Edilizia storica | Castiglione Olona, Varese

Verso la conservazione programmata del complesso storico

Il progetto Collegiata Terra Cielo ha prodotto un manuale di uso e manutenzione del complesso che ne struttura la conoscenza e stabilisce i criteri per la manutenzione ordinaria. Il lavoro ha offerto anche strumenti concettuali e operativi utili alla sua conservazione e valorizzazione. Tra gli interventi urgenti effettuati, il rifacimento della copertura della Ex Canonica e il rinforzo strutturale di un solaio in legno.

Castiglione Olona è un antico borgo della Provincia di Varese, in posizione strategica entro la Valle dell’Olona e costituisce un esempio unico di intervento urbanistico rinascimentale al punto da essere considerato, a ragione, come la prima città ideale del Rinascimento italiano.

Proprio le tracce del suo passato legame con l’ambiente culturale del rinascimento fiorentino gli hanno valso la definizione di “Isola di Toscana in Lombardia”, coniata appositamente da Gabriele D’Annunzio.

L’abitato, di fondazione tardoromana come testimoniato dai resti del castello tutt’ora visibili, fu interamente riplasmato a partire dal 1422, per volere del cardinale Branda Castiglioni la cui famiglia era originaria del luogo.

Collegiata di Castiglione Olona | Vista aerea del complesso
Collegiata di Castiglione Olona | Il complesso con il borgo sullo sfondo

Branda Castiglioni, personaggio di grande levatura diplomatica e culturale, ebbe modo di entrare in diretto contatto con l’ambiente culturale toscano del primo rinascimento e di stringere relazioni con alcuni dei suoi maggiori esponenti.

Per questo a Castiglione Olona furono chiamate figure di primo piano come Masolino da Panicale, Paolo Schiavo e il Vecchietta, le cui opere restano ancora testimoniate nel borgo. Il suo forte rapporto anche con la corte milanese dei Visconti trova riscontro nel coinvolgimento di altre figure come i fratelli Solari, già documentati come attivi a Castiglione nel 1421, che qui si fanno interpreti della tradizione trecentesca del gotico milanese.

L’intero borgo è oggetto di un intervento esteso ed organico, di impronta decisamente umanista, con una specifica e modernissima attenzione ai temi dell’educazione e della cura. A questo proposito vengono istituiti la Scuola di grammatica e di canto e il Pio Luogo dei Poveri di Cristo per accogliere indigenti e pellegrini.

Collegiata di Castiglione Olona | Identificazione degli edifici del complesso: Chiesa (a), Sagrato (b), Canonica (c), Battistero (d), Nuova Scolastica (e), Locanda (f), Torrione dell’antico castello (g)
Collegiata di Castiglione Olona | Accesso alla Collegiata

Il Cardinale promuove la riforma del principale palazzo del borgo, oggi noto come palazzo Branda Castiglioni, che viene ammodernato in forme rinascimentali, abbellito e decorato all’interno con importanti cicli di affreschi. Nei pressi del castello, sempre per iniziativa del Cardinal Branda, viene costruita, in forme brunelleschiane, la magnifica chiesa del Corpo di Cristo e dei Quattro Dottori Massimi oggi chiesa di villa.

Sul punto più alto della collina viene fatta erigere la chiesa dei Santi Stefano e Lorenzo parte di un importante complesso, la Collegiata, che comprende anche il battistero e la canonica. Questo sistema di edifici sorge sulle rovine dell’antico castello del quale riutilizza alcune strutture.

Collegiata di Castiglione Olona | Interno della chiesa dei Santi Stefano e Lorenzo con gli affreschi di Masolino
Collegiata di Castiglione Olona | Il catino absidale della chiesa con gli affreschi di Masolino da Panicale

È un sistema costituito da diversi corpi di fabbrica per un totale di oltre 2000 mq articolati attorno a un cortile di 1500 mq con spazi aperti di pertinenza anche all’esterno del perimetro edificato dove si trovano un giardino e una vigna.

Proprio nella collegiata e nel battistero si trovano i più importanti cicli di affreschi realizzati di maestri toscani: nell’abside della chiesa vengono affrescate da Masolino le storie della Vergine mentre il Vecchietta e Paolo Schiavo raffigurano la storia dei santi Stefano e Lorenzo, titolari della chiesa.

