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Padiglione Italia a Expo 2020 Dubai, il progetto di Dodi Moss

Per il Padiglione Italia all’Expo 2020 di Dubai, Dodi Moss e EdoardoTresoldi hanno pensato a un corpo architettonico composto da due identità complementari. Un volume trasparente e un basamento solido e materico. Nel Padiglione natura e architettura dialogano. Sull’architettura trasparente si sviluppa la vegetazione e la struttura in rete metallica determina lo spazio in cui i due mondi si fondono. Evidente l’evocazione ai cortili e ai palazzi italiani.

Dodi Moss, una giovane società di progettazione con sede a Genova, è a capo di un gruppo di lavoro – composto anche dall’artista Edoardo Tresoldi, Sca, Progettando srl, ing. Emanuele Donadel, Studio Tecnico ing. Gaetano Farella, ing. Leo Francesco e ing. Francesco Marzulli – risultato terzo classificato nel concorso bandito da Invitalia per la progettazione del Padiglione Italia a Expo 2020 Dubai.

Il progetto del Padiglione Italia

La proposta progettuale di Dodi Moss per il Padiglione Italia a Expo 2020 Dubai, terzo classificato, dopo quelli di carlorattiassociati e di Gianluca Peluffo & Partners, nel concorso indetto nello scorso autunno, si manifesta con un corpo architettonico, traslato rispetto al lotto assegnato, si compone di due identità complementari:

  • un volume trasparente, pura essenza strutturale, nel quale richiami di archetipi architettonici si stratificano impalpabili;
  • un basamento solido e materico, nel quale sono ospitate tutte le funzioni del padiglione, che costituisce la sua impronta opaca.

Il team di progettisti guidati da Dodi Moss, in collaborazione con l’artista Edoardo Tresoldi e con Sca in qualità di architect of record, ha proposto un grande volume da cui sono sottratti in negativo ambienti diversi che evocano stilisticamente i palazzi e i cortili dei palazzi italiani. Le tangenze e le sottrazioni con il parallelepipedo contenitore creano ripetuti tagli e scomposizioni volumetriche e accompagnano i visitatori in un percorso emozionale, tattile e visivo.

Materiali e tecniche costruttive per il Padiglione Italia a Expo 2020 Dubai.

Team di progetto | Concept

«La stratificazione tra elementi trasparenti, materici e vegetali codifica una sorta di rovina della memoria che si riferisce alla continua sintesi del passato come radice profonda del nostro fare contemporaneo. In questo senso il Padiglione propone non solo il punto di vista italiano, ma la consapevolezza dell’identità italiana come entità stratificata che affonda le proprie radici in una storia culturale millenaria».

I giardini italiani

Il basamento sale gradualmente in quota disegnando un guscio materico che custodisce gelosamente il giardino, rendendolo visibile solo in parte dall’esterno, e ponendosi al di sotto delle maestose strutture trasparenti in rete metallica che evocano gli ambienti e le volte dei cortili e dei palazzi italiani.

La fusione tra l’elemento materico e quello etereo dà vita ai grandi spazi centrali – il Prologo e la Piazza che, pervasi da acqua e giardino, elementi cardine della grande tradizione dei giardini italiani, costituiscono il fulcro evocativo e funzionale del progetto.

Vegetazione, acqua, rete metallica e vetro

Se all’esterno è ben visibile il volume plasmato dall’uomo, all’interno le linee architettoniche spariscono del tutto per essere ricoperte da vegetazione, acqua, rete metallica e vetro, che configurano un ambiente avvolgente e sospeso.

La stratificazione tra elementi trasparenti, materici e vegetali codifica una sorta di rovina della memoria che si riferisce alla continua sintesi del passato come radice profonda del nostro fare contemporaneo.

Il Padiglione è un luogo sinfonico in cui natura e architettura dialogano –seguendo la definizione originaria di giardino– componendo uno spazio formale e geometrico: è sull’architettura trasparente che la vegetazione si sviluppa e prende forma. La struttura in rete metallica determina la lettura dello spazio all’interno di un racconto unitario in cui i due mondi si fondono elegantemente.

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