Sindacati edili | Cmc Ravenna

Crisi Cmc: tutelare l’occupazione e completare le opere

Dopo la presentazione al Tribunale di Ravenna dell’istanza di concordato in bianco della Cmc Ravenna, i sindacati di categoria si sono subito espressi per richiedere all’Anas di tutelare l’occupazione ed evitare il blocco di opere strategiche già avviate. In particolare i cantieri SS121 Palermo-Agrigento, SS640 Agrigento-Caltanissetta e SS121 Savona-Albisola.

I sindacati di categoria FenealUilFilcaCislFilleaCgil, hanno avanzato la richiesta di tutelare l’occupazione ed evitare il blocco di opere strategiche alla direzione generale Anas durante l’incontro tenutosi in merito alle commesse presenti in Sicilia e in Liguria della Cmc di Ravenna, che all’inizio di dicembre scorso ha presentato istanza di concordato in bianco presso il Tribunale di Ravenna.

Le richieste dei sindacati all’Anas

I sindacati hanno affermato la necessità di salvaguardare l’occupazione di centinaia di addetti, sottolineando che la crisi del gruppo ravennate non può comportare, oltre all’incertezza per le migliaia di lavoratori, il blocco di opere strategiche per lo sviluppo delle regioni interessate e per la sicurezza stradale dei cittadini e hanno chiesto alla stazione appaltante di contribuire a trovare soluzioni per il completamento dei cantieri.

L’Anas, nel ribadire la propria ferma volontà di ultimare le opere, ha reso noto l’interessamento dei soci dei consorzi Bolognetta, Empedocle e Letimbro, rispettivamente titolari dei cantieri della SS121 Palermo-Agrigento, della SS640 Agrigento-Caltanissetta e della SS121 Savona-Albisola, a intervenire a sostegno della continuità delle attività produttive consentendo ai cantieri di non fermarsi e all’occupazione di avere concrete prospettive di mantenimento. Anas ha ribadito inoltre di aver provveduto regolarmente al pagamento dei crediti certi ed esigibili nei confronti della cooperativa sulla quale grava una pesante crisi di liquidità.

I sindacati sono ora in attesa di risposte da Cmc in merito al pagamento degli stipendi correnti e alla possibilità concreta di dare un futuro all’intero perimetro occupazionale della cooperativa e a quelle opere e a quei lavoratori che oggi vivono in un clima di incertezza che non può durare oltre.

Si auspica che le risposte arrivino su quel tavolo e che siano risposte di responsabilità verso le centinaia di lavoratori diretti e dell’indotto che rischiano di perdere il posto di lavoro nonostante le opere siano tutt’altro che ultimate. Ci si attende che anche le istituzioni locali e le Regioni svolgano un ruolo attivo per determinare soluzioni positive.

Il prossimo appuntamento è previsto per il prossimo 16 gennaio al Mise, dove è convocato il tavolo di crisi per la gestione della vertenza.

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