Punti di Vista | Gabriele Buia, Presidente Ance

Bonus edilizi e truffe: occorre intervenire sulla qualificazione delle imprese

Per Gabriele Buia occorre poi intervenire sulla qualificazione delle imprese. Un modello esiste già e funziona. È quello utilizzato per i lavori di ricostruzione del Centro Italia, dove i soldi pubblici possono essere utilizzati solo da aziende qualificate, che abbiano cioè la certificazione di un ente terzo circa l’idoneità a fare determinati lavori.
Gabriele Buia | Presidente Ance.

È un momento cruciale per il settore delle costruzioni e per l’intero Paese. Servono scelte rapide e chiare, altrimenti rischiamo di compromettere la crescita e perdere le sfide che abbiamo davanti.

Troppi stop and go hanno penalizzato il cammino del Superbonus, una leva straordinaria per migliorare le prestazioni energetiche e la sicurezza delle case e di interi condomini, contribuendo alla riqualificazione delle nostre città.

Continui ripensamenti e modifiche normative prima e, da ultimo, quasi una demonizzazione dello strumento a causa delle numerose truffe emerse intorno ai bonus edilizi. Attenzione, però,  a fare di tutta l’erba un fascio.

I dati ci dicono che le truffe non hanno colpito, se non marginalmente, il 110%, proprio perché lo strumento è nato, fin dall’inizio, con strumenti di controllo. Laddove queste misure non c’erano, invece, lì si è infilato il truffatore.

Occorre poi intervenire sulla qualificazione delle imprese. Negli ultimi sei mesi 11.600 imprese si sono iscritte alle Camere di commercio, con Codice Ateco costruzioni, spesso senza alcuna organizzazione e senza nemmeno un dipendente attirate solo dal business dei bonus edilizi.

Si tratta di un fenomeno preoccupante e che va arginato per evitare che questi operatori improvvisati creino danni ai cittadini e alle imprese qualificate facendogli concorrenza sleale.

Così le imprese che hanno rispettato tutte le regole del gioco si sono trovate in sofferenza anche a causa di continue modifiche normative che nelle scorse settimane avevano di fatto bloccato la cessione dei crediti.

Una decisione contro la quale abbiamo fatto sentire alta la nostra voce insieme a quella della filiera e che per fortuna è stata modificata con l’ultimo decreto approvato nei giorni scorsi dal Governo che ha ripristinato il circuito del credito tra soggetti vigilati e accrediti.

Un buon passo in avanti che ora occorre completare con l’introduzione di un meccanismo di qualificazione delle imprese.

Un modello esiste già e funziona. È quello utilizzato per i lavori di ricostruzione del Centro Italia, dove i soldi pubblici possono essere utilizzati solo da aziende qualificate, che abbiano cioè la certificazione di un ente terzo circa l’idoneità a fare determinati lavori.

Troverei logico che si adottasse lo stesso sistema, perché anche i bonus sono soldi pubblici e devono essere usati solo da chi è in grado di garantire massima sicurezza del lavoro e qualità degli interventi eseguiti. Altrimenti non riusciremo mai a favorire la crescita e lo sviluppo di un sistema imprenditoriale all’altezza di un Paese come il nostro.Leggi anche: Sintesi dell’osservatorio Ance sull’industria delle costruzioni
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