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«Architettura. Movimenti e tendenze dal XIX secolo ad oggi »

L’approfondito atlante sugli sviluppi architettonici del XIX secolo presenta l’architettura, le opere, le idee, i movimenti e i protagonisti del ‘900 e del primo decennio del nuovo secolo. Ogni capitolo è ricco di documentazione fotografica e bibliografica.

ARCHITETTURA 900Il volume «Architettura. Movimenti e tendenze dal XIX secolo ad oggi», edito da Skira, non è un’enciclopedia sull’architettura ma è un ottimo atlante che si può, a ragion veduta, definire indispensabile per chi è studente di architettura e d’ingegneria. Una pubblicazione che, in modo esaustivo, favorisce studenti e chi è cultore dello studio di queste tematiche nell’avvicinarsi agli aspetti e ai protagonisti della storia dell’architettura del ‘900.

Nel volume curato da Luca Molinari infatti ogni capitolo è ricco di informazioni e riferimenti bibliografici, una somma di protagonisti, di idee, correnti di pensiero e opere che hanno caratterizzato quello che è stato definito il «secolo breve» e che, invece è risultato uno dei secoli più complessi e intensi di vicende legate alla storia dell’uomo e in questo caso alla storia dello sviluppo del pensiero architettonico. Per queste motivazioni gli autori dei capitoli del volume hanno affiancato Molinari compiendo il vasto excursus sulle aree tematiche, andando a considerare ampi spazi di ricerca non solamente legati a una visione «occidentalocentrica» ma complessivi di altre parti dell’universo architettonico comprendente i paesi asiatici, l’Africa, la Russia e l’est europeo, le Americhe.

Erich Mendelsohn, Torre Einstein, Postdam, 1919-1922
Erich Mendelsohn, Torre Einstein, Postdam, 1919-1922

Le fotografie che proponiamo hanno la pretesa di portarci parzialmente a prendere visione di questo immenso patrimonio architettonico del ‘900, visione che, reputo, si possa ampliare sicuramente con la lettura dei 35 capitoli redatti dagli autorevoli scrittori impegnati nella composizione storica dello studio.

Non potendo qui delineare tutto quel che emerge dall’atlante, mi piace sottolineare quanto è evidenziato dagli scritti di Antonello Marotta e Alessandro Benetti, rispettivamente autori del capitolo «Funzionalismo, Neue SachlichKeit, Gruppo 7, Miar, Razionalismo, Mars Group, Tecton» e del capitolo «Architettura totalitaria», capitoli che possiamo definire centrali e fondamentali per il delinearsi dell’opera.

Tutto in Germania. In linea con quanto considerato prima, questi due capitoli rappresentano la sintesi degli anni fondamentali di quello che è stato definito “il secolo dei totalitarismi”, secolo che, con il finire del primo conflitto mondiale e con la scomparsa delle monarchie ed in particolare dell’impero Austro-ungarico, vede mutare lo scenario geografico-politico europeo. Non esiste più l’Europa secolare e il dopoguerra ha portato nuovi bisogni, su tutti la necessità di ricostruire città e territori, il bisogno di dare una casa a chi non l’ha più ma soprattutto di darla in termini funzionali. E questa tendenza funzionalista ha origine proprio in un paese uscito sconfitto dal conflitto 1914-18: la Germania della metà degli anni ’20. Si tratta della Neue SachlichKeit (Nuova Oggettività), pensiero che avrà una delle sue maggiori espressioni nel Bauhaus di Dessau di Gropius e, sempre in Germania, Berlino e Francoforte si ergono a centri di sperimentazione dell’abitazione collettiva. Proprio Walter Gropius è l’architetto che, cercando di dare una risposta al problema della casa economica, realizza alcuni straordinari interventi abitativi: il quartiere Törten a Dessau, il quartiere Dammerstock a Karlsruhe e il quartiere Siemensstadt a Berlino (tutto nel triennio 1926-29).
Anni questi nei quali si forma il pensiero razionalista che Le Corbusier  sintetizza nell’opera Ville Savoye a Poissy i suoi punti programmatici (i pilotis, la pianta libera, la facciata libera, la finestra in lunghezza, il tetto-giardino) e che in Italia il Gruppo 7 (Figini, Pollini, Larco, Rava, Frette, Terragni e Castagnoli al quale subentrò Libera) animò sulla base degli esempi razionalisti sviluppatisi in Francia e in Olanda e che successivamente il Gruppo potenziò ulteriormente nel «Movimento italiano per l’architettura razionale» (Miar).

Anni di vivace confronto. Malgrado sovente si senta commentare che quegli anni in Italia furono caratterizzati dall’«oscurantismo della dittatura fascista», proprio le vicende professionali di quegli architetti stanno a dimostrare il contrario anche se è doveroso dire che da un’iniziale apertura da parte del regime si passò ad alcuni distinguo con il conseguente passaggio di architetti al costituendo Raggruppamento architetti moderni italiani (Rami), entità voluta dal sindacato fascista.
I lavori compiuti da questi professionisti dell’architettura stanno a dimostrare proprio quanto sia stato vivo il dibattito sui temi dell’abitare (e lo testimoniano le riviste attivissime nel delineare gli aspetti e i motivi dell’architettura degli anni ’30). Dibattito che ebbe una delle principali sperimentazioni nel 1930 quando insieme al Gruppo 7, Figini e Pollini per la IV Esposizione Triennale internazionale delle arti decorative e industriali di Monza realizzarono la Casa elettrica, edificazione che rappresenta «alla perfezione il modello razionale di abitazione sempre più proteso al comfort e all’alleanza con la produzione industriale».

