Voce ai protagonisti

DVA – DVision Architecture: la progettazione che cresce

DVA - DVision Architecture, ha sede a Brescia ed è posizionata al 22° posto nella classifica delle migliori società italiane di architettura, grazie a una crescita del 29 per cento rispetto ai dati 2020 che la collocavano sul gradino 28 della griglia. Per offrire una proposta in grado di abbracciare le esigenze dei committenti nella progettazione, lo studio ha costituito una holding, DVArea, composta da tre società satelliti: DVA, DVS e DVMep che implementano e sviluppano le componenti delle costruzioni, oltre all’erogazione di servizi di consulenza e formazione con altre due società collegate: BimFactory e ODUELab.

«Siamo davvero orgogliosi di vedere il nostro nome alla decima posizione della classifica curata da Aldo Norsa e Stefano Vecchiarino i ‘Campioni della Crescita’ per il settore progettazione: le 50 migliori società di architettura e design che nel quinquennio 2017/2021 si sono distinte per il tasso di crescita più elevato», così ha commentato la società di progettazione DVA – DVision Architecture.

Nel dicembre scorso Imprese Edili ha pubblicato un servizio sulle Top 200 società di architettura (e design) con la classifica aggiornata delle top 200 società di architettura (e design) e la cifra d’affari totale, cresciuta nel 2021 del 25,5 percento rispetto al precedente esercizio, superando i 619 milioni, con una quota di fatturato all’estero limitata al 18,6 percento.

All’articolo era allegata la classifica, che rimane aggiornata in tempo reale e consultabile sino alla pubblicazione della nuova edizione, visitando il  sito www.guamari.it Nelle prime posizioni si trova la società Società DVA – DVision Architecture che ha sede a Brescia, nella Torre Fuksas, posizionata al 22° posto nella classifica delle migliori società italiane di architettura, grazie a una crescita del 29 per cento rispetto ai dati 2020 che la collocavano sul gradino 28 della griglia.

La cifra d’affari ‘21 è stata pari a sei milioni e 251mila euro, mentre l’anno prima si era fermata a quattro milioni e 93mila euro. Risultati che hanno consentito la crescita nella classifica del “Report 2022 on the italian construction, architecture and engineering industry”.

Posizione destinata a migliorare considerando che lo studio di progettazione in esame, anche grazie al linguaggio della transizione digitale ed ecologica, ha superato nel 2022 gli otto milioni di fatturato, incrementando del trenta per cento il giro d’affari dell’esercizio precedente, confermandosi in crescita tra le migliori società italiane impegnate nel settore della progettazione.

Armando Casella | Ceo DVA e co-founder del Gruppo DVArea
Armando Casella | Ceo DVA e co-founder del Gruppo DVArea

«Al centro una visione innovativa per il futuro dell’ambiente costruito. Il nostro approccio è sempre quello di considerare le aree dove interveniamo come tessere di un mosaico di valenza socio-antropica e naturale. Senza che il tessuto urbanizzato prevalga sul sistema naturalistico. Dalla digitalizzazione del progetto alla realizzazione di prototipi costruttivi: l’attività di DVA spazia dal concept all’organizzazione logistica del cantiere, con un approccio rispettoso declinato secondo il connubio di tecnologia e sostenibilità», ha commentato Armando Casella, Ceo di DVA e co-founder del Gruppo DVArea, dopo la pubblicazione della classifica.

Risultati ottenuti dopo sole setti anni di attività all’insegna di una precisa mission: consolidare un ambito di mercato non presidiato né dall’ingegneria tradizionale né dagli atelier di architettura, a servizio del progetto, per garantirne la qualità e la sostenibilità, in tutte le fasi del processo.

Ridurre l’impronta ambientale e consegnare al futuro un mondo migliore rispetto a quello che ha ereditato. Dalle piccole abitudini quotidiane alle grandi scelte strategiche, è necessario accrescere l’impegno, per dare risposte concrete al tema dei grandi cambiamenti climatici, dei fattori inquinanti e delle risorse primarie.

Per questo, dalla necessità di DVA di promuovere il progetto in maniera sempre più multidisciplinare e integrata, nel 2022 è nata DVArea, prima società italiana di servizi per la progettazione a costituirsi come “benefit” con un modello sostenibile che sposa i temi dell’ambiente, porta le proprie competenze multidisciplinari nell’ambito del settore delle costruzioni, ampliando l’offerta anche ad altre discipline, oltre l’architettura.

