Terreal SanMarco | In Triennale

Ricostruzioni. Architettura, città, paesaggio nell’epoca delle distruzioni

La mostra «Ricostruzioni. Architettura, città e paesaggio nell’epoca delle distruzioni» sarà alla Triennale di Milano dal 30 novembre al 10 febbraio. In qualità di sponsor tecnico, Terreal Sanmarco ha realizzato una parte del padiglione della mostra KM0, nel quale sono esposti prototipi di elementi prefabbricati in laterizio tradizionale rinforzati con elementi metallici. Il sistema rappresenta una sperimentazione per interventi di ricostruzione con riduzione del rischio sismico.
In Triennale, a Milano, la mostra Ricostruzioni. Architettura, città, paesaggio nell’epoca delle distruzioni dal 30 novembre al 10 febbraio.

Alla Triennale di Milano è in corso la mostra «Ricostruzioni. Architettura, città e paesaggio nell’epoca delle distruzioni» a cura di Alberto Ferlenga e Nina Bassoli che affronta la ricostruzione come tema chiave dell’architettura e dell’urbanistica attuale.

Le pratiche di ricostruzione, oltre a rappresentare momenti fondamentali di riflessione sul futuro delle città, hanno fornito un vasto patrimonio di esperienze tecniche e culturali relative alle nuove modalità dell’abitare, alla salvaguardia dei monumenti, alla conservazione delle identità urbane e territoriali, al rapporto tra ambiente costruito e paesaggio e, più recentemente, all’adeguamento alle mutate condizioni climatiche.

La proposta Terreal SanMarco

Terreal San Marco in qualità di sponsor tecnico ha realizzato una parte del Padiglione della mostra KM0 nel quale sono esposti i prototipi di elementi prefabbricati in laterizio tradizionale rinforzati con elementi metallici.

Il sistema rappresenta una sperimentazione per interventi di ricostruzione con riduzione del rischio sismico: per motivi logistici alla triennale viene esposto un mock up parziale del Padiglione visitabile invece per intero presso lo stabilimento Terreal San Marco di Noale, Venezia, dove moduli laterizi sono stati prodotti assemblati del personale interno.

Modello mock up progetto preliminare elaborato durante il workshop organizzato dall’Università Iuav di Venezia: arch. Javier Corvalan, ing. Arch. Paolo Faccio (professori); arch. Marco Ballarin, Simone Cadamuro (collaboratori); Gloria Binato, Teuta Dalipi e Giacomo Pelizzari (studenti).

L’esposizione in Triennale

L’esposizione riunisce progetti appartenenti a tempi e luoghi diversi, sviluppando una riflessione sulle prospettive future che, dal Medio Oriente alle Americhe, coinvolge l’azione dei governi e la cultura degli architetti.

La mostra vuole mettere in luce sia le pratiche e le culture della ricostruzione in Italia, sollevando anche una lettura critica sulle azioni legate anche al post-catastrofe, sia alcuni casi internazionali.

Attraverso centinaia di documenti storici, come immagini di cronaca e fotografie di grandi autori, frammenti di film e documentari, e più di cinquanta disegni e modelli originali, i singoli casi italiani e stranieri saranno presentati come esperienze specifiche, legate inevitabilmente ognuna alla sua singolarità spaziotemporale, di cui tuttavia si potranno intendere le grandi questioni comuni con rimandi, assonanze, contrasti e contraddizioni.

Casi italiani ed esteri

L’allestimento, contraddistinto dall’uso di materiali e strutture tipiche dei cantieri e delle opere provvisionali emergenziali, introduce il visitatore in un ambiente immersivo e continuo con il racconto dei principali casi italiani: dopoguerra, Vajont, Belice, Friuli, Irpinia, Pozzuoli, Umbria, Abruzzo.

Le 35 fotografie di Giovanni Chiaramonte, Olivo Barbieri, Paolo Rosselli, Michele Nastasi e Filippo Romano raccontano quel tempo sospeso di carattere emergenziale che caratterizza sempre di più i luoghi colpiti da guerre o catastrofi prima ancora che siano fissati i parametri della ricostruzione.

L’allestimento è intervallato da isole tematiche che ospitano i focus dei casi esteri (Germania, Inghilterra, Francia, Grecia, Macedonia, Portogallo, Cile, Giappone)  e da alcune sperimentazioni tecnologico-architettoniche a scala reale.

Conclude la panoramica un particolare approfondimento sul caso della Siria affrontato da un lato alla scala dell’immensa devastazione territoriale, dall’altro a quella più minuta degli insediamenti e di alcune proposte di intervento architettonico. La fine del percorso si propone come luogo di riflessione su situazioni ancora aperte, in particolare sul territorio italiano.

Le 35 fotografie di Giovanni Chiaramonte, Olivo Barbieri, Paolo Rosselli, Michele Nastasi e Filippo Romano raccontano quel tempo sospeso di carattere emergenziale che caratterizza sempre di più i luoghi colpiti da guerre o catastrofi prima ancora che siano fissati i parametri della ricostruzione.

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