L’invito rivolto da Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni a Cesare Damiano (presidente della Commissione lavoro della Camera) in occasione dell’audizione a Montecitorio sulle libere professioni e sul ddl lavoro autonomo è stato quello di «approvare entro il termine della legislatura una legge che per la prima volta si rivolge al mondo del lavoro autonomo anche perché ci sono 4 milioni di liberi professionisti e lavoratori autonomi che guardano a questa legge con grandi aspettative».
Consenso
Se il giudizio dei liberi professionisti sul jobs act sugli autonomi, dopo gli interventi migliorativi introdotti al Senato, è positivo poiché ha accolto le istanze da tempo rappresentate da Confprofessioni e delle associazioni dei lavoratori autonomi (basti pensare alle tutele introdotte a favore del popolo delle partite Iva o della deducibilità integrale dei costi di formazione aggiornamento per i liberi professionisti), permangono ancora alcuni dubbi e qualche lacuna che rischiano di frenare ancora il rilancio del lavoro professionale.
Gaetano Stella | Presidente Confprofessioni.
Miglioramenti possibili
L’audizione di Confprofessioni ieri in Commissione lavoro della Camera punta a rafforzare ulteriormente il provvedimento, segnalando alcuni interventi tesi a una miglior regolazione del lavoro autonomo. Per questo l’audizione in Commissione lavoro ha voluto rafforzare ancora più il provvedimento facendo presente alcuni interventi che possono migliorare la regolazione del lavoro autonomo. In particolare la sussidiarietà e lo snellimento burocratico, le agevolazioni fiscali per l’assistenza sanitaria integrativa dei lavoratori autonomi, le norme sulla salute e sicurezza su misura degli studi professionali, l’ampliamento dei contratti di rete e lavoro agile.
Welfare contrattuale inclusivo
Sul fronte fiscale è stata ribadita l’opportunità di «utilizzare la leva dell’agevolazione fiscale per contribuire allo sviluppo di forme di assistenza sanitaria integrativa mutualistica sviluppate soprattutto all’interno della bilateralità contrattuale».
È la logica del welfare contrattuale inclusivo che si propone di allargare ai lavoratori autonomi forme assistenziali attraverso l’adesione alla bilateralità del settore professionale.
Sportelli per il lavoro autonomo
Nell’ambito della riforma dei servizi per l’impiego, l’introduzione di sportelli dedicati al lavoro autonomo nei centri per l’impiego può diventare una opportunità, se però verrà valorizzato il ruolo dei soggetti privati, in particolare delle parti sociali. Altro punto fondamentale del ddl sul lavoro autonomo riguarda la revisione delle norme in materia di salute e sicurezza negli studi professionali.
Equiparazioni
Il Jobs act sugli autonomi ha riconosciuto l’equiparazione tra liberi professionisti e imprenditori, ai fini dell’accesso ai bandi europei e la possibilità per i liberi professionisti di aderire a contratti di rete. Su questo fronte un ulteriore miglioramento, segnalato da Stella, punta ad allargare il contratto di rete non solo ai bandi e gare d’appalto, ma anche ad altre attività economiche diverse. In questo ambito, è auspicabile inserire nel provvedimento la revisione delle norme sulle società tra professionisti, introducendo meccanismi che impediscano ai soci di capitale di influire indebitamente sui principi del lavoro professionale e chiarendo il regime fiscale e contributivo degli utili.
Maurizio Savoncelli | Rete Professioni Tecniche
In rappresentanza dei professionisti tecnici, Maurizio Savoncelli, presidente del Consiglio Nazionale Geometri ha ricordato al presidente Cesare Damiano che «… il testo del Jobs Act approvato al Senato è un’ottima base di partenza sulla quale però si deve intervenire con elementi migliorativi. Importantissima l’apertura registrata in commissione sull’introduzione di parametri di riferimento per i compensi dei professionisti rapportati a standard di qualità delle prestazioni professionali. Strumenti di garanzia per il professionista ma anche e soprattutto per il committente privato…».
Marina Calderone | Comitato Unitario Professioni
Marina Calderone a nome del Comitato Unitario delle Professioni ha evidenziato l’opportunità di ricorrere ai parametri vigenti, quindi norme statali fissate dal Ministro vigilante della giustizia in un più ampio discorso sull’equo compenso suggerendo un suo inserimento nel dl e stabilendo nello stesso tempo la nullità delle clausole contrattuali difformi.