Nel battistero, nel 1435, viene realizzato il celebre ciclo di affreschi che illustra la storia di San Giovanni Battista. A questi cicli decorativi si aggiungono altre opere pittoriche fiorentine come l’Annunciazione di Apollonio di Giovanni e la grande Crocifissione di Neri di Bicci oggi esposte nel Museo della Collegiata ospitato nell’edificio che fu la canonica del complesso.

Qui si conservano anche manoscritti miniati, preziose oreficerie e sculture allestiti in un percorso espositivo riallestito efficacemente in anni recenti. Il complesso della Collegiata è gestito dalla Parrocchia di Castiglione Olona, proprietaria, con il coinvolgimento di diverse figure professionali e di un nutrito gruppo di volontari che ne garantisce l’apertura al pubblico.

Collegiata di Castiglione Olona | Gli edifici della canonica che collegano la Collegiata al Battistero
Collegiata di Castiglione Olona | Ispezioni in quota con droni
Collegiata di Castiglione Olona | Ispezioni in quota con droni

Il Parroco Don Ambrogio Cortesi, la Conservatrice del Complesso Laura Marazzi e il Direttore del Museo Dario Poretti collaborano strettamente per la conservazione e la valorizzazione del complesso, portando avanti iniziative tese all’approfondimento della conoscenza del patrimonio culturale e alla conservazione degli edifici e delle opere d’arte in essi contenute.

Raccolta e analisi dati centro geofisico prealpino

Durante il biennio di lavoro il dott. Paolo Valisa del Centro Geofisico Prealpino ha raccolto i dati per la stesura dello Studio sull’incidenza dei fattori climatici sulle condizioni di conservazione del complesso monumentale della Collegiata di Castiglione Olona, con particolare riguardo alle velocità del vento e alla maggiore frequenza di piogge intense, concentrandosi sui recenti eventi atmosferici, di grande intensità, che stanno evidenziando le criticità dei sistemi di smaltimento delle acque, anche in relazione ai fattori accentuanti come urbanizzazione e conseguente impermeabilizzazione dei suoli.

Nelle conclusioni si legge che “il cambiamento climatico in atto avrà effetti anche sulla conservazione dei beni artistici e culturali a causa dell’aumento di eventi estremi, sempre maggiore nei prossimi decenni.

L’aumento delle temperature mette a disposizione del sistema atmosferico una maggiore energia e umidità che si traduce in piogge più intense in brevi intervalli di tempo. È plausibile anche un aumento della dimensione della grandine, anche se è difficile verificare questa tendenza” […].

Collegiata di Castiglione Olona | Realizzazione della nuova copertura
Collegiata di Castiglione Olona | Realizzazione della nuova copertura
Collegiata di Castiglione Olona | Realizzazione della nuova copertura
Collegiata di Castiglione Olona | Il solaio in legno prima e dopo il rinforzo
Il solaio in legno prima e dopo il rinforzo
Il solaio in legno prima e dopo il rinforzo
Il solaio in legno prima e dopo il rinforzo

Intervento in copertura

  • Smontaggio delle tegole di copertura con pulizia e cernita di quelle recuperabili;
  • bonifica dell’amianto;
  • rimozione della listellatura, smontaggio dei travetti per eseguire la sostituzione della terzera danneggiata, sostituzione dei travetti ammalorati, posa di travi di rinforzo dei colmi, pulizia generale, controllo e sistemazione dei punti di appoggio della muratura perimetrale;
  • posa assito ligneo e telo impermeabile traspirante con relativi fissaggi;
  • riqualificazione dello sporto di gronda;
  • posa del manto di copertura, impiegando per lo strato inferiore coppi nuovi a canale e per lo strato superiore i coppi recuperati, integrandoli con coppi nuovi delle stesse dimensioni e di due totalità per una migliore integrazione. I coppi sono stati posati con listello e porta listello per i colmi, appositi ganci di partenza per la prima fila, gancio ferma coppo e ferma neve.
  • revisione e rimontaggio della lattoneria;
  • manutenzione dei comignoli mediante interventi di pulitura, consolidamento e revisione della lattoneria in piombo, applicazione di protettivo.

Il piano di conservazione programmata

Le risultanze delle diagnosi strutturali non hanno determinato particolari esigenze di controllo periodico delle strutture ma anche il dato di non rilevanza delle informazioni raccolte è utile alla costruzione delle strategie di controllo periodico e di manutenzione del complesso della Collegiata.

