Confabitare | campagna di sensibilizzazione

Sicurezza antincendio a un anno dall’incendio della Torre dei Moro a Milano

Un anno dopo l’incendio del palazzo di via Antonini a Milano, Confabitare in collaborazione con Rockwool, ha lanciato una campagna di sensibilizzazione e ha chiesto la revisione della Regola Tecnica Verticale, la principale normativa vincolante per i progettisti, segnalando le aree di aggiornamento.
Confabitare | Torre dei Moro a Milano.

A un anno dall’incendio della Torre dei Moro di via Antonini a Milano c’è ancora molto da fare sul fronte sicurezza. Il 29 agosto 2021 un edificio di 16 piani che si accendeva come un cerino sconvolgeva e preoccupava l’opinione pubblica nazionale e riportava sotto i riflettori l’importanza della sicurezza degli edifici in materia di incendio.

Confabitare, che ha dedicato il 2022 alla sicurezza antincendio, in collaborazione con Movimento Consumatori e Rockwool Italia, ha lanciato una campagna di sensibilizzazione e ha chiesto la revisione della Regola Tecnica Verticale, la principale normativa vincolante per i progettisti, segnalando le opportune aree di aggiornamento.

Cosa è stato fatto da allora? È efficace la nuova normativa dedicata alla prevenzione di incendi per le facciate e le coperture degli edifici civili? Gli edifici godono oggi di maggiori sicurezze rispetto a 12 mesi fa?

Secondo Confabitare, associazione nazionale a tutela della proprietà immobiliare con 80 sedi e con 51.000 iscritti, presente in 19 regioni, no.

Oggi le ristrutturazioni, spinte dal sostegno degli incentivi pubblici, non garantiscono, infatti, l’uso di materiali incombustibili. E questo lascia, potenzialmente, aperto il rischio per molti edifici.

La normativa, entrata in vigore il 7 luglio scorso, non vincola ancora all’uso di materiali specifici per gli edifici più a rischio, ovvero quelli di altezza superiore ai 18 metri, gli ospedali, le case di cura e le scuole.

La scelta dell’utilizzo di materiale combustibile per l’isolamento e il rivestimento di palazzi – in particolare quelli con un numero elevato di piani, dove le fiamme che salgono verso l’alto rappresentano un pericolo ancora maggiore – gioca un ruolo fondamentale nella propagazione dell’incendio e nell’emissione di gas tossici.

Il polietilene di cui era composta la facciata del grattacielo di via Antonini è tra gli elementi che hanno contribuito alla rapida combustione dello stabile di 16 piani, a partire da un singolo mozzicone di sigaretta.

Alberto Zanni | Presidente Nazionale Confabitare.

Alberto Zanni | Presidente Confabitare

«L’Italia è in ritardo rispetto a numerosi altri paesi in Europa in merito alle norme antincendio. L’anniversario di questo incidente sia un monito per i professionisti del settore dell’edilizia e per gli enti regolatori: serve subito un cambiamento di rotta all’insegna della sicurezza, prendendo a esempio i migliori casi internazionali».

Bruno Ceccarelli | Presidente Commissione Urbanistica Edilizia Privata Sistema Agricolo Milanese

Bruno Ceccarelli | Presidente Commissione urbanistica edilizia privata Sistema Agricolo Milanese.

«La crescita dell’altezza degli edifici è un fenomeno che riguarda da vicino le città in continuo sviluppo come Milano. Non c’è crescita senza sicurezza, che è un diritto, e la prevenzione è fondamentale. Le normative vanno aggiornate. L’impegno di tutti deve quindi andare nella direzione di una drastica diminuzione della possibilità di incidenti, anche come quello avvenuto presso Torre dei Moro. Alla base del concetto di abitare ci deve sempre essere una cultura della sicurezza e della sostenibilità».

Paolo Migliavacca | Business Unit Director Rockwool Italia

Paolo Migliavacca | Business Unit Director Rockwool Italia.

«La tendenza allo sviluppo verticale delle grandi città come Milano, e l’aumento delle ristrutturazioni e degli interventi di efficientamento energetico degli edifici, devono essere guidati da una maggiore attenzione alla sicurezza antincendio e ai materiali utilizzati negli edifici. Oggi più che mai è necessario introdurre normative stringenti che vietino l’uso di materiale combustibile per gli edifici di altezza superiore ai 18 metri per evitare il ripetersi di incidenti come la Torre dei Moro a Milano. Il Regno Unito, dopo la tragedia della Grenfell Tower, ha mostrato che l’attuazione di un divieto di questo tipo è possibile. Spetta ora all’Italia conformarsi a questo approccio di completa minimizzazione del rischio per gli stabili più alti. Garantire la sicurezza dei cittadini e assicurare l’integrità degli edifici e delle facciate degli stessi deve essere un obbiettivo chiaro della normativa antincendio e deve essere perseguito senza eccezioni».

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