Alessandro Cherio | Presidente Collegio costruttori edili di Torino e provincia
«Vorremmo che quelli che per noi oggi sono solo «proclami» e propaganda politica, come i fondi per intervenire sul patrimonio scolastico per 20 milioni a livello provinciale o le opere di compensazione della Tav, diventino dei fatti concreti e cioè bandi a cui le nostre aziende possano partecipare. Solo così potremo dare un segnale alle imprese e cominciare a credere che l’economia sia davvero ripartita e la crisi superata.
A ciò si aggiunge una vera e propria ossessione, quella per la riduzione della spesa pubblica, che strangola i comuni nel Patto di stabilità. Si tratta di un attaccamento ideologico a un modello teorico che forse non è applicabile alla situazione attuale: c’è spesa e spesa, non si possono trascurare le potenzialità di stimolo alla crescita di un settore per il quale un miliardo di investimento genera circa tre miliardi di pil e un’occupazione diretta e indotta di più di 20mila unità.
Ai vincoli imposti dall’austerità, dalla pressione fiscale e dalla crisi del credito si affiancano quelli di una burocrazia insostenibile, che sono un ulteriore ostacolo alla crescita. In Italia esistono 150mila leggi; i nostri commercialisti, in 250 giorni all’anno, devono far fronte a 888 scadenze; il Codice dei contratti pubblici è stato modificato 350 volte in quattro anni.
La leva della semplificazione, che non dipende da «ingerenze» straniere e di questi tempi potrebbe già essere una buona notizia, è ancora tutta da sfruttare a beneficio della ripresa economica: è arrivato però il momento di usarla».
Investimenti, occupati, opere pubbliche. La situazione in cui si trovano le 300 imprese rappresentate dal Collegio costruttori edili di Torino e provincia è tuttora preoccupante, poiché i bandi per le opere pubbliche ristagnano, gli occupati diminuiscono e le aziende edili torinesi non intendono investire né assumere. Infatti, gli investimenti in opere pubbliche, a livello provinciale, si sono ridotti ulteriormente nei primi sei mesi dell’anno, arrivando a toccare un importo di 120 milioni. Negli ultimi cinque anni gli investimenti sono passati dai 500 milioni del 2008 ai 250 milioni banditi nel 2013.
Fortissimo è il calo degli occupati nel comparto edile: gli operai iscritti alla Cassa Edile di Torino sono diminuiti del 36% negli ultimi cinque anni e, raffrontando il primo trimestre di quest’anno con lo stesso periodo del 2013, il calo è stato addirittura del 14%.
L’unico comparto a tenere è la riqualificazione delle abitazioni, che segnala una crescita dell’1,2% nell’ultimo anno. Ciò nonostante il passaggio dall’Ici all’attuale «accoppiata» Imu-Tasi ha comportato una stangata addizionale sugli immobili, passata da 9 miliardi a 26 miliardi di euro a livello nazionale. Dopo la cancellazione dell’Imu sull’invenduto, la Tasi rappresenta una nuova patrimoniale sul magazzino delle imprese edili, con il paradosso che, pur essendo una tassa sui servizi, incide su immobili che non usufruiscono di nessun servizio.
Il Collegio costruttori edili della Provincia di Torino – Ance Torino >> da sessant’anni promuove lo sviluppo e il progresso dell’industria edile e la qualificazione tecnico-professionale delle imprese del settore, tutelandone anche i legittimi interessi. Dal ruolo di natura essenzialmente, sindacale il Collegio ha nel tempo gradualmente ampliato le sue funzioni e dispone oggi di un team di esperti in grado di venire incontro alle sempre più estese e complesse necessità dell’impresa edile. L’associazione rappresenta in ambito provinciale oltre 400 imprese, con un volume d’affari complessivo annuo superiore a 2 miliardi.