È stato prodotto un manuale di uso e manutenzione del complesso che struttura la conoscenza attuale e stabilisce i criteri per la manutenzione ordinaria anche attraverso procedure di pulizia, controllo e uso consapevole da parte dei diversi attori in gioco. Si stabiliscono le modalità di gestione e si programmano la manutenzione degli impianti, delle componenti tecnologiche e vegetali del sistema.

La dott.ssa Marazzi, conservatrice del museo, ha redatto le procedure utili alla conservazione delle opere artistiche, fornendo le indicazioni che sono state successivamente inserite nel Manuale d’Uso, allegato al Piano di conservazione programmata.

In particolare, si forniscono istruzioni puntuali per le attività di pulizia ordinaria e straordinaria, per la manutenzione ordinaria dei beni artistici, per messa in sicurezza dei beni del Museo in caso di emergenze per calamità naturali o altri eventi straordinari e, in generale, per una loro corretta movimentazione.

Il lavoro ha posto le basi per l’attivazione di un processo di maggiore consapevolezza e proattività nella protezione del complesso della Collegiata, offrendo strumenti concettuali e operativi utili alla sua conservazione e valorizzazione. Il progetto Collegiata Terra Cielo è un punto di partenza per un lavoro che proseguirà anche negli anni futuri, approfondendo anche temi che sono venuti alla luce indagando il complesso.

Collegiata di Castiglione Olona | Interno della cisterna medievale

Il progetto di recupero e restauro

Il progetto Collegiata Terra Cielo sviluppato nel biennio 2020-2021, è stato finanziato del bando “Beni al sicuro” di Fondazione Cariplo. Il progetto si connota come un’attività di conoscenza del complesso della Collegiata, finalizzato alla miglior gestione del rischio indotto dai fattori ambientali cui il sistema è esposto.

Le componenti strutturali e geotecniche, così come quelle tecnologiche dell’involucro degli edifici, sono stati i punti focali della ricerca. Attraverso una strutturata attività diagnostica e analitica, si è voluto indagare il funzionamento del complesso e la sua capacità di rispondere alle sollecitazioni ambientali, tenendo presenti le evidenti variazioni dei fenomeni atmosferici, diventati negli ultimi anni sempre più frequenti e di grande intensità.

Il progetto ha previsto attività conoscitive per la definizione delle priorità di intervento con le conseguenti azioni di riallineamento tecnologico e di eventuali azioni riparative o preventive di situazioni critiche. Parallelamente si sono sviluppate procedure e strumenti operativi finalizzati al monitoraggio continuo e alla conservazione programmata del bene, in particolare rivolti ai modi d’uso e alle procedure di manutenzione.

Non da ultimo, il progetto è stato supportato da un’attività di comunicazione e sensibilizzazione, finalizzata a diffondere le pratiche della cura del patrimonio come azione indispensabile e occasione di crescita culturale.

Le diverse competenze coinvolte nel progetto hanno consentito un approccio multidisciplinare in una visione di sistema efficace e stimolante. Il gruppo di progetto è stato costruito unendo competenze diverse e articolate, ciascuna delle quali ha un ruolo specifico e complementare che ha concorso al buon esito dell’iniziativa.

Collegiata di Castiglione Olona | Stato della copertura prima dell’intervento

L’ambito culturale

Le strategie di conservazione programmata costituiscono il più attuale fronte operativo delle attività sul patrimonio culturale costruito. È ormai comune convinzione la necessità di operare in maniera preventiva, sulla base di una conoscenza diffusa del patrimonio, al fine di procrastinare nel tempo, la necessità di un intervento di restauro inteso nel senso tradizionale.

È intuitivo comprendere l’importanza di un’analisi dei possibili fattori di rischio cui l’edificio risulta esposto e rispetto al quale mostra i maggiori livelli di vulnerabilità così da poter operare in una vera logica di prevenzione del rischio.

Anche se in modo istintivo si è portati a pensare al rischio sismico, esistono anche altri fattori la cui pericolosità pare in costante e significativo incremento come i rischi indotti dai fattori climatici la cui intensità e frequenza costituisce oggi un motivo di preoccupazione. Sempre più spesso si assiste a eventi meteorici di forte intensità: nubifragi, grandinate intense e venti ad alta velocità sottopongono gli edifici e le loro componenti tecnologiche a situazioni di stress inedite e inattese.

