Agenda digitale delle Costruzioni | Angelo Luigi Camillo Ciribini, Università degli Studi di Brescia

Bim, valida metodologia a supporto del Partenariato Pubblico Privato

La Partenarialità è una sorta di categoria della Digitalizzazione nel modo in cui impone di ricondurre il valore e la redditività del bene a una prospettiva temporalmente dilatata, il tempo contrattuale, e a uno sfondo operativo, i servizi effettuato grazie a esso.
Angelo Luigi Camillo Ciribini, Professore Ordinario, Dicatam, Università degli Studi di Brescia.
Angelo Luigi Camillo Ciribini, Professore Ordinario, Dicatam, Università degli Studi di Brescia.

Il Ppp, ovverossia il P3, vale a dire il Partenariato Pubblico Privato, non confondibile con la specifica Finanza di Progetto, è una nozione assai complessa che, in questa sede, non può essere trattata, per assenza di competenze specifiche, con sufficiente completezza sotto i profili giuridici ed economico-finanziari, che, in ogni caso, si correlano e si intrecciano strettamente: oltre che eventualmente contraddirsi in alcune teorizzazioni dei loro esponenti.

Ciò che si può, al contrario, affermare è che esso, nella transizione tra contratti transazionali e contratti partenariali, investe direttamente alcuni punti sensibili dell’evoluzione digitale del settore delle costruzioni.

Ciò avviene, in primo luogo, in quanto i contratti di tipo associativo (dall’Integrated Project Delivery statunitense al Project Alliancing australiano) enfatizzano, o, talvolta, addirittura, esasperano il concetto di «collaborazione» e quello di «integrazione», non solo restringendoli alla inter- e alla multi-disciplinarietà, ma pure dilatandoli all’inversione dei ruoli (erogatori e utenti che si fanno «progettisti»)

In buona sostanza, in questi quadri contrattuali verrebbe a essere assicurato l’unico punto di interlocuzione tra le parti che, in definitiva, farebbe sì che l’efficientamento del processo informativo rafforzi ipso facto quello decisionale, presupposto che sta alla fondamenta dell’impostazione britannica.

Più in generale, la natura costitutiva della Modellazione e Gestione Informativa appare assolutamente aderente alla prospettiva dei cosiddetti contratti multi-laterali, assai importanti anche a seguito, al di fuori della Concessione o del Contratto di Disponibilità, della scomparsa dell’Appalto Integrato nei Contratti (di Appalto) Pubblici.

Ovviamente, le formule contrattuali che presuppongono un elevato grado di unitarietà decisionale rendono, in parte, maggiormente praticabili le situazioni dirimenti di assegnazione delle responsabilità all’interno di un ecosistema digitale che tende, invece, progressivamente a renderle indistinguibili o, almeno, fortemente interrelate e solidali.

Da qui, in effetti, discende l’importanza delle appendici sulla Modellazione e Gestione Informativa presenti nei principali tipi contrattuali anglosassoni, per quanto esse contribuiscano a sollevare perplessità sul grado reale di maturità dei contraenti nell’applicazione.

In secondo luogo, il Partenariato valorizza la dimensione della Gestione del Programma e dei Progetti, rafforzando la centralità della idea dei Manufatti Complessi, Infrastrutture o Edifici che siano, quali Sistemi di Sistemi.

Ciò va esattamente nella direzione di rendere digitalmente praticabili le forme, oggi in Italia particolarmente depotenziate, della Gestione dei Programmi e dei Progetti.

Sotto questo profilo, poiché la Modellazione e Gestione Informativa agisce sulle catene di fornitura, la necessità di affrontare i Progetti Complessi, attraverso Sistemi Parziali e Scomposti che presentino limitati punti di interazione tra di loro, appare cruciale.

Si ricordi che tutta l’impostazione britannica alla Modellazione e Gestione Informativa implica una finalizzazione della metodologia e dei modelli e una costante iterazione di domande (Capitolato Informativo) e di risposte (Offerte e Piani di Gestione Informativa) lungo i sublivelli di fornitura.

In terzo luogo, dato che i flussi di cassa generati dalle soluzioni partenariali si basano sul funzionamento del cespite nel ciclo di vita, o meglio, in una sua circoscritta porzione, contrattualmente determinata, non solo la Manutenzione, bensì, soprattutto, le Operazioni, sembrano essere determinanti.

Questo fatto spiega la ragione per cui la digitalizzazione coincide con il desiderio di anticipare le opzioni progettuali, coinvolgendo in maniera tendenzialmente paritaria gli esecutori e i gestori.

In realtà, oltre a essi, alla costruzione e alla gestione, al centro di una progettualità, per così dire, collaborativa e partenariale, insiste l’utente, che sia esso un residente (o un lavoratore) oppure un passeggero (o un paziente).

In ogni caso, l’esigenza pressante che la Domanda Pubblica, esprime, per esempio, sotto forma di amministrazione concedente (ma anche di stazione appaltante, con il Contratto di Disponibilità o con il Contratto di Sponsorizzazione), tende a essere incentrata sull’erogazione dei servizi (individualizzati, personalizzati) che il bene immobiliare o infrastrutturale può supportare.

Ecco, allora, che non solo le prestazioni del cespite, ma anche, e soprattutto, le attività che in esso si svolgono, divengono decisive: motivo per cui occorre progettare, sin dalle fasi preliminari, i flussi e i movimenti delle persone e delle cose, addirittura immergendole e simulandoli in ambienti immersivi, aumentati, e via cantando.

Allorché, peraltro, i cespiti divengono connessi e cognitivi, il tema si fa impegnativo e legittima completamente la sua natura digitale.

Sostanzialmente, le relazioni che intercorrono tra il Partenariato Pubblico Privato e la Modellazione e Gestione Informativa si devono al fatto di incidere sui Processi (l’unitarietà d’interlocuzione e di decisione) e sui Prodotti (la loro connettività e cognitività).

Tutto sommato, la Partenarialità è una sorta di categoria della Digitalizzazione nel modo in cui impone di ricondurre il valore e la redditività del bene a una prospettiva temporalmente dilatata, il tempo contrattuale, e a uno sfondo operativo, i servizi effettuato grazie a esso.

La maniera, inoltre, in cui la digitalizzazione incide nella carne viva del Ppp è, infine, legata all’importanza del trasferimento alla società veicolo del rischio operativo che, almeno terminologicamente, ma non solo, si apparenta alla riflessione sulla servitizzazione del prodotto immobiliare.

Del resto, tutto il processo progettuale e costruttivo, «antecedente», si fa per dire, quello gestionale è assolutamente improntato alla tracciabilità e alla trasparenza all’interno di un unico ecosistema digitale, in tempo quasi reale, con le debite conseguenze in termini di bancabilità.

Sotto questo punto di vista, sia che si tratti di programmare la conservazione programmata dei beni culturali vincolati, quelli che Antonio De Curtis intendeva cedere ripetutamente al turista straniero, sia che si tratti di realizzare e di gestire i nuovi presidi ospedalieri, al di là delle apparenze, è l’Immateriale che genera reddito attraverso il Tangibile, la sua fruizione: e non viceversa.

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