Professioni | Emergenza economica

Covid-19, Savoncelli: stiamo lavorando a ulteriori misure per i professionisti

Maurizio Savoncelli: «Stiamo lavorando a un ulteriore pacchetto di misure che siano davvero di supporto ai liberi professionisti per affrontare l'emergenza economica causata dalla pandemia. Le aree d'intervento sono cinque: fiscalità, politiche di welfare e integrazione socio-sanitaria, prolungamento degli ammortizzatori sociali, potenziamento degli strumenti per garantire liquidità, predisposizione degli strumenti per la piena ripresa di opere pubbliche infrastrutturali materiali e immateriali».
Maurizio Savoncelli presidente Consiglio nazionale geometri
Maurizio Savoncelli | Presidente Consiglio Nazionale Geometri.

È trascorso poco più di un mese dalla chiusura, lo scorso 4 marzo, di scuole e atenei in tutta Italia, prima tappa della progressiva “messa in quarantena” voluta dal Governo per frenare il contagio da Covid-19, resa più stringente  con la sospensione di tutte le attività non strategiche fino al 13 aprile (per ora).

Tra queste non rientrano le attività tecniche svolte dai geometri, ascrivibili a quelle più generali degli studi di architettura e ingegneria, collaudo e analisi tecniche di cui al codice Ateco 71, ma questo non significa averli preservati dai pesantissimi danni economici (e umani) che la pandemia sta già arrecando ai professionisti.

«Il primo effetto delle misure varate dal Governo – afferma Maurizio Savoncelli, Presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati – è la minore liquidità dovuta all’inevitabile contrazione delle attività professionali, molte delle quali difficilmente erogabili sia a fronte delle legittime e condivise raccomandazioni previste sin dal Dpcm  11/3/2020 (dalla distanza interpersonale alle limitazioni degli spostamenti), sia perché non sempre, e non per tutto, è possibile fornire servizi di consulenza a distanza, utilizzando strumenti e piattaforme digitali. Da qui la decisione, condivisa con la Rete delle Professioni Tecniche e il Comitato Unitario delle Professioni, e con l’opportuna sponda della Cassa Geometri, di andare in pressing sul Governo per assicurare un primo sostegno economico anche ai professionisti iscritti alle casse di previdenza privata, in prima battuta esclusi dalla platea dei beneficiari del bonus di 600 euro introdotto dal decreto Cura Italia per il mese di marzo».

Presidente Savoncelli, quanto fatto sin qui a supporto dei professionisti è costato molto lavoro ma non è ancora abbastanza…

È un primo passo. I paletti imposti dai requisiti reddituali (l’indennità spetta ai soli professionisti che nel periodo d’imposta 2018 hanno percepito un reddito complessivo non superiore a 35mila euro, o un reddito complessivo compreso tra 35mila e 50mila euro e che abbiano cessato, ridotto o sospeso la loro attvità a causa dell’emergenza sanitaria) evidentemente restringono la platea dei beneficiari, comunque significativa. Da questo punto di vista, riteniamo questa misura la prima di altre che dovranno venire: sempre assieme alla Rpt e al Cup stiamo elaborando una serie di proposte che puntiamo a fare accogliere dal Governo nel preannunciato decreto aprile.

Un’altra iniziativa che vi ha visti protagonisti è stata l’invio di una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con la quale chiedete di approntare un’adeguata strategia a sostegno di chi opera nella libera professione: a quali strumenti e provvedimenti pensate?

Stiamo lavorando a un pacchetto di misure articolate su cinque aree d’intervento: fiscalità, politiche di welfare e integrazione socio-sanitaria, prolungamento degli ammortizzatori sociali, potenziamento degli strumenti per garantire liquidità, predisposizione degli strumenti per la piena ripresa di opere pubbliche infrastrutturali materiali e immateriali. Vorrei però sottolineare anche altri passaggi della stessa lettera, e sono quelli nei quali si fa riferimento non a ciò che i professionisti chiedono, ma a quello che offrono: le competenze per fare ripartire il Paese. La fine (speriamo nel più breve tempo possibile) dell’emergenza sanitaria ci farà scoprire un Paese diverso, che dovrà essere governato con strumenti diversi. Ci sarà bisogno d’investire nei settori strategici come la sanità, le infrastrutture, la logistica e, parallelamente, ripensare al tema dell’efficienza del Paese, aumentando le competenze della pubblica amministrazione, semplificando l’apparato normativo, giocando finalmente (e fino in fondo) la partita del digitale. 

In questo scenario, quale ruolo assegna ai professionisti in generale e ai geometri in particolare?

I professionisti sono organi sussidiari dello Stato, e in quanto tali possono dare un enorme contributo in termini di semplificazione e quindi di competitività, che occorrerà recuperare in fretta, e prima degli altri, quando il Paese sarà chiamato a ripartire. In quel momento i geometri sapranno farsi trovare pronti e in grado di dare il proprio contributo, soprattutto sul versante della sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

Ha parlato di un Paese diverso, una volta superata la pandemia: come lo immagina?

Capace di cambiare in meglio. È quello che ci insegnano i terremoti: dalle macerie è possibile ricostruire case ancora più belle e sicure. È quello che è accaduto a L’Aquila, letteralmente distrutta 11 anni fa (era il 6 aprile 2009) e oggi considerata, a ben ragione, la città italiana più avanzata sul fronte antisismico. Una ricostruzione che deve tanto alla Categoria, al suo operato, al ruolo fondamentale svolto dal Collegio per dare sostegno agli iscritti, alla comunità e al territorio. Lo stesso ruolo viene svolto oggi da tutti i 110 Collegi italiani, impegnati a garantire ai propri iscritti, quando sarà possibile, la ripresa delle attività.

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