Spagna | Efficienza energetica

Illuminazione filtrata per il controllo della temperatura

I risvolti simbolici del nuovo edificio hanno suggerito la scelta di un’architettura stereotomica, in grado di evocare con il suo involucro cementizio perforato e aperto verso l’alto in direzione del sole l’immagine ancestrale della caverna e il rapporto col divino.

A El Burgo de Ebro, presso Saragozza, all’interno della pineta che sorge alla periferia della cittadina, lo studio di architettura di Juan Carlos Salas ha realizzato un nuovo «tanatorio», termine che in lingua spagnola sta a indicare una tipologia di edificio destinato alla veglia dei defunti, diffuso soprattutto in Spagna (nei vari Paesi sudamericani vengono usate altre denominazioni), in cui sono offerti vari servizi legati alla commemorazione. I risvolti simbolici del nuovo edificio hanno suggerito la scelta di un’architettura stereotomica, in grado di evocare con il suo involucro cementizio perforato e aperto verso l’alto in direzione del sole l’immagine ancestrale della caverna e il rapporto col divino.

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L’edificio, collocato al confine meridionale con la città e immerso nel paesaggio della pineta con la duplice funzione di rappresentare un nuovo limite urbano e al contempo ricercare una sua monumentalità, ha una pianta rettangolare e una copertura piana su cui sono collocate le unità di trattamento aria per la climatizzazione, ma in corrispondenza del salone principale presenta un elemento obliquo, che si sviluppa in una sorta di grande camino luminoso, con un’apertura vetrata sulla sommità.
L’ingresso del pubblico è sul lato ovest, al termine del percorso pedonale proveniente dall’area urbana. Da qui il visitatore accede in una sorta di grande hall con orientamento sud, da cui si articolano gli spazi connettivi diretti alle varie sale commemorative e ai servizi.

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I due materiali principali utilizzati nell’intervento, che ha visto la collaborazione dell’ingegnere Josè Miguel Escosa per le strutture e quella del contractor Solceq per la costruzione, sono il calcestruzzo e l’acciaio corten. Il primo è stato utilizzato sia per le strutture che per la facciata, in cui l’unica finitura è rappresentata dalla colorazione bianca del cemento con vari trattamenti superficiali. L’acciaio corten, galvanizzato e preverniciato, è stato utilizzato per il grande elemento scorrevole a controllo automatico in corrispondenza dell’accesso pubblico, che in posizione aperta lascia completamente libera la vetrata principale, mettendo in comunicazione visiva il salone con l’esterno, e una volta chiusa svolge la funzione di una sorta di inferriata.

01a-4a - foto Javier Pardos
(Foto Javier Pardos)

Sempre in acciaio corten sono stati realizzati i sistemi schermanti, composti da una serie di lamelle concepite in modo diverso a seconda della collocazione: mentre, infatti, quelle verticali in corrispondenza della vetrata di fondo del salone hanno una forma più regolare, quelle sulla sommità del camino di luce hanno uno sviluppo incurvato. Questa scelta è finalizzata sia a creare un effetto di proiezione ciclica delle ombre sulle pareti e il pavimento della hall, sia a ottenere, insieme all’esposizione solare, una maggior efficienza energetica del nuovo edificio, aumentando l’ombreggiamento in estate e permettendo al sole di entrare più facilmente durante la stagione invernale.

IL CANTIERE
Collocazione geografica: El Burgo de Ebro, Saragozza
Progettazione architettonica: Juan Carlos Salas
Designer: David Leciñena
Consulenza ingegneristica: Javier Muñoz, Sergio Calle
Progettazione strutturale: Jose Miguel Escosa
Project manager: Ignacio Villalba
General contractor: Solceq
Area: 196 mq
Importo complessivo lavori: 230.838,02 euro

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