Architettura Movimenti e tendenze dal XIX secolo a oggi
Giuseppe Terragni, Novocomum, Como, 1928-1929

L’importanza di Terragni. Come giustamente scrive Marotta, è Giuseppe Terragni che realizza alcune tra le opere più importanti dell’architettura italiana moderna: tra il 1927-29 realizza a Como il Novocomun e tra il 1933-37 spiccano la Casa del Fascio e l’asilo Sant’Elia, esempi dell’architetto lariano che condizionarono la produzione americana, portoghese e spagnola dagli anni ’70 in poi.

In Germania e Russia. Il capitolo scritto da Alessandro Benetti reputo abbia un grande pregio: quello d’invitare i lettori senza porre condizionamenti di sorta, ad analizzare gli aspetti della cosiddetta «architettura totalitaria» caratterizzata da quella monumentalità che è stata componente essenziale della dittatura comunista in Russia, del nazismo in Germania e del fascismo in Italia.
Benetti scrive che tra «gli anni ’20 e i primi anni ’40 si riscontra nell’architettura dei totalitarismi una tendenza alla diminuzione della qualità e della sperimentazione che si manifesta in parallelo con l’estremizzarsi del contesto politico, sociale e culturale di riferimento» e cita in Germania i risultati del concorso per le scuole per le gerarchie del partito nazista (1934) che testimoniano dell’orientamento architettonico del Reich «con le pesanti masse murarie in mattoni e pietra a vista dei progetti vincitori di Giesler e Klotz che si conformano a una estetica medievale, espressione ufficiale della spaventosa filosofia del Blut und Boden (sangue e suolo) che predica l’attaccamento del popolo tedesco alla patria e alla terra». È ovvio che nel saggio un posto di rilievo lo riveste Albert Speer, nel suo ruolo di consigliere di fiducia di Hitler e capace di realizzare le «visioni più ambiziose come lo Zeppelinfeld di Norimberga (1934-1936) colossale platea per le adunate di partito, di proporzioni tali da annullare la presenza fisica degli oggetti architettonici che la circondano» insieme al Piano urbanistico per la Germania (1937-43) e la Cancelleria del Reich (1938-39).
Non va tralasciato che «Speer fu l’autore del Padiglione tedesco all’Esposizione universale di Parigi (1937) che immagini d’allora immortalano insieme al Padiglione russo di Boris Iofan: i due padiglioni collocati sulle rive della Senna sono esiti sorprendentemente simili di parabole architettoniche molto diverse tra loro».
Ecco dunque che il confronto si sviluppa a questo punto sulle avanguardie russe dei primi anni ’20 e sulle istanze differenti dei razionalisti e dei costruttivisti che si saldano in una visione progressista dell’architettura sovietica che trova spazio e concreta attuazione grazie ai piani quinquennali (1928) e dal 1932 l’assemblamento delle associazioni culturali sotto il diretto controllo statale che, nel ’37, vede l’Unione degli architetti sovietici sancire l’avvento del realismo socialista.
Un esempio di «quest’azione verso le masse e l’esaltazione univoca del comunismo trionfante, il nuovo orientamento che si realizza a pieno nel Piano regolatore per Mosca. È quell’esaltazione che nel secondo dopoguerra, nell’ambito della ricostruzione post bellica fungerà da riferimento  per l’impostazione di nuovi centri urbani annessi quasi sempre ai grandi complessi industriali previsti dai piani quinquennali».

Luigi Caccia Dominioni, Edificio per abitazioni, Milano, 1958-1963
Luigi Caccia Dominioni, Edificio per abitazioni, Milano, 1958-1963

In Italia. Il testo di Benetti non tralascia di considerare la situazione italiana che vede «il duce interferire su tutti i cantiere del ventennio e guida la definizione di uno stile proprio del regime». Ed è un Mussolini che «si confronta con i maggiori intellettuali dell’epoca che guardavano a vario titolo al modernismo europeo come modello per una nuova architettura italiana». Si tratta del Gruppo 7, di Pagano, di Persico, di Portaluppi e Moretti, di Libera e di Renzi (questi ultimi protagonisti nel 1932 della Mostra della Rivoluzione Fascista) e di molti altri.
Il duce considera la «funzione dell’architettura legata all’educazione delle masse a cui deve comunicare la grandezza del regime» e in quegli anni un’occasione imperdibile arriva dalle città di fondazione: Pontinia, Littoria, Sabaudia e le città d’oltremare. Nella ricerca di un sempre più rimarcato «stile fascista» con il riferimento alla romanità e al classicismo, diviene fondamentale la figura e l’opera di Marcello Piacentini, dimostratosi nelle opere e nell’interpretare «diligentemente le direttive centrali» il maggior protagonista dell’architettura fascista. (di Livia Randaccio)
Franco Albini, Museo di Palazzo Rosso, Genova, 1953-1961
Franco Albini, Museo di Palazzo Rosso, Genova, 1953-1961

Casa Editrice: Skira Editore
Autori: a cura di Luca Molinari
Pagine: 324
Prezzo: 34 euro

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