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Tecnologie per la lavorazione del legno: dati positivi per il 2016

Lo scorso anno le vendite oltre confine sono state pari al 5,1% in più sul 2015. Il mercato interno ha registrato il 31,6% in più delle vendite totalizzate nel 2015.

acimallIl 2016 è stato un anno da considerarsi positivo per il comparto degli utensili e delle attrezzature per lavorazione del legno. Pur in attesa dei dati definitivi, l’Ufficio studi di Acimall stima che nel 2016 la produzione è stata pari a 2.078 milioni di euro, l’11,5 per cento in più rispetto ai 1.864 del 2015. Il dato percentuale è perfettamente confrontabile con quello registrato nel 2015 rispetto al 2014, quando si arrivò all’11,7 per cento.

Export contenuto, meglio il mercato interno

Più contenuta la crescita delle esportazioni: nel 2016 le vendite oltre confine sono state pari a 1.486 milioni di euro, il 5,1 per cento in più sul 2015, anno nel quale l’export era cresciuto di un più robusto 12,7 per cento rispetto al 2014.

Segnali positivi, confortati da un mercato interno che (grazie agli incentivi e agli interventi pubblici a favore dell’industria e, più in generale, dei consumi) nel 2016 si attesta a 592 milioni di euro, ben il 31,6 per cento in più delle vendite totalizzate sul mercato nazionale nei dodici mesi precedenti. La crescita, dunque, continua e finalmente ci troviamo in un trend economico che non è sostenuto solo dalla nostra fortissima propensione all’export, ma anche da un mercato nazionale decisamente più propenso a investire in beni strumentali.

Caratteristiche

Dalle analisi dell’Ufficio studi Acimall emergono anche altri segnali: in particolare la sempre più evidente dicotomia fra piccole realtà da un lato e le medie e grandi imprese dall’altro. I mercati attuali, nati dalle trasformazioni che tutti conosciamo, premiano sempre più le realtà meglio strutturate, con dimensioni tali da poter approcciare in modo organico, sistematico e continuativo l’intero scenario internazionale. Una tendenza individuabile da almeno un decennio e alla quale molte imprese non hanno forse prestato quella attenzione che, secondo gli analisti della associazione confindustriale, sarà indispensabile in futuro.

Di contro sarà sempre più importante monitorare con attenzione i grandi mercati di destinazione delle tecnologie per il legno «made in Italy». A partire da Paesi come la Russia o il Brasile, oggi attraversati da condizioni economiche, politiche e finanziarie «complesse», piuttosto che la crescente competizione cinese nel Sud Est asiatico o la stabilità degli Stati Uniti, un cliente che nel recente passato aveva aumentato di ben il 40 per cento le proprie commesse per le imprese italiane.

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