Gabriele Buia, presidente dell’Ance ha così commentato la vicenda delle quote di mercato riservate in house alle concessionarie autostradali, sulle quali si è aperto un dibattito in sede di esame della legge di Bilancio:
«il nostro intento non è quello di fare sterili polemiche, ma riteniamo necessario offrire il nostro contributo affinché si agisca in fretta a tutela delle imprese e di tutti i lavoratori del settore dell’edilizia. Non ci sono lavoratori di serie A e altri di serie B, a noi stanno a cuore tutti ed è per questo che già da tempo abbiamo dato ampia disponibilità alle società delle concessionarie autostradali per affrontare insieme le problematiche relative alla crisi dello specifico comparto. Per quanto riguarda il problema occupazionale l’Ance aveva preso formalmente impegno presso il tavolo di crisi aperto dal ministro Calenda, prima dell’estate, per favorire l’introduzione di meccanismi di salvaguardia degli attuali assetti occupazionali, senza però alterare le regole del mercato dei lavori pubblici che deve essere improntato alla libera concorrenza.
No quindi a norme di proroga che non fanno che rinviare la soluzione del problema ma piuttosto un invito al legislatore a introdurre una norma di legge specifica che risolva il particolare problema occupazionale».
La risposta di Feneal Filca Fillea
«Il presidente dell’Ance mente sapendo di mentire» è quanto affermano i segretari generali di FenealUil – FilcaCisl – FilleaCgil (Panzarella, Turri, Genovesi) replicando al numero uno dei costruttori italiani, che si è detto stupito per quanto affermato oggi da Matteo Renzi, il quale incontrando una delegazione di lavoratori edili, ha assicurato pieno appoggio di tutto il Pd all’emendamento presentato alla Camera che innalza dal 20 al 40% la quota di lavori in house per le manutenzioni e progettazioni autostradali.
Rispondono così i segretari dei sindacati edili: «in Europa la media dei lavori in house per il settore delle concessionarie autostradali è distribuita proprio nella proporzione 60/40 dunque l’emendamento non porterebbe affatto il nostro paese al di fuori delle regole europee, come afferma il presidente Buia. Le cosiddette clausole sociali, che secondo il presidente Ance tutelerebbero la continuità occupazionale dei 3mila lavoratori impegnati in questo comparto, in realtà non garantiscono né il totale dei livelli occupazionali né la qualità del lavoro e delle opere. Ribadiamo la nostra posizione a difesa dell’occupazione, della corretta applicazione contrattuale, della sicurezza, a tutela degli stessi utenti della rete autostradale italiana».