Collegiata di Castiglione Olona | Mappatura del livello di vulnerabilità del sistema di smaltimento delle acque meteo

Occorre quindi iniziare a confrontarsi con questi fenomeni mettendo in campo strategie preventive e sistemi di mitigazione dei possibili effetti, con lo scopo di garantire le minime condizioni di sicurezza per la conservazione dei nostri edifici storici e dei beni culturali che spesso essi contengono.

L’atteggiamento è quello della cura amorevole a cui tendere mediante una più vasta partecipazione possibile della comunità di riferimento, consapevoli che il senso di appartenenza e di legame al patrimonio è condizione indispensabile all’investimento di risorse, prima di tutto umane.

Attività diagnostiche

Nelle prime fasi di avvio delle campagne diagnostiche è stato fondamentale coordinare i diversi attori al fine di condividere le finalità della ricerca e le modalità, tecniche e culturali, di approccio al sistema Collegiata. La conoscenza del sistema costruito e l’acquisizione delle informazioni pregresse hanno consentito di pianificare nel dettaglio le attività da svolgere e di localizzare le zone o i componenti più interessanti da indagare. In particolare, sono state concordate con i referenti le modalità e le localizzazioni delle indagini strutturali in coerenza anche con le informazioni acquisite dagli operatori e dai soggetti che meglio conoscono il manufatto.

Diagnosi tecnologica

Le attività analitiche si sono concentrate sulle componenti tecnologiche che costituiscono le interfacce primarie tra l’ambiente esterno e il sistema edificio per il ruolo che queste hanno nella definizione delle condizioni climatiche interne e per le ricadute in termini di sicurezza.

Le indagini si sono quindi concentrate su coperture, sistemi di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche (canali di gronda, scossaline e pluviali) e serramenti. I tetti e i canali di gronda sono stati ispezionati anche dall’alto con un drone che ha consentito l’osservazione e la ripresa video e fotografica degli elementi tecnici, contestualmente sono stati anche osservati altri elementi in quota come paramenti murari, pinnacoli… che difficilmente potevano essere valutati da terra.

La registrazione e archiviazione di immagini consentirà in futuro di verificare eventuali cambiamenti intercorsi confrontando lo stato dei luoghi e degli elementi in diversi momenti. Per individuare le eventuali criticità sono stati messi in relazione i dati dimensionali dei sistemi di smaltimento delle acque meteoriche, la superficie delle coperture e i dati pluviometrici della zona (dalla relazione del Centro Geofisico Prealpino). Sono state inoltre rilevate tutte le reti impianti del complesso mappandole su una tavola tematica.

Ispezione della cisterna del castello quattrocentesco

Alla fine degli anni 90 un’indagine georadar a scopo archeologico aveva identificato una possibile struttura ipogea nella zona antistante l’ex Canonica. Nell’ottica di gestione del rischio, dovendo collocare la gru per il rifacimento della copertura della canonica, è stato ritenuto fondamentale l’approfondimento della conoscenza della struttura ipogea.

L’archeologo Roberto Mella Pariani, sotto la direzione della competente Soprintendenza (Dott.ssa Daniela Locatelli), ha intercettato la cisterna, già citata dalle fonti antiche e trovato il tombino d’accesso: è stato possibile verificare l’integrità della cisterna, ancora in grado di captare l’acqua piovana dai tetti, aggiungendo un capitolo fondamentale per la comprensione del sistema di smaltimento delle acque, uno dei temi di Collegiata Terra Cielo.

È stata fatta una ricognizione dell’interno della cisterna, con la collaborazione degli speleologi del Gruppo Grotte del Cai di Gallarate, che ha consentito di controllare dimensioni del manufatto e caratteristiche costruttive oltre alla scoperta di un pozzo interno al vano principale del quale si ignorava l’esistenza.

Grazie a uno speleo sub è stata ispezionata anche la porzione allagata, verificando alcuni punti di ingresso dell’acqua e acquisendo immagini dell’interno della canna del pozzo. In accordo con la Soprintendenza, lo scavo è stato poi coperto, lasciando traccia della posizione del tombino di accesso.

