Consiglio nazionale ingegneri | Infrastrutture pubbliche

Opere pubbliche: le proposte Cni per abbattere i tempi di realizzazione e sopperire alla carenza progettuale

Il rapporto del Dipartimento delle Politiche per lo sviluppo su «I tempi di attuazione e di spesa delle opere pubbliche» e le analisi sulle varianti in corso d’opera elaborate dall’Anac concordano sulla necessità di un cambio di passo nella progettazione delle opere pubbliche. Armando Zambrano, per conto del Consiglio nazionale degli ingegneri, avanza una serie di proposte per rendere più rapida la realizzazione di infrastrutture pubbliche, salvaguardandone il valore strategico.

Dal rapporto del Dps emerge come i tempi mediamente necessari in Italia per la progettazione e la realizzazione di opere pubbliche continuino ad allungarsi: uno dei punti deboli, per il Cni, è la difficoltà delle amministrazioni pubbliche di operare secondo criteri di efficacia e di efficienza.Opere pubbliche

Armando Zambrano | Presidente Cni
«Il nostro codice dei contratti continua a voler considerare prioritario l’affidamento della progettazione agli uffici interni della pubblica amministrazione, considerando residuale l’affidamento degli incarichi ai professionisti esterni. In realtà questi uffici dovrebbero essere impegnati soprattutto nella programmazione e nel controllo degli appalti. Lo stesso incentivo del 2% che gli viene riconosciuto dovrebbe essere collegato proprio a questo tipo di attività. Se è vero che il punto debole delle opere pubbliche è la progettazione, non è più pensabile reiterare l’errore come avviene ormai da vent’anni.
Tra i dati più eclatanti emersi dal documento del Dps, c’è il tempo medio di realizzazione delle opere pubbliche con spesa superiore ai 100 milioni di euro: dal 2009 al 2014 si è passati da 11 a 14 anni! Proprio mentre le tecniche ingegneristiche permettono la riduzione dei tempi di realizzazione di un’opera non è concepibile che quelli delle opere pubbliche aumentino, rendendo nullo il loro carattere strategico. Vanno modificati subito gli affidamenti degli incarichi di progettazione
».

Opere pubbliche e politiche dei ribassi. Il Cni sottolinea, inoltre, come per le opere pubbliche emerga una generale carenza progettuale che dilata i tempi, a causa del diffuso ricorso alle varianti in corso d’opera, ed aumenta i costi dovuti ai contenziosi. Come messo in evidenza dalle recenti analisi dell’Anac, l’aggressiva politica dei ribassi praticata negli ultimi anni ha fatto lievitare il numero di varianti, giustificate con cause impreviste e imprevedibili. L’Anac rileva che, quando il ribasso d’asta è superiore al 30%, almeno la metà delle varianti approvate presenta problemi di varia importanza, dilatando i tempi di realizzazione dell’opera. Inoltre, nel 90% dei casi analizzati dall’Anac, il valore della variante è vicino al ribasso d’asta, annullando il risparmio iniziale.

«Bisogna ritornare a dare il giusto peso alle attivitĂ  di progettazione non avvilendole con l’imposizione di ribassi insostenibili, invertendo così una dinamica che oggi vede in Italia l’incidenza di tale attivitĂ  sul valore degli investimenti in costruzioni pari appena al 10,5%, a fronte del 24,6% in Francia, del 25% in Spagna e di quasi il 33% nel Regno Unito – conclude il presidente Zambrano evidenziando che – servono alcuni interventi chiari e decisi. Va limitato il ricorso al subappalto e quello all’appalto integrato va ridotto ai soli casi inizialmente previsti. Se manca il personale tecnico qualificato, la pubblica amministrazione deve limitarsi alla progettazione preliminare, mentre la progettazione definitiva ed esecutiva (unificata) va affidata ai progettisti esterni. I lavori vanno affidati sulla base del criterio del prezzo piĂą basso.
Quanto alle imprese di esecuzione, a queste va imposto di avanzare le proprie osservazioni e proposte migliorative solo nella fase dell’offerta, facendole impegnare a non presentare richieste di varianti in corso di esecuzione
».

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here