Incontriamo nella sede societaria gli architetti Casella, Alessandra Romanelli, dallo scorso anno Associate e Chief Operating Officer at DVision Architecture, a part of DVArea e Pietro Bianchi, presidente di DVArea, co-fondatore di DVA, nonché vicepresidente dell’Ordine degli Architetti di Brescia.

Alessandra Romanelli | Associate e Chief Operating Officer at DVision Architecture
Alessandra Romanelli | Associate e Chief Operating Officer at DVision Architecture

La crescita della struttura si è registrata anche sul versante del personale che ha raggiunto le cento unità. Per Romanelli ci sono aspetti centrali che guidano l’intera attività della società: «La qualità del prodotto e il rispetto nei confronti del cliente e del benessere nostro e soprattutto di chi lavora con noi, mai dimenticando che il prodotto al quale lavoriamo si lega alla felicità delle persone, dei committenti. Non casualmente la holding del Gruppo ha scelto la strada Benefit, costituendosi in B Corp, con una certificazione prevista tra due/tre anni, da non considerarsi Green washing né tantomeno Bim washing, come s’inizia a dire nel settore».

Interessante la scelta di strutturare il Gruppo attraverso la traccia portante della holding, quindi la costituzione di satelliti, quali ad esempio ingegneria strutturale e impiantistica. Casella spiega come: «La holding non vende servizi all’esterno, ma fa cultura e promozione, una strada complicata ma vantaggiosa nel mercato italiano che non è abituato a un fornitore unico, per cui serve una specializzazione verticale. Così, quando serve ed è opportuno ci si presenta come Gruppo».

Da settembre del 2022 DVA ha acquisito una partecipazione in Strobilo, dando contestualmente vita a ODUELab, architettura e benessere. Le due realtà bresciane hanno scelto di mettere in comune le proprie competenze per progettare spazi più attenti al benessere della persona.

Dalla sinergia tra architettura, ingegneria e neuro-scienze è nata ODUElab. Da un lato DVArea, prima società italiana di servizi per la progettazione a costituirsi come “benefit” con un modello sostenibile che sposa i temi dell’ambiente, porta le proprie competenze multidisciplinari nell’ambito del settore costruzioni.

Dall’altro Strobilo, un’azienda all’avanguardia nell’utilizzo delle più avanzate tecniche delle neuroscienze in combinazione con l’Intelligenza Artificiale, studia la relazione tra gli esseri umani e il pianeta terra. Innovativo approccio che valorizza l’esperienza di Strobilo nella filiera delle costruzioni, rendendo misurabili parametri qualitativi e di benessere. Risultati ottenuti anche grazie all’impiego di data driven, elemento insito nel Dna del Gruppo, abituato a lavorare su dati.

Altre operazioni societarie sono previste a breve, sempre nella direzione di valorizzare la ricerca e l’applicazione dei risultati della stessa anche in sinergia con il mondo accademico. L’architetto Casella evidenzia che: «Da parte di quest’ultimo ci sia interesse a lavorare con noi; inoltre, un nostro socio fondatore, Alessandro Vitale, ha una cattedra a contratto con l’Università di Brescia».

Scopriamo che in questa fase la società riceve tutti i giorni chiamate riguardanti studi e interventi legati al Pnrr. Ma non avete mai considerato, chiediamo, di spostare la vostra base operativa a Milano? Ci abbiamo pensato, rispondono i vertici della società, ma sempre è stata confermata la scelta forte di rimanere a Brescia, di non spostarci e di resistere al forte richiamo della metropoli milanese. Non intendono impoverire il territorio né indurre al trasferimento un centinaio di persone.

«La scelta – ci dice l’architetto Romanelli – è anche quella di non essere risucchiati dal concetto studio-fabbrica-numeri. Ci crediamo e registriamo dei risultati soddisfacenti, è il caso dei sei professionisti che in quest’ultimo periodo hanno deciso di sposare la nostra filosofia, lasciando Milano per venire a lavorare da noi a Brescia».

Credere e consolidare le radici a Brescia non vuol dire rinunciare a un orizzonte più ampio, spiega Casella, che parla dell’obiettivo di aprire un’antenna su Roma, in prospettiva del Giubileo, quindi della possibile organizzazione di Expo 2030.

Per il 2025, quando la società festeggerà il primo decennio dalla fondazione, è prevista anche un’espansione all’estero, obiettivi principali Usa e Canada, evitando paesi emergenti dove la qualità non è apprezzata sino in fondo e non considerata valore aggiunto e conta più il prezzo.

