Punti di Vista | Ing. Giorgio Lupoi, vicepresidente Oice

Conoscenza, progetto e intervento per la mitigazione del rischio sismico

Il Punto di Vista del vicepresidente di Oice, associazione che ha costituito un gruppo di lavoro specifico allo scopo di fornire elementi di chiarezza sulla base dell’esperienza dei propri associati maturata nella progettazione e direzione lavori di interventi di miglioramento sismico.
Ing. Giorgio Lupoi | Vicepresidente Oice con delega per gli sviluppi legislativi e coordinatore del Gruppo di Lavoro Sicurezza Sismica.
Ing. Giorgio Lupoi | Vicepresidente Oice con delega per gli sviluppi legislativi e coordinatore del Gruppo di Lavoro Sicurezza Sismica.

Il terremoto del 24 agosto ha riproposto il problema della vetustà e inadeguatezza del patrimonio edilizio nazionale riguardo al rischio sismico. Sulla stampa e sui mezzi d’informazione si sono susseguite analisi e considerazioni, come succede spesso in questi casi, almeno imprecise.

L’Oice, associazione delle società d’ingegneria e architettura, aderente a Confindustria, ha costituito un gruppo di lavoro specifico con lo scopo di fornire alcuni elementi di chiarezza, sulla base dell’esperienza, pressoché unica, dei propri associati maturata nella progettazione e direzione lavori di interventi miglioramento sismico.

È emerso che i fattori primari della vulnerabilità sismica del nostro patrimonio non sono direttamente collegati alla sua anzianità – i fabbricati storici, per lo più, hanno già passato con successo il collaudo dei terremoti – ma all’erroneo utilizzo di un materiale relativamente nuovo quale il cemento armato, alla crescita “selvaggia” del (mal) costruito nel dopo guerra, alle modifiche apportate, spesso con imperizia, alle costruzioni (il caso di San Giuliano ne è un tragico esempio), agli ampliamenti realizzati con e grazie ai condoni, all’inadeguata percezione della pericolosità sismica e alla sua evoluzione nel tempo (si veda l’immagine che indica l’evoluzione della pericolosità sismica di base).evoluzione-probabilita-sismica-in-italia

Per il cemento armato, in particolare, va compreso che il processo di normazione per garantirne la sicurezza e la durabilità del tempo si è compiuto solo molti anni dopo che il suo utilizzo aveva avuto ampia diffusione. Peraltro il calcestruzzo non è un materiale eterno. È necessario osservarlo, controllarlo e immaginare un percorso legislativo che colmi questa lacuna come è stato fatto per le altre componenti edilizie. A questi fattori si aggiungono, solo in ultimo, casi sporadici di costruzioni mal progettate e peggio realizzate.

Ma come procedere per mitigare il rischio sismico?

Condividendo le linee d’indirizzo del Prof. Azzone, coordinatore del gruppo di lavoro Casa Italia istituito dal governo, il primo passo da compiere è la conoscenza del rischio e quindi rivolgerci a chi ci permetta di maturare una coscienza/conoscenza del rischio delle nostre abitazioni.

Ognuno di noi, quando ha un malore si fa visitare da un medico specializzato per quel malore. Così il primo passo nella giusta direzione è scegliere uno specialista dell’individuazione del rischio sismico, non un tecnico generico. Solo dopo, in caso di segnali di attenzione, occorre esaminare il problema con analisi più approfondite, ma ancora utilizzando metodologie di analisi semplificate rispetto a quelle previste nelle attuali norme tecniche. Nel caso i segnali di attenzione vengano confermati, si dovrà procedere a ipotizzare l’intervento (operazione in campo medico).

La metodologia da adottare per una concreta ed efficace mitigazione del rischio sismico dev’essere articolata su tre diversi momenti: Conoscenza, Progetto e Intervento.

L’intervento è quindi il passo finale di un processo di acquisizione della conoscenza e non dev’essere anticipato. Si rischia di disperdere risorse economiche rilevanti e non sembra questo il momento più opportuno per scialacquare denari.

Anche relativamente a questo tema, alle risorse economiche necessarie, in questi mesi sono circolate informazioni “stravaganti” con stime di costo medio oltre i 1.000 euro/mq che portano i costi oltre i 100 miliardi. L’Oice, in collaborazione con esperti del mondo accademico, sta preparando un documento di stima del costo medio di interventi di miglioramento sismico differenziato per le varie tipologie edilizie e per il grado di miglioramento raggiunto. Rimandando ai risultati dello studio per dati più completi, allo stato attuale le nostre analisi indicando in 300-600 euro/mq il costo di interventi di miglioramento sismico.

Sulla base delle esperienze maturate, in molti casi è possibile ottenere miglioramenti importanti con interventi semplici e poco costosi, intervenendo sugli elementi critici.

Per l’Oice è opportuno proseguire e finalizzare il processo di mitigazione del rischio sismico intrapreso a seguito del terremoto di San Giuliano (31 ottobre 2002), introducendo metodologie semplificate per una prima “certificazione sismica” obbligatoria per tutti gli altri fabbricati e chiarendo l’obbligo degli interventi di miglioramento sismico per opere strategiche e rilevanti.

Partecipano al gruppo di lavoro “Oice Sismica” le seguenti società: A.T. Advanced Technologies, B5, Cittá Futura, D’appollonia, Ingegneri Riuniti, Politecnica, Main, Pras, So.Tec., Structura Ingegneria, Studio Ing. Catasti & Partner, Studio Kr, Studio Speri, Tecnolav.

Ing. Giorgio Lupoi, vicepresidente Oice con delega per gli sviluppi legislativi e coordinatore del Gruppo di Lavoro Sicurezza Sismica

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