Milano | Forrest in Town

Abitare in città, vivere in campagna

Un nuovo modo di abitare incentrato sui bisogni essenziali della persona, sull’armoniosa relazione fra pubblico e privato e sul rapporto diretto fra abitanti e natura. Forrest in Town reinterpreta il concetto di borgo residenziale nel cuore della città, recuperando il fascino caratteristico delle case di ringhiera e delle abitazioni a corte con soluzioni costruttive all’avanguardia e attente all’ambiente

Forrest in Town è il nuovo complesso residenziale inaugurato recentemente a Milano, promosso e costruito da Gruppo Building nella zona sud-occidentale della città compresa fra i Navigli. L’intervento di riqualificazione urbana ha recuperato un’area degradata, mediante demolizione e ricostruzione dell’esistente, trasformando radicalmente l’ex Cascina Galbani, in precedenza occupata prevalentemente da attività produttive e commerciali dismesse.

Ciascun edificio è individuato da volumi, proporzioni, finiture e colori che, nel quadro di una tavolozza stilistica e cromatica unitaria, lo distinguono da quelli a fianco (foto di Piero Ottaviano e Davide Pardini)

L’offerta di una soluzione alternativa rispetto al tradizionale condominio a sviluppo verticale è stata il principale obiettivo del progetto. Si tratta infatti di un insediamento a corte, composto prevalentemente da abitazioni indipendenti pluripiano (fino a 3 livelli fuori terra), più un fabbricato di 4 piani ispirato alla tipologia distributiva a ballatoi che costituisce il fronte principale del complesso.

L’intervento di riqualificazione urbana ha recuperato un’area degradata, mediante demolizione e ricostruzione dell’esistente, trasformando radicalmente l’ex Cascina Galbani (foto di Piero Ottaviano e Davide Pardini)

Forrest in Town reinterpreta in chiave contemporanea le originarie modalità insediative della periferia milanese, utilizzando un linguaggio architettonico ispirato alla tradizione. Ciascun edificio è individuato da volumi, proporzioni, finiture e colori che, nel quadro di una tavolozza stilistica e cromatica unitaria, lo distinguono da quelli a fianco. Il risultato sono fronti costruiti continui ma molto articolati, che ricreano la varietà compositiva tipica di un borgo rurale.

Il complesso riprende i tratti caratteristici dell’edilizia tradizionale lombarda, in particolare delle case di ringhiera. Le murature di tamponamento sono costruite con blocchi di calcestruzzo aerato autoclavato, protette dal cappotto termico (foto di Piero Ottaviano e Davide Pardini)

L’immagine della “vecchia Milano” è riproposta anche nei prospetti rivolti verso la corte-giardino, vero e proprio punto focale del complesso dal punto di vista della qualità ambientale. Le aree verdi pubbliche e private e i servizi condominiali (spazi collettivi, area fitness, ecc. più l’innovativo orto aeroponico) sono in grado di soddisfare al meglio tutte le principali esigenze della vita urbana contemporanea.

Verde sopra e sotto

(foto di Piero Ottaviano e Davide Pardini)

Il giardino al centro della corte è stato progettato tenendo conto del clima locale, per favorire la convivenza di diverse specie vegetali, spontanee e ornamentali, creando un ecosistema che imita la struttura e le funzioni delle foreste. La stratificazione delle essenze comprende fra gli altri alberi ad alto e medio fusto, arbusti di diverse dimensioni, erbacee aromatiche, officinali e tintorie, rizomi, tuberi e radici, tappezzanti coprisuolo e piante rampicanti. La vegetazione è intervallata da sentieri e radure che aprono la visuale e ospitano luoghi per la pausa e la socialità, aree attrezzate per il gioco dei piccoli e per l’outdoor fitness, con elementi scultorei che arricchiscono e caratterizzano la composizione. Sono inoltre previsti spazi privati a giardino, affacciati sulla corte interna, e patii ombreggiati più appartati. L’orto aeroponico condominiale è situato al di sotto della corte-giardino. Basato su una tecnologia italiana per la coltura fuori suolo in ambiente controllato, fornisce ogni giorno verdura fresca dalle eccellenti proprietà organolettiche. L’apparato radicale delle piante è irrorato con un ridotto consumo di acqua mescolata a sostanze nutritive, per evitare parassiti e malattie e senza impiegare prodotti chimici dannosi per la salute dell’uomo, delle piante e dell’ambiente.

