Nuova sede logistica | Ente gestore del servizio idrico a Magenta, Milano

Appalto integrato e gestione sinergica del cantiere per la nuova sede di Amiacque

Strutture prefabbricate e analisi costante delle dinamiche di cantiere che, grazie a modelli e procedure impiegati per la sicurezza ha ottenuto il riconoscimento di Cantiere sicuro da parte del Comitato Paritetico Territoriale.

La nuova sede di Amiacque gruppo Cap Holding, azienda operativa del Gruppo Cap, nel comune di Magenta (Milano), si sviluppa all’interno di due fabbricati; il primo suddiviso su due piani a uso uffici mentre il secondo monopiano a uso officina, l’opera è completata da un piano interrato comune a uso ricovero mezzi di servizio.
La palazzina a uffici è geometricamente definita attraverso due solidi in rotazione, gli ambienti interni sono distribuiti intorno a tre patii di dimensioni differenti comunicanti direttamente con l’esterno, pozzi di luce che consentono una riduzione del consumo energetico per l’illuminazione degli ambienti interni.
Lo spazio ristoro per i lavoratori è concentrato nel tetto giardino impostato a + 9,00 m dal piano di campagna. La pianta dei piani interrato e terra risulta irregolare ma con geometria assimililabile a un rettangolo avente impronta 48,80 m x 29,70 m; il piano primo invece risulta di dimensioni ridotte rispetto al piano terra e ruotato di 13° rispetto al piano sottostante.

Esternamente l’officina per il ricovero degli automezzi è caratterizzata da un rivestimento metallico al di sotto del quale si trova il cappotto termico in grado di portare l’edificio in classe B.
Esternamente l’officina per il ricovero degli automezzi è caratterizzata da un rivestimento metallico al di sotto del quale si trova il cappotto termico in grado di portare l’edificio in classe B.

Fondazioni e impermeabilizzazioni. Lungo tutta l’area circostante al fabbricato e più comunemente nel comprensorio territoriale, vi è la presenza di una quota di falda alta che è stata oggetto di numerose analisi, verifiche durante tutta la fase di progettazione e successivamente di accantieramento.
Questo dato è risultato fondamentale in quanto le strutture sono soggette – in caso di innalzamento – a una forza verticale verso l’alto e conseguentemente tutto il sistema strutturale è stato calibrato in funzione di questo possibile scenario.

La grande vetrata oltre a portare luce agli ambienti interni aiuta la termoregolazione degli ambienti grazie all’utilizzo di specchiature basso emissive.
La grande vetrata oltre a portare luce agli ambienti interni aiuta la termoregolazione degli ambienti grazie all’utilizzo di specchiature basso emissive.

La platea di fondazione è stata realizzata in modo continuo con uno spessore di 70 cm ed è in grado di assorbire il carico idrostatico (1.300 daN/mq), lungo il perimetro sono stati realizzati muri in calcestruzzo armato – spessore 30 cm, calcestruzzo 25/30 SC2 S4 – in elevazione sino alla quota dell’impalcato tra piano interrato e fuori terra a cui sono state abbinate bocche di lupo per aerazione poste a una quota superiore a – 2.70 m. Tutto il sistema presenta altresì un’impermeabilizzazione continua orizzontale e verticale sulle murature perimetrali.
Il sistema di impermeabilizzazione realizzato viene definito «a sacchetto»; partendo dall’esterno dell’ambiente da proteggere che si trova immerso nella falda, la struttura risulta separata da un involucro impermeabile che la avvolge completamente.

Le strutture orizzontali – platea e fondo fossa ascensore – sono state rivestite da teli bentonitici autoaggancianti al calcestruzzo tipo Volgrip Lh idonei a contenere ridotti battenti d’acqua (inferiori ai 5 m) e una impermeabilizzazione post getto per le superfici verticali tramite la posa di rivestimento impermeabile in pannelli bentonici idonei per spinte idrauliche positive costanti.
I muri verticali contro le paratie in calcestruzzo armato sono stati protetti con teli bentonitici preventivamente fissati alla superficie dei diaframmi.

La struttura di copertura dell’officina è realizzata attraverso il varo in quota di tegoloni prefabbricati Rdb.
La struttura di copertura dell’officina è realizzata attraverso il varo in quota di tegoloni prefabbricati Rdb.

