Arch. Fabrizio Bianchetti | Progetto di umanizzazione
«Un progetto di umanizzazione, attraverso l’uso attento di materiali, colori, espressioni artistiche, in ospedale nasce dal prendersi cura dell’uomo nella sua interezza, comporta il considerare ogni aspetto del suo benessere, anche quello più sfuggente come il piacere della bellezza. Portare un progetto di umanizzazione in ospedale significa migliorare la qualità di vita, la qualità dei luoghi e quindi il benessere delle persone che vi lavorano o che lì devono curarsi. Per una sanità che vuole vedere il paziente al centro, questo è un passo importante, in una fase di riqualificazione degli ambienti e ricerca del benessere per operatori e pazienti. Progettare interventi mirati alla qualità estetica degli spazi ospedalieri è il primo passo per prendersi cura dei pazienti e delle persone che lavorano in ospedale. Un progetto guidato dalla convinzione che questi interventi procedono nella direzione dell’umanizzazione dei luoghi di cura (a ben vedere un paradosso), ma ritenuta sempre più necessaria. Rinnovare il ruolo dell’ospedale attraverso il Colore, l’Arte, il Design delle finiture e degli arredi creando un ambiente più vivibile e a misura d’uomo, può contribuire a far vivere meglio il tempo della cura, mediante una nuova visione degli spazi, in cui sia costante l’attenzione tra ambiente, benessere dei pazienti e condizioni di lavoro di tutti gli operatori. Nell’affrontare il progetto per la ristrutturazione del Presidio Ospedaliero abbiamo, quindi, sviluppato un preciso progetto di arredi che, unito al coordinamento cromatico, tenderà a sviluppare un ambiente di lavoro e un luogo di cura più a misura d’uomo».
In occasione dell’apertura al pubblico della nuove sale operatorie all’Ospedale Castelli di Verbania ci sembra interessante sottolineare alcune attenzioni rivolte alla qualità dell’architettura interna e all’umanizzazione degli ambienti ospedalieri.
L’intervento ha riguardato le opere di ristrutturazione delle aree degenze al III e IV livello e la completa ristrutturazione della torre operatoria al IV e V livello dell’edificio all’interno del Presidio Ospedaliero di Verbania (Ospedale Castelli).
Percorrendo le sale, l’uso del colore e delle sue armonie, l’integrazione delle soluzioni di arredo e l’atmosfera quasi residenziale sono gli aspetti salienti che più di altri si notano. Il progetto complessivo della ristrutturazione è stato condotto dal raggruppamento composto dal Consorzio Leonardo e dall’arch. Fabrizio Bianchetti, che si è occupato del progetto di coordinamento cromatico. L’arch. Bianchetti è autore di numerosi progetti cromatici ed è membro del comitato scientifico dell’Istituto Italiano del Colore.
Nel progetto di riqualificazione del Presidio Ospedaliero di Verbania gli aspetti normativi ed edilizi sono stati sviluppati integrando la progettazione con studi tesi a migliorare la qualità del progetto e del processo edilizio. Alcuni degli elementi di qualificazione del progetto sono stati:
- il piano di coordinamento cromatico delle finiture interne
- la definizione dei criteri e degli interventi di accessibilità Design for All
- la progettazione e la caratterizzazione degli arredi
- l’umanizzazione degli ambienti interni.
Piano di coordinamento cromatico
Il progetto di un piano di coordinamento cromatico dell’architettura d’interni nasce da necessità di creare un ambiente più gradevole e accogliente per chi lo vive giornalmente per lavoro e per tutti gli utenti che vi soggiornano per cure e terapie. Gli obiettivi proposti si possono brevemente riassumere come segue:
- metodologia replicabile e coordinata degli interventi
- tenere in considerazione il linguaggio formale adottato per le principali combinazioni cromatiche nella situazione esistente, pur proponendone un’interpretazione aggiornata ed estesa a tutte le necessità e funzioni emerse nel coordinare il progetto all’intera scala dell’edificio
- utilizzare il colore per definire un codice di orientamento agli utenti
- attuare attraverso la colorazione i principi di umanizzazione degli ambienti ospedalieri
- inserimento del colore e dell’arte come processo delle terapie ospedaliere per il benessere psico-fisico
- programmare un progressivo adattamento al progetto di tutti gli ambienti del presidio ospedaliero.
Le più aggiornate correnti di pensiero riguardo alla progettazione degli spazi sanitari e ospedalieri evidenziano il crescente interesse verso la necessità di qualificare formalmente gli ambienti sia nell’interesse dei pazienti, per migliorare il benessere psico-fisico, sia verso il personale sanitario, per favorire una migliore motivazione e attività lavorativa, sia per i visitatori, per una buona accoglienza.
