione delle testimonianze archeologiche e la loro ricostruzione virtuale permette al visitatore di percepire l’antico spazio architettonico.

La protezione archeologica, che intende, per astrazione, ricomporre l’antica volumetria, imposta la propria impronta nella prima porzione ad est della stoà nord e nella prima porzione sud della Stoà ovest. Accompagna il visitatore attraverso gli ambienti della stoà parzialmente delineati da materia archeologica originale e parzialmente tramite lining-out.

Chi ha fatto Cosa

Intervento: riqualificazione e valorizzazione funzionale del parco archeologico regionale di Camarina, Ragusa
Committente: Soprintendenza ai Beni Culturali e Architettonici di Ragusa
Soprintendente: arch. Calogero Rizzuto
Responsabile Unico del Procedimento: arch. Daniele Sparacino
Progettazione: raggruppamento temporaneo di progettisti

  • progettazione  architettonica, ambientale e coordinamento architetto Fabrizio Bianchetti, Omegna (Capogruppo)
  • progettazione restauro architettonico architetto Antonio Buscema, Ragusa
  • progettazione restauro architettonico e sicurezza architetto Giovanni Cavalieri, Ragusa
  • progettazione strutturale ingegner Stefano Rossi, Piacenza
  • progettazione impiantistica ingegner Giuseppe Firullo, Ragusa

Realizzazione: associazione temporanea d’imprese

  • Consorzio Artigiano Romagnolo soc.coop, Rimini (capogruppo)
  • Renova Restauri srl, Ragusa
  • I.Re.Ma di Blundo Antonio, Siracusa
  • Telecom Italia spa, Milano.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here