Spazi, funzioni, benessere

Realizzato in meno di tre anni, Forrest in Town accoglie complessivamente 90 unità abitative di differenti tipologie e superfici, tutte affacciate verso la corte-giardino (4.500 mq). Sotto il profilo urbanistico i lavori hanno mantenuto la Slp esistente, incrementandola con diritti edificatori perequati e operando un parziale cambiamento di destinazione d’uso (residenziale e commerciale).

(foto di Piero Ottaviano e Davide Pardini)

Rivolta a nord, verso il centro della città, la facciata dell’edificio con ballatoi cela al piano terreno la portineria, gli spazi collettivi condominiali e, a lato, l’ingresso carrabile all’autorimessa sotterranea. L’accesso alle unità immobiliari avviene attraverso la corte-giardino pubblica e i giardini privati. Le abitazioni indipendenti dispongono anche di patii che, oltre a fornire uno ambiente esterno ombreggiato, fungono da ulteriori spazi di mediazione verso la strada.

(foto di Piero Ottaviano e Davide Pardini)
Le abitazioni (classe A4) mettono a disposizione ambienti ampi, ben illuminati e accuratamente disegnati e rifiniti, senza compromessi per il comfort, l’efficienza energetica e la salubrità degli edifici contemporanei più evoluti.
Il comfort climatico è affidato all’allacciamento alla rete locale del teleriscaldamento e a pompe di calore, che alimentano pavimenti radianti e fancoils.La salubrità indoor è demandata a impianti Vmc con recupero del calore, mentre la regolazione e la piena efficienza di tutti gli apparati tecnologici è affidata a un sistema di automazione domotica di nuova generazione, che consente di gestire la maggior parte delle funzioni e delle applicazioni relative al benessere, alla sicurezza, al risparmio energetico e alla comunicazione. Bellezza, qualità della vita, sostenibilità e stretto contatto con la natura sono i tratti distintivi dell’intervento, progettato dagli studi di architettura Dfa Partners e bp+p Boffa Petrone & Partners, con il determinante contributo dei paesaggisti di Hortensia.

Sistemi e materiali costruttivi

L’area d’intervento di Forrest in Town è circondata da palificazioni, poste lungo il perimetro e attorno alle strutture ipogee sottostanti la corte centrale. Il sistema portante è composto da platee, setti, telai in travi e pilastri in calcestruzzo armato che si elevano fino alle coperture, queste ultime realizzate con tetti ventilati in legno, per evitare fenomeni di condensa nel periodo invernale e ridurre la trasmissione del calore agli ambienti sottostanti durante il periodo estivo.

(foto di Piero Ottaviano e Davide Pardini)

L’immagine esterna riprende i tratti caratteristici dell’edilizia tradizionale lombarda, in particolare delle case di ringhiera tipiche del quartiere. Le murature di tamponamento sono costruite con blocchi di calcestruzzo aerato autoclavato, protette dal cappotto termico e rivestite con superfici intonacate, ingentilite con zoccolature a bugnato, fasce marcapiano e cornici di diverse colorazioni (rosso scuro, giallo Milano, grigio chiaro e scuro eccetera).

Le aperture in facciata sono delimitate da portoni, serramenti a taglio termico e persiane con finitura a vista in legno di colore verde. I piani di falda sono ammantati da coppi e dispongono di gronde e pluviali in rame. Le superfici più ampie meglio orientate a meridione sono occupate da un campo fotovoltaico.