La conoscenza delle dimensioni, della posizione e della tecnologia costruttiva del manufatto ha consentito anche uno studio sulla portata della struttura anche in vista della futura gestione dei carichi in caso di accesso all’area da parte di mezzi pesanti.

Diagnosi strutturale

Le attività diagnostiche strutturali, utili a una prima valutazione della stabilità del Complesso monumentale, hanno preso avvio con la messa in opera di un sistema di monitoraggio per un anno. Sono stati installati sensori inclinometrici lungo il fronte orientale del Complesso, verso il fianco scosceso del colle che domina il borgo di Castiglione Olona, andando dal Battistero alla Canonica, passando per la Collegiata con il suo campanile, la sagrestia e spazi annessi.

Sono state eseguite, inoltre, prove a ultrasuoni sulle murature e indagini per la caratterizzazione dinamica del terreno (Masw). Analizzati i dati dei sensori inclinometrici, la campagna diagnostica è proseguita effettuando prove ultrasoniche sulle murature della chiesa, verifiche tensionali di due catene sempre della chiesa per verificare le spinte delle strutture ad arco, verifica dinamica relativa alla catena posta in corrispondenza dell’arcata di spina del battistero.

Per quanto riguarda gli esiti delle indagini, si può riassumere che le prove a ultrasuoni hanno individuato valori confortanti in merito allo stato di consistenza delle murature; la prova Masw ha caratterizzato il sottosuolo come tipologia B e quindi con buone proprietà meccaniche.

Inoltre, la caratterizzazione dinamica delle catene strutturali indagate nella chiesa della Collegiata ha consentito si verificare che le porzioni di arcate riferite alle suddette catene manifestano condizioni di equilibrio tra loro analoghe.

Gli esiti finali dell’intera campagna di monitoraggio strutturale, esteso a un intero ciclo stagionale hanno messo in evidenza l’assenza di progressivi fenomeni cinematici riguardanti le porzioni indagate e gli accertamenti visivi delle strutture di copertura della Collegiata, hanno evidenziato situazioni non critiche a eccezione della copertura della Canonica sulla quale si è intervenuti puntualmente.

È possibile ritenere che si sia determinata una riduzione complessiva del rischio sismico rispetto alle conoscenze e alle condizioni al contorno iniziali. Va ricordato che quest’ultima dipendente sia dalla pericolosità sismica del sito sia dalla vulnerabilità del fabbricato.

A supportare questa affermazione vale l’approfondimento che ha identificato una categoria B associata alla bassissima sismicità tipica del territorio di Castiglione Olona. Contestualmente sono state considerate le conoscenze acquisite in merito alla vulnerabilità del manufatto avvalendosi dell’esito delle prove a ultrasuoni sulle murature e delle caratterizzazioni dinamiche delle catene, nonché tenendo conto dell’esito del monitoraggio che scongiura possibili atti di moto del complesso lungo il versante est.

È stato quindi possibile aumentare il livello di conoscenza Lc nei confronti degli edifici esistenti e, in base a ciò, è possibile ritenere che si sia determinata una riduzione complessiva del rischio sismico rispetto alle conoscenze e alle condizioni al contorno iniziali.

Va ricordato che quest’ultima dipendente sia dalla pericolosità sismica del sito sia dalla vulnerabilità del fabbricato. Inoltre, l’acquisizione dei dati oggetto di indagine rappresenta anche un’utile memoria futura per la gestione della programmazione della manutenzione.

Interventi in urgenza

Già in fase di redazione del progetto erano stati individuati due ambiti d’azione come interventi prioritari: il rifacimento della copertura della Ex Canonica o Casa degli Oblati e il rinforzo strutturale di un solaio in legno contiguo alle sale del Museo della Collegiata.

Le ispezioni a vista del sottotetto e dall’alto con drone avevano confermato il pessimo stato di conservazione della copertura del corpo di fabbrica della ex Canonica evidenziando criticità relative alla sicurezza del manufatto e degli utenti, in particolare per presenza di pannelli ondulati sottocoppo in eternit, vasti scivolamenti dei coppi e degradi della piccola orditura che, nonostante la presenza dei pannelli sotto-tegola, avevano determinato in alcuni punti infiltrazioni di acqua piovana.