Il colore applicato in progetti medico-sanitari rappresenta una particolare complessità per l’ambito specifico in cui si trova applicato. La relazione con il colore in ambiente ospedaliero è legata oltre alla percezione individuale, al rapporto con gli spazi diversamente illuminati, all’introduzione nell’ambiente di attrezzature medicali, specialistiche, di ausili e altri fattori ambientali.
Il progetto generale include lo studio delle luci, dei colori, dei materiali e delle superfici dei diversi ambienti per migliorare l’atmosfera, aumentare la fiducia e la sicurezza; semplificare l’accessibilità alla struttura; offrire uno stimolo visivo riducendo gli sforzi, favorire il recupero del paziente, accrescere il rendimento e la motivazione del personale.
Accessibilità e Design for All
Uno spazio collettivo deve necessariamente essere accessibile alla più vasta categoria di utenti, sia nel rispetto del dm 236/89 sia per un’etica adesione ai principi del Design for All. Il mondo della progettazione si è sempre rivolto a un modello ideale di utente (ipotizzato già negli studi dell’uomo vitruviano di Leonardo e in tempi più recenti dal Modulor di Le Corbusier): un uomo di età media, di buona costituzione fisica che non ammette varianti.
Il mondo reale invece è abitato da bambini, giovani, adulti e anziani, pertanto anche senza tener conto di disabilità gravi l’utente reale non è in grado di usufruire pienamente e in modo autonomo delle strutture e dei prodotti che la società gli offre.
L’uomo di Leonardo non è superato ma dev’essere integrato seguendo l’evoluzione di una società che è più attenta alle esigenze del Design for All e cioè universale (per tutti gli utenti). Il progetto deve quindi rivolgersi verso un’utenza più ampia per soddisfare senza barriere fisiche o psicologiche le diverse esigenze abitative di una società reale.
Oggetti ed edifici creati espressamente per disabilità creano spesso una barriera psicologica che diviene essa stessa un limite da superare. Al contrario oggetti e soluzioni ben integrate all’edificio lo “arricchiscono” e lo rendono meglio fruibile a un’utenza più ampia.
Gli stimoli che derivano da questa visione del progetto possono portare a un nuovo modo di produrre e costruire con contenuti innovativi sostanziali. Nell’affrontare il progetto per la ristrutturazione del Presidio Ospedaliero di Verbania lo studio del colore, delle superfici e degli ausili s’integrano per affrontare e risolvere i temi dell’utenza universale proponendo delle soluzioni in grado di soddisfare senza barriere fisiche o psicologiche le diverse esigenze d’uso di una società reale.
La maniglia Leonardo
L’esempio più diretto della strategia descritta può essere individuato nell’impiego delle maniglie “Leonardo” che prima di servire come ausilio s’impongono per il caratteristico “design”.
Un disegno semplice e “voluminoso ” determina con eleganza le forme della maniglia e consente d’impugnarla a diverse altezze permettendone l’uso da bambini, adulti, anziani e anche dalla sedia a ruote.
Una forma innovativa, caratterizzata da un design molto personale, ne fa anzitutto un oggetto gradevole che si scoprirà solo utilizzandolo (secondo i principi del Design for All) sottende a molteplici funzioni.
La maniglia Leonardo grazie alla sua forma può essere impugnata sia ad altezza 105 cm che 90 cm rendendosi accessibile sia alle persone normodotate, che ai bambini, agli anziani, alle persone su sedia a ruote e può consentire l’apertura delle porte, essendo azionabile a leva con il ginocchio anche con le mani occupate.
Infine la sua forma a doppia impugnatura consente un design molto originale così da non essere percepita come un ausilio, a tutto vantaggio dell’assenza di barriere sia fisiche sia psicologiche.
CHI HA FATTO COSA
- Opera Ristrutturazione Torre Operatoria IV e V livello e area degenze III e IV Livello Presidio Ospedaliero di Verbania (Ospedale Castelli)
- Progetto, progetto cromatico e di umanizzazione Architetto Fabrizio Bianchetti
- Impresa esecutrice Notarimpresa spa, Novara
MATERIALI IMPIEGATI
- Pareti prefabbricate sale operatorie sistema lindo con superficie di finitura in Corian, prodotto da SHD srl, Fontaneto d’Agogna, Novara. Il sistema è comprensivo di portte automatiche e lavabi chirurgici.
- Pavimenti blocco operatorio pavimentazioni in resina Master Builders Solutions di Basf
- Pavimenti area degenze pavimentazioni in linoleum di Target
- Rivestimenti e zoccolature teli in pvc Protekwall di Target
- Rivestimento pareti camere degenze teli vinilici di Vescom
- Maniglie porte serie Leonardo di Ghidini Group su design di Fabrizio Bianchetti
- Controsoffitti Eurocustic modello Tonga