(foto di Piero Ottaviano e Davide Pardini)

Caratterizzato dalla presenza di travetti in legno a vista che sorreggono i solai in calcestruzzo, il design degli interni è stato personalizzato utilizzando parquet, pavimenti e rivestimenti in gres porcellanato e rasature dai tenui colori chiari. L’insieme restituisce un’immagine al contempo raffinata e domestica, calda e accogliente.

Soluzioni sostenibili

Luca Petrone (foto di Piero Ottaviano e Davide Pardini)

L’architetto Luca Petrone, founder di bp+p – Boffa Petrone & Partners, ha coordinato la progettazione, sviluppata assieme allo studio Dfa Partners di Daniele Fiori.

Quali sono i tratti distintivi del progetto?
L’orto aeroponico condominiale è fra le dotazioni più innovative. Si tratta di un sistema per la coltura fuori suolo di verdura fresca, coltivata senza utilizzare le sostanze tipiche della produzione intensiva, come i pesticidi, e disponibili tutti i giorni anche per chi non abita il complesso. Il ricorso a solai prefabbricati misti cemento/legno, per ricreare all’intradosso il soffitto ligneo tipico dei caseggiati rurali, è un’altra soluzione non comune nell’edilizia contemporanea. I campi fotovoltaici, i tetti in legno ventilati per evitare condense, le tecnologie per il comfort climatico e la gestione domotica , oggi, non possono essere considerate un’innovazione, ma concorrono sicuramente alla sostenibilità complessiva dell’intero intervento, sotto il profilo del risparmio energetico, del contenimento dell’impatto ambientale e della salubrità degli spazi abitati.

Quali imprevisti avete affrontato e come sono stati risolti?
Nella prima fase di demolizione e scavo abbiamo riscontrato le problematiche tipiche di un sito sedimentato negli anni, sul quali si sono avvicendate nel tempo molteplici funzioni. Ne sono un esempio i serbatoi interrati per gli olii minerali esausti e le cisterne di gasolio, al servizio dei fabbricati preesistenti, come anche il ritrovamento di pavimentazioni in vinil amianto, che sono stati rimossi e smaltiti con procedure specifiche.

Una proposta evoluta

Pietro Boffa (foto di Piero Ottaviano e Davide Pardini)

L’architetto Pietro Boffa è il presidente di Building, società promotrice e general contractor di Forrest in Town.

«Ampio circa 4.500 mq, il parco che si estende al centro della corte ha ricreato quel concetto di foresta urbana su cui gioca anche il nome del complesso, che sottolinea la nuova modalità di vita e di abitazione dell’alloggio e del condominio, basata su concetti evoluti.

Gli spazi comuni sono infatti aree verdi che permettono agli abitanti di dedicarsi al riposo, al benessere, ai giochi per i bambini, e di passeggiare in tranquillità per ritrovare la connessione con la natura, immersi in un’atmosfera campestre nel centro della città. L’attenta selezione delle specie vegetali, con le loro colorazioni e profumi che si alternano durante i vari periodi dell’anno, è un ulteriore elemento che crea la sensazione di pausa dalla realtà urbana».

Quali soluzioni si sono rivelate vincenti?
La tipologia del fabbricato, che crea un ambiente rurale all’interno del tessuto cittadino, si discosta decisamente da un condominio tradizionale. La grande area verde interna costituisce una vera e propria barriera percettiva rispetto al caos e al rumore dall’esterno. Ritengo che anche l’orto aeroponico sia un reale valore aggiunto nel luogo in cui si abita. Sono più che convinto che, in prospettiva, anche questo si rivelerà un aspetto vincente.

Quali, invece, le complessità nell’organizzazione dei lavori?
Sicuramente l’organizzazione dei materiali in arrivo nel cantiere e la gestione delle lavorazioni più impattanti dal punto di vista acustico. Per un intervento di tali dimensioni è molto importante evitare un impatto rilevante sia sulla viabilità, sia sulle emissioni, anche per ciò che riguarda i recettori sensibili presenti nei dintorni.

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