La struttura generale. La copertura del primo piano della palazzina uffici è piana e composta da una struttura in calcestruzzo armato gettata in opera. L’impalcato del primo piano e del piano terra è costituito la lastre alveolari di 32 cm e getti integrativi di 5-6 cm posati su travi prefabbricate a L e T rovescia di differente geometria.
Per analogia anche l’impalcato previsto per il piano terra presenta l’integrazione di alcuni getti in opera per zone in cui risulta non si è resa possibile la posa delle lastre alveolari. Le travi sono vincolate con idonei dispositivi antisismici sulle mensole dei pilastri prefabbricati in calcestruzzo armato e sui setti dei nuclei di controvento con analogo sistema di fissaggio.
Le strutture verticali sono costituite da pilastri prefabbricati a doppia altezza con mensole per l’appoggio delle travi e da due nuclei scala di controventi in calcestruzzo armato posti nella zona dell’edificio che si sviluppa per i tre piani.

Per il tiro in quota dei solai alleggeriti si è utilizzata un’autogru carrata, la prefabbricazione ha portato una maggiore organizzazione e pulizia del cantiere rispetto all’utilizzo di tecnologie di tipo tradizionale.
Per il tiro in quota dei solai alleggeriti si è utilizzata un’autogru carrata, la prefabbricazione ha portato una maggiore organizzazione e pulizia del cantiere rispetto all’utilizzo di tecnologie di tipo tradizionale.

La copertura del primo piano costituisce l’ultimo impalcato dell’edificio e vista la maglia irregolare degli elementi verticali portanti (pilastri prefabbricati e setti in calcestruzzo armato) e la presenza di forometrie importanti, per poterla cantierizzare si è ricorso all’utilizzo di casseri in polipropilene riciclato tipo U-boot beton che oltre a un risparmio di peso ha permesso anche di restare all’interno di uno spessore strutturale complessivo di 36 cm.
Le sezioni resistenti sono costituite da un graticcio di travi ortogonali chiuse superiormente e inferiormente da una lastra piana. Sul perimetro della struttura a piastra è stata realizzata una pensilina in acciaio rivestita da lattoneria, costituita da profilati Ipe 100 posti a interasse 150 cm e profili secondari trasversali in angolare L 80 mm x 8 mm su cui sono state fissate le lamiere di copertura.
La chiusura cieca perimetrale degli ambienti è stata realizzata in blocchetti Ytong sui quali è stato successivamente ancorato il cappotto: la bassa trasmittanza termica della parete, unitamente alla tipologia e alle elevate prestazioni degli impianti, ha consentito il raggiungimento dei parametri rientranti nella categoria A di contenimento energetico.

La copertura del corpo basso (l’officina) è costituita da tegoli prefabbricati Magus Rdb dall’altezza di 74 cm e di 92 cm in semplice appoggio su campata da circa 15,00 m, posati in pendenza verso l’esterno dell’edificio in modo da convogliare le acque in una trave di bordo canale e poi nei pluviali posati all’interno dei pilastri prefabbricati in calcestruzzo armato e verso l’interno su 2 travi tipo Api Rdb dall’altezza di 105 cm e su una trave ad L che nella parte inferiore porta anche parte dell’impalcato in lastre alveolari. I tegoli sono fissati con staffe metalliche e tasselli alle travi di perimetro. Al di sopra di questi sono appoggiati i pannelli fotovoltaici e le finestrature per l’ingresso della luce solare.

Vista 3D
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L’appalto integrato è uno degli aspetti innovativi del Codice dei contratti pubblici. Vengono meno i limiti che la legge n°109 del 11 febbraio 1994 prevedeva per il ricorso a tale istituto (in una prima versione della norma, poi rivista, veniva meno anche la circostanza che oggetto del contratto potesse essere, in aggiunta ai lavori, la sola progettazione esecutiva, in quanto poteva essere dedotta in obbligazione anche la progettazione definitiva).
L’articolo 53 comma 2 del Codice, nel testo finale deliberato dal Consiglio dei ministri il 23 marzo 2006, prevede che il decreto o la determina a contrarre stabilisce, motivando, nelle ipotesi di cui alle lettere b) e c) dello stesso comma, in ordine alle esigenze tecniche, organizzative ed economiche, che il contratto ha a oggetto:

– la progettazione esecutiva e l’esecuzione di lavori sulla base del progetto definitivo dell’amministrazione aggiudicatrice (prima ipotesi, equivalente all’ex appalto integrato);

– ovvero (seconda ipotesi, corrispondente anch’essa all’appalto integrato ma, in parte, anche all’ex appalto concorso) previa acquisizione del progetto definitivo in sede di offerta, la progettazione esecutiva e l’esecuzione di lavori sulla base del progetto preliminare dell’amministrazione aggiudicatrice.

