L'Intervista | Ing. Massimo Deldossi, presidente di Ance Brescia e vicepresidente Ance

Le prossime sfide dell’edilizia: sostenibilità e nuove generazioni di lavoratori

Per l'ing. Deldossi «le prossime sfide dell'edilizia si muovono su due fronti: sostenibilità e nuove generazioni. La sostenibilità è un requisito imprescindibile per lo sviluppo della società contemporanea». Per quanto concerne i giovani «il comparto è per loro un oceano di opportunità, che attende solo di essere esplorato. Le imprese sono affamate e alla continua ricerca di ragazzi preparati, che purtroppo non si trovano».
Ing. Massimo Deldossi | Presidente Ance Brescia e vicepresidente Ance con delega a Tecnologia e Innovazione.

Ing. Deldossi, come vicepresidente con delega a Tecnologia e Innovazione di Ance nazionale su quali temi è principalmente impegnato?

In generale sono impegnato in tutte le attività che contribuiscono a favorire concretamente la trasformazione del settore. Negli ultimi quindici anni il costruito ha recepito il cambiamento introducendo la digitalizzazione all’interno dei processi.

Per vincere la sfida, però, dobbiamo ampliare la nostra visione e ragionare come filiera, in modo trasversale estendendo lo sviluppo ad ogni singolo ambito. A questo puntano gli sforzi del mio impegno al vertice di Ance nazionale.

Un esempio sono i numerosi software sviluppati dal sistema e messi a disposizione delle imprese edili, come Check, un progetto inizialmente nato a Brescia e oggi adottato e promosso in ambito nazionale.

Non è semplice riuscire a riunire le necessità di territori molto diversi fra loro, ognuno con specifiche peculiarità, ma dobbiamo fare in modo che la digitalizzazione si espanda in modo omogeneo diventando uno strumento a disposizione di ogni impresa e realtà in Italia, se vogliamo che il settore delle costruzioni si evolva e cresca diventando competitivo anche a livello internazionale.

Una delle partite più difficili riguarda il blocco della cessione dei crediti fiscali derivanti dai bonus edilizi. Cosa può dirci in proposito?

Abbiamo lavorato molto, anche insieme anche alle sigle sindacali dei lavoratori, per fare da tramite fra i bisogni del mercato e gli interventi dello Stato, affinché non si freni la ripresa economica spinta soprattutto dall’edilizia.

Il gruppo di lavoro di Ance si mosso con determinazione sulla questione sblocco della cessione dei crediti, facendo pressione per l’ampliamento della platea abilitata all’acquisizione dei crediti derivati dai bonus fiscali. Di certo c’è amarezza per la mancata soluzione del grave problema nella legge di Bilancio.

Sebbene siamo coscienti che la manovra varata abbia dovuto fare i conti con risorse contingentate, resta il rammarico nel constatare che nulla è stato fatto per risolvere la drammatica crisi di liquidità del settore causata della cessione dei crediti da bonus e delle mancate compensazioni per i rincari dei materiali.

Le imprese sono allo stremo e dobbiamo subito intervenire per frenare l’emorragia di liquidità che rischia di farne fallire migliaia mettendo a repentaglio i lavori in corso, sia pubblici che privati.

Occorre prevedere subito una misura straordinaria che sia in grado di ridare fiato alle imprese e restituire la liquidità necessaria per continuare a portare avanti i lavori come una moratoria sul credito. Una misura che ha funzionato molto bene già in precedenza e che ha permesso di salvare centinaia di migliaia di imprese che altrimenti avrebbero chiuso.

L’edilizia ha dimostrato, in particolare subito dopo il blocco dovuto alla pandemia, di essere trainante per il Pil e l’occupazione. Quali sono le sfide prossime che attendono il settore?

Le prossime sfide si muovono su due fronti: sostenibilità e nuove generazioni. La sostenibilità è un requisito imprescindibile per lo sviluppo della società contemporanea. Ogni nostra azione implica una conseguenza diretta nei confronti dell’ambiente circostante, inclusa la realizzazione delle infrastrutture.

