Architettura | Firenze

Salviamo il Franchi: l’appello dei grandi nomi dell’architettura e dell’ingegneria mondiale

I grandi nomi dell’architettura e dell’ingegneria mondiale – tra cui Ando, Calatrava, Foster, Siza, Baker, Nordenson, Ochsendorf e Block - hanno firmato un appello, rivolto al sindaco di Firenze e all’amministrazione comunale, per salvare lo Stadio Artemio Franchi, simbolo dell’operato dell’ingegner Nervi.

In una mobilitazione collettiva senza precedenti per la città di Firenze, numerosi tra i grandi nomi dell’architettura e della storiografia mondiale si sono rivolti in un appello collettivo al Sindaco Nardella e all’amministrazione comunale per esortare a considerare la lunga storia e tradizione dello Stadio Franchi, capolavoro dell’architettura e dell’ingegneria frutto del genio di Pier Luigi Nervi, mantenendolo in vita come testimonianza per le future generazioni.

Pier Luigi Nervi | Stadio Artemio Franchi, costruito tra il 1930 e il 1932 a Firenze.

Nella lettera – consegnata la scorsa settimana da Marco Nervi, nipote di Pier Luigi e Presidente della Pier Luigi Nervi Project Association – figurano tra i firmatari alcuni dei nomi più prestigiosi all’architettura mondiale, come Tadao Ando, Norman Foster, Richard Meier, Edouardo Souto de Moura e Alvaro Siza, Rafael Moneo, Steven Holl, Mario Cucinella, Alejandro Aravena oltre a Grafton Architects, vincitrici del Pritzker di quest’anno.

Tra gli ingegneri troviamo Bill Baker, ingegnere strutturista artefice del Burj Khalifa (l’edificio più alto del mondo), e altri grandi nomi dell’ingegneria mondiale come Guy Nordenson, John Ochsendorf e Philippe Block. Gli studiosi di architettura sono rappresentati da Kenneth Frampton, Joseph Abram, Jean-Louis Cohen e Antoine Picon, mentre per l’Italia firma la professoressa Claudia Conforti.

«Lo Stadio Municipale di Firenze è stato pubblicato in tutto il mondo all’epoca della sua costruzione; è stata la prima opera di Nervi a ottenere un riconoscimento internazionale e la sua pensilina a sbalzo, le scale elicoidali e i dettagli evocativi della sua struttura hanno ispirato ingegneri e architetti nell’Europa intera, in Nord America e nel resto del mondo. Un capolavoro da restaurare e riportare nel presente, come provato dai numerosi progetti di stadi che negli ultimi anni hanno rivitalizzato impianti storici, elaborando strutture moderne pur preservando l’opera originale e migliorando l’esperienza degli spettatori, combinando il nuovo con il preesistente». (vb)

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