La società coniuga capacità e volontà di operare sia su un piano sartoriale con progetti di micro-architettura, sia su progetti ben più vasti. L’architetto Bianchi interviene sul concetto di  territorialità, segnalando come «La scelta di rimanere qui abbia ricevuto ottime risposte dal territorio». Sul tema gli fa eco Alessandra Romanelli: «E noi, quest’anno, che vede Brescia e Bergamo Capitale nazionale indivisa della Cultura, come società Benefit intendiamo restituire al territorio qualcosa, facendo Cultura, partendo da un progetto pilota presentato nell’ottobre 2022 a Futura, innovativa rassegna bresciana sulla sostenibilità. Ipotizziamo una serie di eventi per parlare di temi che ci sono cari, per addetti ai lavori ma non solo, per varie fasce d’età, anche con talk di taglio artistico».

A questo punto risaliamo alle radici dell’iniziativa societaria e cerchiamo di capire il più possibile della dinamica realtà di progettazione.

DVision Architecture, conosciuta con l’acronimo DVA, è una società di progettazione, architettura e ingegneria, bresciana, fondata nel 2015 dai soci Armando Casella, Pietro Bianchi, Andrea Solazzi, Renato Simoni, Marco Merigo e Alessandro Vitale.

Lo studio ha fatto del Bim il proprio core business, specializzandosi nel settore sino a diventare una realtà di punta nel panorama del costruito locale e nazionale. La realtà a Brescia è stata la prima a scommettere sulla trasformazione digitale del processo costruttivo, nella convinzione che coniugare la progettazione con lo sviluppo di procedure Bim apporti vantaggi alle imprese e ai committenti.

Per offrire una proposta in grado di abbracciare le esigenze dei committenti nella progettazione, lo studio ha costituito una holding, DVArea, composta da tre società satelliti: DVA, DVS e DVMep che implementano e sviluppano le componenti delle costruzioni, oltre all’erogazione di servizi di consulenza e formazione con altre due società collegate: BimFactory e ODUELab.

Pietro Bianchi | Presidente DVArea, co-fondatore di DVA e vicepresidente dell’Ordine degli Architetti di Brescia
Pietro Bianchi | Presidente DVArea, co-fondatore di DVA e vicepresidente dell’Ordine degli Architetti di Brescia

Spiega l’architetto Pietro Bianchi: «I vantaggi sono molteplici a partire dalla prime fasi della progettazione sino alla previsione degli sviluppi futuri. Tra i benefici c’è la possibilità, verificando e approfondendo gli scenari possibili, di controllare e simulare tempi e costi nella realizzazione dell’edificio. La metodologia consente con maggior facilità di poter fare della value engineering del progetto, qualora richiesta, ottimizzando i sistemi e le metodologie costruttive tenendo conto anche della sicurezza. Poco approfondito e non ancora completamente esplorato nelle sue potenzialità è invece ciò che attiene la fase successiva alla realizzazione di un’immobile, ossia la gestione, manutenzione e il ciclo di vita dell’edificio stesso; aspetto che rappresenta, a mio avviso, la vera innovazione di questa metodologia».

Forte di un team cresciuto rapidamente rispetto alle sedici persone del 2015, la società di progettazione bresciana gestisce in media più di trenta commesse all’anno. Cosa si prospetta per l’immediato futuro?

«Nonostante i numeri positivi del settore delle costruzioni – risponde Bianchi – degli anni 2021 e 2022, dopo la battuta d’arresto dovuta al periodo pandemico, il 2023 si prospetta con molti chiaroscuri. A questo clima di incertezza vogliamo comunque reagire positivamente investendo e continuando ad apportare innovazione nella nostra professione».

Tra gli interventi nazionali e internazionali dello studio attivo negli spazi del Mixed Use Building collegato alla Torre Fuksas, progettati dagli architetti Doriana e Massimiliano Fuksas, si segnala la progettazione del Grand Egyptian Museum Necropoli di Giza, in Egitto, considerato dal team il punto di accesso alla logica Bim, soprattutto per le modalità di interscambio e dialogo tra progettisti, software e modelli, gestiti da team di lavoro di diverse parti del mondo.

Significativi anche i progetti degli interventi all’Università di Genova e al Campus dell’Università Bocconi. L’intervento milanese ha visto DVA proporre una soluzione grazie al supporto degli ambienti 4D, con ottimale verifica delle sequenze costruttive, aiutando l’impresa nella scelta del miglior percorso realizzativo.