Il settore delle costruzioni ha un peso elevato per lo sviluppo sostenibile della società e per tale motivazione deve essere in grado di integrarlo nei processi dell’intera filiera. Come Ance stiamo sostenendo le imprese nella ricezione dei criteri Esg, declinandoli in un modo che siano di aiuto e utili alla crescita sostenibile delle realtà.

Nelle mission del nostro settore giocano un ruolo rilevante le nuove generazioni. Sono i giovani i detentori delle conoscenze, pronti a iniettare nuova linfa all’interno delle imprese e del mondo associativo. Il comparto è per loro un oceano di opportunità, che attende solo di essere esplorato. Questo messaggio sta iniziando a essere recepito e infatti sono in aumento le nuove imprese gestite da giovani. Ma non basta. Le imprese sono affamate e alla continua ricerca di ragazzi preparati, che purtroppo non si trovano.

Ance Brescia è stata protagonista negli ultimi mesi di una serie di sinergie rilevanti, siglate con attori locali, ad esempio con la locale associazione dei Comuni, Acb, con cui avete firmato il protocollo di intesa per il monitoraggio dei prezzi. Sono esempi replicabili e livello nazionale?

Il lavoro di squadra è più efficace del singolo sforzo e le sinergie sono la chiave del successo per raggiungere gli obiettivi prefissati. Come Associazione col tempo abbiamo realizzato e continuiamo a sviluppare una rete di collaborazioni nel territorio fra diverse realtà, lavorando insieme per la risoluzione di problemi comuni, come nel caso del tavolo di monitoraggio dei prezzi, portato avanti anche con Acque bresciane.

Impossibile inoltre non citare l’esempio di sinergia per noi più emblematico: Campus Edilizia Brescia. Un progetto che sta contribuendo positivamente al rilancio del nostro territorio e che continua a crescere giorno dopo giorno, grazie all’impegno e alla collaborazione degli stakeholder di rilievo che hanno scelto di partecipare.

Insieme abbiamo vinto battaglie importanti e stiamo sviluppando progetti ambiziosi che serviranno come stimolo di miglioramento per l’intera provincia. Ogni territorio ha una sua specificità e non mancano in alcune aree le difficoltà a fare sistema, ma l’esperienza bresciana dimostra che bla strada è percorribile.

Ci vogliono impegno, determinazione e capacità di guardare oltre il proprio steccato ma si può fare in tutta Italia. Per questo siamo disponibili a far conoscere la nostra esperienza, se questa può risultare utile in altre città e province.

Non appena varato il Superbonus, per offrire un supporto a committenti e imprese, come Ance Brescia avete realizzato la piattaforma My Bonus Now, che ha coinvolto anche le associazioni Ance di Cremona e Pavia. Come funziona e quali risultati ha dato?

Abbiamo ottenuto un duplice scopo: creare un data-base, che ogni giorno si allarga con nuovi iscritti e allo stesso tempo sviluppare un dialogo concreto tra diversi operatori. Si sono costituite delle piccole filiere tra alcune aziende e delle realtà specializzate che hanno cominciato a produrre i progetti per i committenti che si sono rivolti alla nostra piattaforma.

E già questi risultati ci convincono sull’opportunità di mantenere viva la piazza anche alla scadenza del Bonus 110%, rendendola permanente: un data-base che potrà essere a disposizione dei cittadini per ogni intervento anche futuro e che sarà in grado di offrire servizi vari alle imprese e ai professionisti del settore.

Presidente Deldossi, perché è fondamentale riqualificare gli edifici, rendendoli sostenibili e come si deve agire?

Il riscaldamento globale è un’evidente minaccia per il genere umano. Cosa possiamo fare, noi costruttori, di concreto per contribuire a circoscrivere il fenomeno? Siamo coscienti della portata della questione e in grado di offrire tecniche realizzative e materiali in grado di mitigare e quasi annullare gli effetti inquinanti dovuti a edifici colabrodo in termini energetici.

