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Ispirato alle forme create dall’acqua nel suo movimento incessante, il Blue Planet si sviluppa come un gigantesco vortice di superfici metalliche su un promontorio a nord di Kastrup Harbor.
L’edificio sorge in prossimità dell’acqua, stabilendo con essa un’immediata connessione visiva e rendendosi chiaramente visibile ai viaggiatori in arrivo con l’aereo presso il vicino aeroporto di Copenaghen. Le facciate sono rivestite da una pelle in scandole di alluminio che si adatta alle forme sinuose e organiche concepite per l’edificio da 3xn, che ha previsto anche la possibilità di futuri ampliamenti.
I visitatori raggiungono l’entrata seguendo il primo e più lungo «mulinello». Un foyer circolare rappresenta il fulcro dello spazio interno, dove si sceglie se esplorare l’ambiente oceanico, lacustre o fluviale. La creazione di itinerari multipli si deve anche alla volontà di evitare il più possibile la formazione di code. Ciascuna area espositiva ha il proprio tema e un’entrata distinta dal foyer, dove suoni e immagini vengono utilizzati per introdurre il pubblico alle atmosfere dei diversi ambienti. Gli spazi dell’acquario sono completati da un ristorante affacciato sul mare.
L’edificio presentava un elevato livello di complessità, sia sul piano costruttivo e ambientale che su quello della sostenibilità economica dell’operazione, e il team di 3xn si è trovato a svolgere anche una funzione di project manager per un totale di quindici sub-consulenti.
La società di ingegneria Moe & Brødsgaard si è occupata del layout delle aree esterne.
Il Blue Planet si estende oltre la linea di costa originaria e nelle strutture si è dovuto tenere conto della tendenza all’abbassamento del terreno sottostante. Le fondazioni sono su pali e tutti gli impianti di trattamento delle acque sono sospesi nella struttura in cemento. Allo scopo di ottenere acqua utilizzabile nelle vasche è stata costruita una conduttura della lunghezza di 1,6 km nello stretto dell’Øresund.
Le strutture in elevazione in c.a. e acciaio sono state sviluppate con l’aiuto della modellazione 3d. La base da cui si è partiti è costituita appunto dalle forme libere create dall’involucro sinuoso. La ripartizione dei carichi avviene tramite 54 unità strutturali autonome, che attraverso il loro posizionamento radiale e la loro geometria costuiscono la base per le facciate curve.
Le strutture cementizie attorno all’acquario sono esposte a un ambiente salino particolarmente aggressivo, che ha imposto requisiti estremi per quanto riguarda la vita utile e la resistenza alla corrosione. Gli impianti di raffrescamento per gli acquari e quelli di climatizzazione per le aree pubbliche impiegano anch’essi acqua di mare prelevata dall’Øresund. Nell’edificio è previsto il monitoraggio dei vari impianti tramite un sistema Bms (Building Management System).
Il cantiere: The Blue Planet
Collocazione geografica: Copenaghen – Danimarca
Committente: Bygningsfonden Den Blå Planet
Progettazione architettonica e consulenza: 3xn
Progettazione strutturale: Moe & Brødsgaard
Landscape design: HJ Landskab
Costruzione: MT Højgaard, Hoffmann, Kai Andersen, E. Pihl & Søn
Slp: 10mila mq (di cui 5mila ca. di spazi espositivi)
Area esterna: 2mila mq ca.
Il rivestimento metallico. Novelis è uno dei principali produttori a livello mondiale nel campo dell’alluminio arrotolato e il maggior riciclatore di alluminio. La compagnia ha una sede ad Atlanta, Georgia (Stati Uniti), venticinque basi operative distribuite in quattro continenti, e fa parte dell’Aditya Birla Group con sede in India, a Mumbai. L’obiettivo fissato in vista del 2020 è quello di raggiungere una soglia dell’80% di metallo riciclato nei prodotti.
Matteo Ferrario