L’utilizzo di strumenti digitali innovativi ha consentito di gestire circa trentacinquemila elementi modellati e quattrocento livelli di definizione del modello costruttivo. DVA è stata protagonista della progettazione coordinata per la fase di cantiere per la nuova sede di Mompiano dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, realizzata dall’impresa Deldossi. Anche per la realizzazione del Lefay Resort & Spa Dolomiti a Pinzolo, in Trentino, rilevante è stato l’apporto dello studio bresciano.

Applicazione del Digital Twin

Mentre ci sono realtà, soprattutto pubbliche ma non solo, che ancora non utilizzano la progettazione Bim, in DVA sono già oltre, ad esempio attraverso l’utilizzo del Digital twin. Si tratta di una rappresentazione virtuale aggiornata di un asset fisico in esercizio che può essere un edificio o un manufatto.

Alessandro Vitale | Bim e Innovation manager DVA
Alessandro Vitale | Bim e Innovation manager DVA

«Per essere realizzato – spiega l’architetto Alessandro Vitale Bim e Innovation manager di DVA – è essenziale che l’oggetto esista nel mondo reale. A differenza del modello Bim che comporta una riproduzione statica dell’edificio, con al suo interno la raccolta delle informazioni di quello che sarà il costruito, il Digital twin rappresenta lo stato del suo funzionamento. Attraverso la raccolta dei dati dell’oggetto che avviene grazie all’installazione di una serie di sensori, vengono monitorate le performance dell’edificio, come se questo fosse un elemento vivo. Rappresenta quindi un collegamento tra il mondo virtuale e il mondo reale».

Per la realizzazione di un gemello digitale il primo passo è la creazione di un modello virtuale di dati dell’opera da realizzare. Si passa poi alla riproduzione dell’oggetto e all’aggiornamento del modello in Bim del manufatto. Poi si installano nell’edificio i sensori per raccogliere i dati, creando anche i collegamenti dei flussi delle informazioni che partono dai dispositivi e arrivano al progetto del modello. La fase finale concerne l’analisi e l’interpretazione dei dati raccolti grazie ad appositi algoritmi. Il Digital twin è uno strumento flessibile che può essere creato anche prima della realizzazione dell’edificio, oppure una volta che lo stesso è stato costruito.

Il Digital twin presenta dei vantaggi sia perché permette di prevedere possibili guasti nel tempo, sia perché consente di intervenire nel momento migliore sull’edificio per garantire la massima tenuta di valore nel tempo. Ogni immobile ha un valore intrinseco che negli anni varia, diminuendo in funzione del suo degrado. Gli interventi mirati e programmati di manutenzione e riqualificazione garantiscono anche la tenuta del valore.

DVArea: hub innovativo delle costruzioni che decolla con il design

Per essere sempre più competitivi e positivamente orientati alle esigenze del mercato, l’architetto Pietro Bianchi racconta l’evoluzione organizzativa e societaria: «Oggi ci presentiamo al mercato con DVArea, un Hub innovativo delle costruzioni dove, integrando diverse competenze, cerchiamo di dare forza all’architettura. Design, digital, consulting e investment sono i quattro ambiti di DVArea dove confluiscono DVision Architecture, DVS dedicata alle strutture, DVMEP per gli impianti, Bimfactory per la consulenza sulla digitalizzazione, e ancora il consorzio PDVA per affrontare in maniera strutturata commesse che richiedono una task force dimensionalmente più adeguata».

Esterno della sede DVA a Brescia
Esterno della sede DVA a Brescia

Una novità recente, presentata in occasione di Futura Expo a Brescia, è l’iniziativa ODUElab, nata dalla sinergia tra DVArea e Strobilo – azienda di tecnologia sanitaria e climatica che utilizza avanzate tecniche delle neuroscienze in combinazione con l’intelligenza artificiale per studiare il  rapporto tra gli esseri umani e il pianeta terra – con l’obiettivo di proporre soluzioni innovative e rigenerative a supporto del benessere delle persone e dell’equilibrio con l’ambiente circostante.

La partnership si colloca nel solco dell’anima legata al design e alla progettazione integrata di DVArea, che investe sulla digitalizzazione per dialogare con altre discipline e genera satelliti, per aprirsi a nuovi ambiti del mercato delle costruzioni. Aspetti imprescindibili: valorizzazione del fattore umano, formazione continua e tecnologie innovative per ottenere l’eccellenza.

Adriano Baffelli

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