Dobbiamo fare sistema, pubblico e privato, per informare, sollecitare, favorire interventi riqualificanti. Brescia può assumere un ruolo leader, diventando un riconosciuto laboratorio sociale ed economico. Dobbiamo agire e in fretta, ricordando che a livello europeo il 40% dei consumi di energia riguardano gli edifici.

Anche per questo riteniamo doveroso da parte nostra proporre momenti informativi ai cittadini bresciani, per permettere loro di confrontarsi con i benefici della riqualificazione energetica, che ha ricadute positive sull’ambiente e sulla qualità della vita.

Sono e siamo convinti, nell’ambito del sistema Ance Brescia, che non sia più possibile tergiversare e che la questione ambientale si debba affrontare partendo dalle abitazioni, discutendo la riqualificazione energetica degli edifici e proponendo soluzioni pratiche e innovative. Dobbiamo farlo, per garantire ai nostri figli e nipoti aria e qualità della vita migliori.

Possiamo dire che il tema è collegato anche al consumo del suolo, da intendersi come un bene comune. Cosa ci dice in proposito?

Ci troviamo in un periodo favorevole per discutere di sostenibilità. La sensibilità della popolazione in merito a certe tematiche è sicuramente aumentata. Abbiamo tutti compreso l’importanza di tutelare l’ambiente che ci circonda e siamo anche pronti a compire “sacrifici”, magari privandoci di qualcosa, se questo porta a un miglioramento per il territorio e per la comunità.

L’argomento del consumo di suolo assume sempre più importanza. Soprattutto in Lombardia e nella nostra provincia, il tema merita particolare attenzione. Come si evince dai dati nazionali rilevati dal report di Ispra la Lombardia detiene il primato per il consumo di suolo e Brescia ha raggiunto quasi i 50mila ettari di suolo consumato, come Milano che si estende in un’area che è il doppio della nostra provincia.

Il consumo di suolo è diventato un considerevole ed evidente problema ed è necessario trovare una soluzione, ma credo ci si stia muovendo verso la giusta direzione sia a livello nazionale sia a livello locale.

Dal suo osservatorio, quale aiuto garantisce il Pnrr al nostro paese?

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede l’erogazione di 191,5 miliardi di euro (68,9 miliardi di sovvenzioni e 122,6 miliardi di prestiti). Con l’approvazione definitiva l’Italia ha ricevuto dallo scorso anno gli anticipi, pari ad alcune decine di miliardi di euro, necessari per sostenere una transizione verde e digitale che consenta al nostro paese di alleviare gli effetti post pandemici sull’economica, migliorando qualità, efficienza e sostenibilità di strutture e infrastrutture, creando posti di lavoro.

Solo con azioni concrete, portando avanti un serrato programma di riforme, sarà possibile accedere alle successive erogazioni europee e accrescere le positive ricadute derivanti dal Pnrr. Nel 2026, l’anno di conclusione del Piano, il prodotto interno lordo sarà di 3,6 punti percentuali più alto rispetto all’andamento tendenziale.

L’occupazione sarà più alta di 3,2 punti percentuali. Gli investimenti previsti nel Piano porteranno, inoltre, miglioramenti marcati negli indicatori che misurano i divari regionali, l’occupazione femminile e l’occupazione giovanile. 

E nello specifico della sostenibilità?

Per la transizione verde il Pnrr contiene un’ampia serie di investimenti. Sono previste ristrutturazioni di edifici per il miglioramento dell’efficienza energetica grazie sia a incentivi fiscali sia a investimenti diretti.

Il Piano include misure volte a ridurre le emissioni di gas a effetto serra prodotte dai trasporti, con investimenti nella mobilità urbana sostenibile e nelle infrastrutture ferroviarie per sostenere l’abbandono di modalità di trasporto a maggiore intensità di carbonio.

