Iuav | Dipartimento culture del progetto

L’arsenale di Venezia come nuova centralità urbana

Presentata la ricerca Iuav del Dipartimento di Culture del progetto: un insieme di dati e analisi che fotografa la situazione attuale dell’Arsenale di Venezia, area di grande trasformazione negli ultimi 40 anni. Si auspica al ritorno allo stato di fatto attuale e ad una riconversione dell’area dell’Arsenale in senso urbano aprendolo all’utilizzo cittadino.

L’ Arsenale di Venezia è un cantiere in continua attività, uno spazio in perpetua trasformazione dal 1300. L’antico manufatto non ha mai smesso di trasformarsi, con mutazioni di volumetrie, cambi d’uso e nuovi utilizzi. È quanto emerge dalla ricerca «Arsenale di Venezia. Da luogo separato a nuova centralità urbana» svolta dal gruppo di lavoro guidato dal prof. Stefano Rocchetto del Dipartimento di culture del progetto di Iuav >> e presentata dopo un lavoro durato un anno. Per la prima volta sono stati messi a sistema la mole di dati custoditi da comune di Venezia, Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici, Magistrato alle acque, Biennale, Marina militare e Demanio per fotografare la situazione attuale, partendo dalle trasformazioni attuate negli ultimi 40 anni. Un lavoro puntuale di analisi degli interventi , che rende conto delle potenzialità di un insieme di spazi (il 75% del totale) tornati in possesso dell’amministrazione comunale nel febbraio di due anni fa.

Veduta aerea dell'Arsenale di Venezia
Veduta aerea dell’Arsenale di Venezia

Due obiettivi. Il lavoro di ricerca si è organizzato intorno a due principali obiettivi.
Il primo è la restituzione dello stato di fatto attuale dell’Arsenale di Venezia, interessato, a partire dagli anni ’80, da un susseguirsi di interventi edilizi di vario tipo e dalla messa a punto di una serie di strumenti urbanistici, di pianificazione e di controllo che ne hanno indubbiamente determinato una modificazione fisica rilevante. L’insieme di questi interventi ha determinato un nuovo assetto fisico e morfologico dell’arsenale: risulta parzialmente aperto alla città esclusivamente in occasione di manifestazioni eccezionali, mentre i principali testi che si sono occupati dell’evoluzione di questa importate struttura urbana, si fermano agli inizi degli anni ’80.

28 interventi su 65mila mq di spazi restaurati
28 interventi su 65 mila mq di spazi restaurati

Il secondo obiettivo è stato quindi quello di verificare le possibili metodologie di intervento, nell’ipotesi di una trasformazione dell’arsenale in senso urbano, come complesso aperto alla città ed ad essa integrato, e al di là del problema strettamente legato al nuovo programma funzionale. In questo senso sono stati individuate delle «aree strategiche», tra cui tre «porte» da aprire verso la città (Campo della Celestia, Casermette e area Fonderie), ovvero di ambiti limitati del complesso monumentale, individuati proprio per la loro potenzialità trasformativa da e verso la città ed il territorio, nonchè per la loro capacità di determinare un nuovo modo di abitare l’interno dell’arsenale.

L'Arsenale oggi è aperto al pubblico solo in occasione di manifestazioni e mostre.
L’Arsenale oggi è aperto al pubblico solo in occasione di manifestazioni e mostre.

Centralità urbana. A partire dall’ipotesi che le future trasformazioni del complesso arsenalizio debbano essere volte a rafforzarne maggiormente il ruolo urbano, tendendo a riconfigurarlo da luogo separato a nuova centralità urbana, con l’ inserimento delle quote di funzioni residenziali, al fine di presidiare uno spazio che, concluse le attività lavorative, resta abbandonato.
L’analisi condotta da Monica Bosio (assegnista Iuav e coordinatrice della ricerca), Valentina Gambelli e Tommaso Fornasiero, (redattori di schede e rilievi architettonici), e con la consulenza per gli aspetti storici dell’architetto Claudio Menichelli ha evidenziato i 28 interventi attuati nel corso degli ultimi decenni e i 65 mila mq di copertura di spazi restaurati (6 ettari e mezzo), con investimenti di molti milioni di euro in gran parte pubblici.

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