Inoltre l’ispezione preliminare del sottotetto aveva evidenziato la completa perdita di un tratto di terzera nel punto di innesto nella muratura dell’abside della Collegiata, sulla falda est. Questo dissesto comprometteva in maniera grave la capacità portante dell’orditura che avrebbe potuto entrare in crisi se soggetta a un incremento importante di carico, ad esempio determinato da una nevicata importante.

Il solaio in legno, tra il piano cantina e il piano terra del locale attiguo a quello utilizzato come ufficio del museo nella Ex Canonica, era in condizioni di evidente sofferenza statica, come testimoniato anche dal rinforzo, in passato, con l’inserimento di puntelli in legno.

Sono stati condotti interventi atti a incrementare la sicurezza strutturale e diminuire contestualmente la deformabilità mettendo in opera sei putrelle a H a contatto con l’assito esistente e putrelle Ipe 180 a sostegno della struttura lignea del solaio che non producono sostanziali modifiche al comportamento delle altre parti e della struttura nel suo insieme.

Realizzazione della linea vita

Coerentemente con l’impostazione generale del progetto si è ritenuto importante dotare il complesso di una linea vita che consenta l’ispezione e l’ordinaria manutenzione delle coperture e dei sistemi di smaltimento delle acque meteoriche.

Al fine di contenere quanto più possibile l’impatto estetico, come approvato dalla Soprintendenza, si è optato per un sistema anticaduta interamente realizzato per punti di ancoraggio con cavetti sottocoppo che evita la presenza del cavo al colmo; questo sistema è stato adottato su tutte le coperture così da garantire omogeneità nelle modalità di accesso, di movimento e di manutenzione.

Si tratta di un dispositivo di ancoraggio puntuale, costituito da una fune Ø 6 mm in Aisi 316 lungo 60 cm con placchetta di fissaggio in alluminio e teflon, con angolo di lavorazione 360° che può essere utilizzato fino a 2 operatori contemporaneamente. Il montaggio della linea vita è stato anche un’importante occasione di ispezione ravvicinata e ha consentito di individuare locali situazioni di criticità (mancanza e scivolamento di tegole) e di provvedere con riparazioni locali.

Manutenzione del verde

Nell’ambito del progetto sono state anche condotte attività di manutenzione del verde che riveste un ruolo importante nella qualità dell’ambiente: la manutenzione del verde, in particolare degli alberi di alto fusto, è una delle condizioni che concorre a garantire la sicurezza degli edifici, in primo luogo per il rischio di caduta e secondariamente per le foglie che possono ostruire e limitare il funzionamento dei sistemi di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche.

Nel giardino interno sono presenti numerosi tigli mentre lungo il viale di accesso al complesso, nella zona più prossima all’edificio, i platani, di altezza notevole, presentavano branche secche o ammalate a rischio di caduta.

La zona a nord è, invece, caratterizzata da una scarpata su cui insiste un’area boschiva che termina proprio a ridosso del battistero e della caffetteria. Con la potatura effettuata si è ridotta l’altezza e, per quanto possibile, tutte le marcescenze arrivando con il taglio al limite del legno sano.

L’altezza della chioma è stata abbassata di parecchi metri e le piante sono state poste in sicurezza. Questi interventi hanno permesso di rendere il complesso fruibile con maggiore sicurezza; è evidente che sarà indispensabile attuare le strategie di manutenzione periodica previste dal piano per evitare di raggiungere situazioni limite di rischio.

Chi ha fatto cosa

  • Superfici pittoriche e decorate in genere e beni artistici mobili: Laura Marazzi (storica dell’arte), conservatrice del museo della Collegiata
  • Aspetti strutturali e valutazione del rischio sismico: Riccardo Aceti (ingegnere) con il supporto del Centro Prove Materiali (Cpm)
  • Studio dati meteorologici: Paolo Valisa (Centro Geofisico Prealpino)
  • Manutenzione del verde: Giovanni Fantinato (agronomo)
  • Coordinamento generale: Don Ambrogio Cortesi, legale rappresentante dell’ente proprietario
  • Relazione con gli enti esterni: Dario Poretti (avvocato), direttore del Museo della Collegiata
  • Pianificazione della diagnostica e della manutenzione: Matteo Scaltritti e Lorena Bauce (semarchitettura)
  • Comunicazione:Laura Marazzi con il supporto di Kifadesign – Creative agency
  • Testi: Lorena Bauce e Matteo Scaltritti.

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