Il Piano sostiene anche misure per l’adattamento ai cambiamenti climatici, di resilienza sismica e di qualità delle infrastrutture e affronta le attuali sfide relative alla gestione delle risorse idriche e delle acque reflue. Prevede, infine, l’adozione di una nuova strategia per promuovere l’economia circolare e mira anche ad aumentare la concorrenza a promuovere l’uso di fonti energetiche rinnovabili.

Oltre 32 miliardi di euro sono destinati alla mobilità sostenibile, 12,1 miliardi andranno per l’efficienza energetica negli edifici, che prevede ristrutturazioni su larga scala di edifici residenziali e 11,2 miliardi di euro serviranno a promuovere l’uso di energie rinnovabili, compreso l’idrogeno verde, e l’economia circolare nonché aumentare il riciclaggio, ridurre i rifiuti in discarica e migliorare la gestione delle acque.

Quanto invece alla transizione digitale, quali sono le ricadute previste?

Anche su tale versante il contributo del Piano italiano risulta essere particolarmente prezioso. I 13,4 miliardi di euro destinati alla digitalizzazione delle imprese e i sei miliardi di euro previsti per la digitalizzazione della pubblica amministrazione favoriranno un’evoluzione ormai improrogabile, che guarda al futuro del paese e della competitività delle nostre aziende.

Una spinta in più verso l’innovazione che, come evidenziano anche i dati presentati nell’Analisi economico-finanziaria delle imprese edili, elaborata da Ance Brescia in collaborazione con l’Ordine dei Commercialisti e la Camera di commercio, si vuole favorire con decisione anche nello specifico contesto bresciano.

Le realtà del settore presenti sul territorio faticano a investire sui cosiddetti “intangibles”, aderendo ancora con troppa lentezza a modelli industriali che adottano componenti intangibili per performare i processi aziendali, nonostante gli incentivi fiscali connessi al Piano Industria 4.0. La digitalizzazione e l’informatizzazione del comparto è una delle strade che ha sostenuto le imprese nel percorso di uscita dalla crisi provocata dalla diffusione del Covid-19.

Come sottolinea, però, il rapporto statistico  di Fiec sull’andamento del settore delle costruzioni in Europa, la ripresa e l’effettivo rilancio degli investimenti pubblici avverranno, oltre che con le risorse previste dal Pnrr, soprattutto dall’avvio di una reale transizione verso un’economia sostenibile.

Dentro le sei missioni del Pnrr c’è anche l’efficienza energetica di edifici residenziali e pubblici e semplificazione delle procedure per energie rinnovabili e ristrutturazioni, è così?

La missione ha visto una rapida applicazione e ricezione anche da parte del cittadino. Il superbonus è stata sicuramente la mossa che ha permesso di incrementare le opere di efficienza energetica e di ristrutturazione e il parco immobiliare italiano, soprattutto quello residenziale, che ha potuto giovare ben presto dei benefici.

Se inizialmente la procedura complessa per l’ammissione delle opere agevolate, come le normative confuse e poco chiare, hanno rallentato il raggio potenziale d’azione, lo sforzo da parte delle imprese e dei professionisti per stare al passo con le numerose variazioni, ha fatto sì che i lavori potessero partire e incrementare mensilmente.

Se per gli edifici residenziali è stata quasi immediata la partenza, purtroppo per quelli pubblici le procedure hanno penalizzato l’avanzamento dei lavori. Solo alcuni hanno avuto la possibilità di incominciare le opere, per via dell’emergenza del caro materiali, e in seguito dell’energia. 

Il Piano prevede un ambizioso programma di riforme per modernizzazione il paese, grazie anche alla semplificazione per la concessione di permessi e autorizzazioni e appalti pubblici. Le risulta?

L’efficientamento e la ristrutturazione sono chiavi fondamentali per lo sviluppo e la modernizzazione dell’Italia. Come detto gli iter burocratici complessi sono il primo ostacolo che frena il riammodernamento delle infrastrutture. I passaggi per le richieste di permessi e autorizzazioni sono tanti e soprattutto lunghi.

