Speciale Convegno | Edificio Salubre

Salubrità: la filiera delle responsabilità nella giurisprudenza

L'avvocato Massimo Murru (componente comitato scientifico progetto Esperto Edificio Salubre) sulle responsabilità legali che si evincono dall'attuale giurisprudenza.

Dall’avvocato Massimo Murru (componente del comitato scientifico del progetto formativo Esperto Edificio Salubre) si è appreso che il concetto di salubrità degli ambienti confinati è diventato un valore anche giuridico che si traduce in riconoscimenti di diritti del singolo o della comunità che vive all’interno di un edificio confinato in sentenze al massimo livello del nostro sistema giudiziario, come la Suprema Corte di Cassazione, sia nelle sezioni civili sia nelle sezioni penali. Ci sono stati casi di giovani vite interrotte per il contatto nella propria abitazione con agenti patogeni particolarmente aggressivi.

«Sono maturi i tempi – dice l’avvocato Murru – per trasformare la salubrità dell’aria indoor in una qualità essenziale dell’immobile al pari della sua efficienza energetica, che costituisce sotto forma di certificazione un elemento essenziale di validità del negozio giuridico di trasferimento degli immobili. Sono estremamente convinto che il trasferimento della proprietà, ma non solo, anche un semplice contratto di concessione in godimento dell’immobile, debba essere accompagnato da una certificazione di salubrità e quanto affermo è fondato su oggettivi riscontri giurisprudenziali. Esiste una vera e propria filiera delle responsabilità dal committente fino all’ultimo concessionario del bene verso l’utilizzatore finale. Tutti i protagonisti del processo costruttivo, soprattutto i professionisti, sono tenuti al rispetto di un livello di diligenza professionale più alto dell’uomo comune. Recenti sentenze prevedono per i casi gravissimi di violazione delle buone norme di costruzione e progettazione, sotto il profilo civilistico, la risoluzione del contratto per inadempimento, dove si verifichino gravi difformità e vizi dell’edificio declinati anche sotto il profilo della salubrità (muffe, radon, inquinamento elettromagnetico…). La nostra giurisprudenza è giunta a risarcire insieme al danno materiale anche il danno non patrimoniale cioè il danno al benessere psico-fisico della persona che vive e lavora nell’ambiente confinato insalubre». Qui per approfondire

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