Produzione | Edilizia Green

Obiettivo Saint Gobain: ridurre le emissioni e aumentare il riciclato

Nel Rapporto annuale integrato 2021, nel periodo 2017-2021, il gruppo dichiara di aver ridotto del 23% le emissioni di CO2, sia dirette che indirette. Ma i target da raggiungere non si fermano qui. Anche l’utilizzo delle risorse, e dell’acqua in particolare, è al centro dell’attenzione del gruppo multinazionale, che entro il 2030 conta di ridurre del 50% l’uso dell’acqua emunta dalla falda, puntando al riutilizzo delle acque piovane e chiare.
Saint Gobain | Sede di Fiorano Modenese

A centotrentatré anni dalla nascita, Saint-Gobain Italia è una grande realtà, con 40 siti produttivi in totale, 2.100 dipendenti e un fatturato, nel 2021, di 860 milioni di euro, di cui due terzi legati al settore delle costruzioni. Una società che raggruppa sotto di sé numerosi marchi: Glass, Gyproc, Isover e Weber tra i più noti.

I 27 siti produttivi italiani di materiali per le costruzioni sono in grado di mettere a disposizione degli operatori una gamma di soluzioni invidiabile: pareti, controsoffitti, pavimentazioni, partizioni interne, vetrate, superfici in vetro, isolamenti, coperture, sistemi per l’impermeabilizzazione, impianti e canalizzazioni.

Davide Kohen, marketing director di Saint-Gobain Italia

Nella chiacchierata con Davide Kohen, marketing director di Saint-Gobain Italia, si parte dal tema centrale per le imprese: la decarbonizzazione. A livello di gruppo, Saint-Gobain si pone obiettivi ambiziosi. Il primo, scontato, ma pur sempre importante, è il raggiungimento della neutralità carbonica al 2050.

Con un primo step al 2030, che prevede la riduzione del 33% delle emissioni di CO2 per gli scope 1 (emissioni dirette generate dall’azienda) e 2 (indirette, generate dall’energia acquistata e utilizzata dalla società; nda) e del 16% per lo scope 3 (emissioni indirette generate dalla catena del valore aziendale; nda).

Gli uffici Saint-Gobain a Milano

Nel Rapporto annuale integrato 2021, nel periodo 2017-2021, il gruppo dichiara di aver ridotto del 23% le emissioni di CO2, sia dirette che indirette. Ma i target da raggiungere non si fermano qui. Anche l’utilizzo delle risorse, e dell’acqua in particolare, è al centro dell’attenzione del gruppo multinazionale, che entro il 2030 conta di ridurre del 50% l’uso dell’acqua emunta dalla falda, puntando al riutilizzo delle acque piovane e chiare.

Gli obiettivi sono chiari anche per quanto riguarda l’utilizzo di percentuali di riciclato nei nuovi prodotti: sempre al 2030, la multinazionale conta di raggiungere almeno il 30% di contenuto da riciclo. Un risultato che si tradurrebbe nell’equivalente minor utilizzo di materie prime vergini.

Per il packaging gli obiettivi sono ancora più ambiziosi: l’utilizzo del 100% di materiali riciclati e riciclabili. Si tratta di target del gruppo internazionale, che si traducono poi negli obiettivi delle singole realtà nazionali.

Capitolo energia. Per produrre il vetro piano nello stabilimento di Pisa, gli isolanti minerali in lana di vetro in quello di Vidalengo di Caravaggio vicino a Bergamo e le lastre di cartongesso nei due siti di Termoli nei pressi di Campobasso e Casola Valsenio in provincia di Ravenna, prodotti centrali per Saint-Gobain, occorre tantissima energia.

Per cui, altro obiettivo aziendale riguarda l’efficientamento delle linee produttive. «A Pisa, ad esempio – afferma Kohen – nel 2021 abbiamo investito risorse per dotare l’impianto di una linea Orc (Organic rankine cycle; nda), che sfrutta i fumi caldi di produzione e li riutilizza a fini energetici».

Mentre un paio di anni fa il management è intervenuto a rifare l’impianto produttivo di Casola Valsenio, il primo in Italia a integrare la produzione di cartongesso, con la sostituzione del forno di essiccazione delle lastre e il miglioramento della linea, il tutto per ridurre la quantità di acqua utilizzata.

Così come già avvenuto sul più nuovo di Termoli. «Meno acqua si impiega, meno energia serve per l’essiccazione», chiosa il marketing director. Al momento, degli impianti produttivi solo quello di Casola Valsenio è equipaggiato con pannelli fotovoltaici in copertura, anche se dalla sede di Milano fanno sapere che «si stanno valutando altre applicazioni e altri investimenti sulle rinnovabili».

Anche perché le priorità e gli investimenti vengono decisi, di comune accordo, con il management del gruppo multinazionale, che giocoforza ha una visione d’insieme. Sta poi alle realtà locali decidere come intervenire.

Lastra di cartongesso Gyproc Duragyp Eco Activ’Air

Per Kohen un prodotto che più di altri incarna il verbo della transizione è la lastra di cartongesso Gyproc Duragyp Eco Activ’Air: ottenuta con il 35% di materiale riciclato derivante dagli scarti di cantiere. Accanto a questo ne esiste un secondo, il cui lancio è prossimo, legato al mondo del vetro.

Si tratta di un vetro di facciata (il nome commerciale non viene ancora rivelato per esigenze aziendali; nda), per la cui produzione si utilizza vetro riciclato, che consentirà l’abbattimento delle emissioni di CO2 del 35-40%.

Ma è l’intera produzione di cartongesso – ci dice sempre Kohen – a superare la percentuale minima del 5% di materiale riciclato, che per i materiali isolanti supera il 70%. Infine, il capitolo dati. Gli obiettivi e i dati ambientali sono ricompresi nell’Integrated Annual Report, che ogni anno il gruppo Saint-Gobain produce e presenta.

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