Il decreto semplificazioni si è preoccupato di fornire indicazioni e snellire le procedure che seguono l’assegnazione dell’opera, ma i passaggi che richiedono un intervento sono quelli che precedono la messa in pratica dei lavori, cioè il percorso di acquisizione dei permessi, delle autorizzazioni.

Sì, il Pnrr ha snellito le procedure delle opere che rientrano nel piano, per agevolarne la realizzazione, anche attraverso il potenziamento dei sistemi di digitalizzazione, ma il problema dell’eccessiva burocrazia è stato solo posticipato, mentre si dovrebbe ragionare su soluzioni stabili e continue che siano valide anche per le opere future.

Tra i bandi ci sono anche quelli per la manutenzione e la riqualificazione ecosostenibile di aree e strutture pubbliche e il miglioramento del tessuto sociale e ambientale, giusto?

È proprio così. Le sfide sono numerose ma rappresentano anche l’unico modo in cui gli agglomerati urbani potranno continuare a prosperare e crescere. Rigenerare ambiti urbani e periurbani offre la possibilità di promuovere la ricchezza del territorio e del paesaggio, mettendo in luce le risorse locali e richiamando turisti e nuovi residenti.

Ai fondi già destinati per queste attività, sono stati aggiunti altri 4,3 miliardi per il completamento di opere e progetti di riqualificazione urbana, che serviranno a finanziare 2.325 opere in 645 comuni italiani.

Anche Brescia fa parte dei destinatari. Un esempio? Il progetto di rigenerazione urbana previsto per l’area circostante la ex torre del Tintoretto, e realizzato anche grazie il supporto di Campus Edilizia Brescia, che godrà dei fondi messi a disposizione dal Pnrr per la sua riqualificazione.

Chi è Massimo Deldossi

Massimo Angelo Deldossi è amministratore della Deldossi srl, l’impresa edile con sede a Pompiano, in provincia di Brescia, che da più di cent’anni si occupa di costruzioni, ristrutturazioni e restauri. Una lunga esperienza lavorativa votata totalmente al settore delle costruzioni. Una passione radicata sin dall’infanzia e coltivata nell’impresa di famiglia, che gli ha permesso di acquisire ogni singolo processo di lavorazione. Dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria all’Università degli studi di Brescia, Deldossi diventa il legale rappresentante e amministratore unico dell’azienda. L’intraprendenza e la professionalità lo hanno condotto negli anni a essere riconosciuto come una figura di riferimento anche per gli organi regionali e nazionali delle associazioni aventi come fine il miglioramento delle tecniche e delle procedure di costruzione. Spinto dal desiderio di dare un contributo significativo, Deldossi inizia il suo percorso nell’attività politico-associativa. Il suo è un lungo cursus honorum che lo ha visto prima attivo nel consiglio del Gruppo Giovani, per poi approdare al Consiglio direttivo e al Comitato di presidenza dei senior di Ance Brescia. Ricopre due mandati di presidenza dell’Eseb (Ente sistema edilizia Brescia), dando un decisivo impulso a progetti di filiera innovativi come Campus Edilizia Brescia. Dal 2019 è presidente di Ance Brescia, l’associazione provinciale rappresentativa del mondo delle costruzioni e seconda realtà d’Italia per rilevanza del settore. Nel corso del mandato Deldossi offre un apporto significativo a progetti di sviluppo del territorio, ma anche di digitalizzazione della filiera edile, contribuendo a innovare il settore a livello provinciale e nazionale. È il caso del Progetto europeo Metabuilding a supporto dell’innovazione, o ancora la realizzazione di piattaforme come Check dedicata alla sicurezza e My Bonus Now, nata come supporto a committente e imprese per l’applicazione del Superbonus 110%. A livello nazionale il suo impegno è riconosciuto e valorizzato ed è fra il resto nominato vicepresidente di Federcostruzioni e consigliere di Uni (Ente nazionale di normazione). Già responsabile della commissione referente Tecnologia e Innovazione sia di Ance Lombardia sia di Ance nazionale, nel 2022 è nominato vicepresidente di Ance nazionale con delega a Tecnologia e Innovazione.

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