Rete Professioni Tecniche

Codice appalti: per le professioni tecniche normativa nel complesso efficace

La Rete delle Professioni Tecniche accoglie con favore il nuovo impianto normativo del Codice appalti anche se ritiene migliorabili alcuni istituti come il ricorso all'appalto integrato, migliore utilizzo dei tecnici della pubblica amministrazione nelle attività di programmazione e controllo... Insomma il confronto con il ministero continua.

L’approvazione in Consiglio dei ministri del nuovo Codice degli appalti pubblici rappresenta un passo avanti nella giusta direzione, quella di semplificare e ridurre il carico burocratico che da sempre grava su professionisti e imprese che lavorano con la pubblica amministrazione, e che si traduce in un elevato costo per la collettività e tempi lunghi.

Bene che il testo adottato dal Governo presenti già gli allegati che ne completano il quadro normativo, che l’applicazione sia differita in modo da rendere possibile il completamento delle procedure in corso e la maggiore conoscenza delle novità introdotte, e che si acceleri il processo di digitalizzazione delle procedure.

Aggiustamenti limitati, ma importanti, che vanno nella direzione di una maggior tutela della pubblica amministrazione. La Rete è, come sempre, disponibile al dialogo con le istituzioni e quindi ritiene utile continuare il confronto su questi temi.

Rete delle Professioni Tecniche

«Registriamo favorevolmente l’accoglimento, da parte del Governo, di alcune richieste avanzate dai professionisti dell’area tecnica nelle fasi di interlocuzione  con il Ministero e nelle audizioni parlamentari che si sono svolte. Sono importanti, in particolare, il riferimento all’equo compenso, che a breve sarà legge, che risolverebbe il tema della prestazione gratuita, così come l’eliminazione del progetto esecutivo in sede di gara per l’appalto integrato e la liberalizzazione degli appalti sotto soglia, e l’introduzione dei requisiti di compatibilità geologica e geomorfologica dell’operaUtili la previsione di parametri obbligatori per l’affidamento di servizi d’ingegneria e architettura e la determinazione del compenso per il Progetto di fattibilità tecnica ed economica, così come la riduzione a due dei livelli di progettazione, e la necessità di qualificare, come avviene per i professionisti, le stazioni appaltanti sul piano dell’organizzazione da possedere soprattutto per eventuali attività di progettazione. Ora ci aspettiamo che altri passi avanti vengano fatti, in particolare chiarendo bene le esigenze tecniche tese a giustificare il ricorso all’appalto integrato, ampliando i casi per il concorso di progettazione in due fasi, consentendo sempre ai professionisti d’intervenire nella progettazione e direzione dei lavori, utilizzando al meglio i tecnici della pubblica amministrazione nelle attività di programmazione e controllo, e comunque necessariamente iscritti all’Albo professionale, e chiarendo che le prestazioni professionali e intellettuali, come è sempre stato, non sono subappaltabili».

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