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In quest’ultimo caso, lo svolgimento della gara è effettuato, sulla base di un progetto preliminare, nonché di un capitolato prestazionale corredato dall’indicazione delle prescrizioni, delle condizioni e dei requisiti tecnici inderogabili.
All’interno dei compiti istituzionali, il direttore del settore Facility management e logistica del Gruppo Cap ha assunto il ruolo di Responsabile unico del procedimento indicendo ricerche di mercato sulle professionalità da reperire in ambito di progettazione architettonica, sostenibilità ambientale, direzione lavori e sicurezza in cantiere.
Il Rup ha gestito la commessa istituendo un servizio di «supporto e validazione» costituito da uno staff di professionisti: l’ing. Emanuele, tecnico specializzato in impianti e bioedilizia Faltracco; lo studio Avv. Maura Carta, studio legale specificamente incaricato per la gestione del contratto di appalto, e lo Studio Msc Associati ing. Danilo Campagna, collaudatore in corso d’opera con funzione di controllo tecnico e amministrativo.

Direzione lavori e watch dog. L’attività svolta dalla direzione lavori per la committente è stata articolata in due differenti fasi.
La prima fase riguardante la progettazione delle varianti in corso d’opera e nello specifico: verifica del budget dell’intervento (quadro economico) rispetto al progetto esecutivo validato e suo aggiornamento in base all’evoluzione del progetto, alle opere in riduzione e in aumento; gestione varianti e proposte progettuali e/o soluzioni tecniche migliorative formulate dall’impresa nel corso dei lavori, ai fini di ridurre i tempi dell’intervento senza modificare la qualità del progetto e i suoi obiettivi in termini di certificazioni energetica; supporto alla validazione dei progetti, del computo metrico e dei capitolati tecnici     delle opere in variante; costante verifica e condivisione del programma lavori.

Vista 3D
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La seconda in fase di cantierizzazione: informazione ai capisquadra e alle maestranze sulla conduzione dei lavori e sullo svolgimento in sicurezza degli stessi, anche in presenza di interferenze; gestione dei termini contrattuali di concerto con lo studio legale di supporto al Rup; controllo tempi e della qualità della produzione attraverso procedure di verifica intermedie rispetto agli stati d’avanzamento dei lavori; determinazione dei metodi di misurazione e verifica della qualità del realizzato di concerto con il collaudatore in corso d’opera; approvazione stati d’avanzamento dei lavori e verifica contabilità di concerto con l’ufficio appalti della Committente; verifica e assistenza all’eliminazione dei difetti a conclusione di ogni fase lavorativa e all’ultimazione complessiva dei lavori; relazione costante e sinergica con l’impresa e il direttore tecnico di cantiere al fine di programmare, coordinare e verificare ogni fase della lavorazione; assistenza alle operazioni di consegna e allestimento dell’immobile al committente; assistenza alla raccolta dei documenti as-built e alla chiusura della contabilità di   concerto con gli uffici della Committente che si occupano della successiva gestione e manutenzione dell’opera.

Da ultimo il cantiere, grazie ai modelli e alle modalità di coordinamento alla sicurezza impiegati dal coordinatore sicurezza in fase Esecutiva (controllo accessi, riunioni di coordinamento, coinvolgimento delle parti sociali, dei lavoratori, ecc) è stato scelto dall’Impresa come cantiere modello ottenendo il riconoscimento di Cantiere sicuro da parte del Comitato Paritetico Territoriale Cpt di Milano riconosciuto con la riduzione del 20% circa del premio Inail garantendo al Contractor maggiore competitività economica nelle future gare d’appalto pubbliche.

Il cantiere
Committente: Amiacque Srl, Gruppo Cap
Progettazione architettonica: Archilab, arch. Stefano Dedè
Progettazione strutturale: ing. Zarantonello (progetto definitivo) Studio Michaelides (progetto esecutivo)
Direzione lavori e progettazione opere in variante: Guffanti Group & Partners Srl, arch. Manuela Guffanti
Coordinamento alla sicurezza: Guffanti Group & Partners Srl, arch. Giampaolo Guffanti
Progettazione termotecnica: ing. Emanuele Faltracco
General Contractor: Tecno Edil Srl
Tipologia appalto: Appalto integrato

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