Sai cosa dicono le norme sul rischio silicosi?

Una patologia conosciuta fin dall’antichità, la cui prevenzione è stata regolamentata la prima volta agli inizi degli anni Quaranta. La Iarc ha classificato come cancerogena la sostanza responsabile della malattia nel 1997. Ora il riferimento è il testo unico sicurezza
(foto Bosch)

La prevenzione di questa patologia, conosciuta fin dall’antichità, è stata regolamentata la prima volta agli inizi degli anni Quaranta. La Iarc ha classificato come cancerogena la sostanza responsabile della malattia nel 1997. Ora il riferimento è il testo unico sicurezza

La silicosi è una delle malattie professionali maggiormente invalidanti che possono essere contratte in più di un settore produttivo. È causata dalla silice, fra i componenti principali della crosta terrestre, costituita da atomi di silicio e ossigeno. La silice prende parte e diverse tipologie di lavorazione, soprattutto nel settore delle costruzioni.

La sua nocività era già nota nella Grecia antica e in età romana, ma si deve a un medico milanese, Achille Visconti, nel 1871, l’identificazione con il nome “silicosi” la causa che portò alla morte uno scalpellino.

Per saperne di più e per capire qual è il quadro normativo di riferimento, abbiamo intervistato Lorenzo Olgiati e Daniele Calianno, tecnici dell’area ambiente di Romeo Safety Italia.

 

Qual è stato il primo provvedimento che, in Italia, ha affrontato il problema della silicosi?

«Dobbiamo risalire al 1943 con la legge numero 455 che estese la copertura sanitaria in merito alle malattie lavorative anche alla silicosi».

Un passo importante, pare di capire.

«Decisamente. Anche perché la norma introduceva un principio significativo: il medico del lavoro doveva stabilire, con visite almeno annuali, l’idoneità fisica dei lavoratori alla mansione svolta, quindi anche di coloro i quali erano esposti alla silice».

Dal 1943 passiamo al 1965

«Sì, con il D.P.R. n. 1124, il testo unico delle disposizioni per l’assicurazione che sanciva l’obbligo di polizza per quanti, sul lavoro, erano esposti alla silice. Con questo decreto si introdusse il diritto per i lavoratori a essere compensati da un istituto assicuratore, se avessero contratto la silicosi durante la propria attività».

(foto Bosch)

Ma, dal punto di vista strettamente sanitario, qual è l’atto ufficiale che riconosce la polvere di silice come pericolosa per la salute?

«L’inserimento della silice, da parte della Iarc, nell’elenco delle sostanze cancerogene per l’uomo. Siamo al 1997. Dal punto di vista legislativo, invece, dobbiamo arrivare al 2008, con il decreto legislativo numero 81».

 

Il testo unico della sicurezza. Quali novità ha introdotto?

«Al titolo IX troviamo l’elenco delle sostanze pericolose per l’uomo. E in questo elenco non manca la silice».

Viene indicato anche il valore massimo di esposizione?

«Nel testo unico della sicurezza non ancora. Occorre aspettare la direttiva 2017/2398 della Commissione europea. In quell’anno, nel 2017 appunto, la Commissione ha provveduto a colmare il vuoto».

Con quale limite?

«Il limite stabilito per l’esposizione professionale alla silice cristallina respirabile è pari a 0,1 mg/m3».

Recepito anche dall’Italia, immagino

«Certamente, nel 2020. Il D.Lgs. n. 44 del 2020 relativo alla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti dall’esposizione agli agenti cancerogeni ha recepito la direttiva anche dal nostro Paese».

Qual è il valore riconosciuto di questo provvedimento?

«Il decreto ha stabilito, in modo chiaro e definito, oltre alla concentrazione limite di esposizione, la necessità di mettere in atto, da parte del datore di lavoro e del servizio di prevenzione e protezione, un piano di monitoraggio, affinché non venga superata questa soglia».

Abbiamo parlato della silicosi e dei rischi ad essa collegati anche QUI

    Richiedi maggiori informazioni










    Nome*

    Cognome*

    Azienda

    E-mail*

    Telefono

    Oggetto

    Messaggio

    Ho letto e accetto l'informativa sulla privacy*

    LASCIA UN COMMENTO

    Please enter your comment!
    Please enter your name here