Design Tech for Future | White paper

Progetto Cmr ripensa gli spazi urbani post Covid-19

Progetto Cmr ha contribuito alla realizzazione del white paper promosso da DesignTech riflettendo su una nuova idea di cittĂ , basata sui concetti di smart e safe, con spazi aperti e di aggregazione sicuri, vivibili e versatili.

Per immaginare il nuovo mondo in cui vivremo post Covid-19, il DesignTech Hub di Mind Milano Innovation District ha costituito la Design Force, una task force composta da una ventina di studi di architettura e design, nazionali e internazionali, affiancati da professionisti in vari campi (ristorazione, scuola, sanità, etc.), con l’obiettivo di stilare, all’interno di un white paper, linee guida e spunti concreti per individuare possibili soluzioni che integrino design e tecnologia nel breve, medio e lungo periodo.

Il paper «Design Tech for Future» è stato sviluppato a partire da 13 tavoli tematici (Real Estate, Living, Workplace, Healthcare, Ristorazione, Retail, Banking, Hospitality, Public Spaces, Mobility, Supply Chain, Social Innovation, Education) che hanno indagato la trasformazione degli spazi della vita quotidiana, rendendoli sicuri e adatti alla società post pandemia.

Progetto Cmr ha contribuito attivamente alla realizzazione del white paper focalizzandosi sul tema dei Public Spaces. L’emergenza sanitaria del Covid-19 ha posto l’urgente necessità di ripensare gli spazi urbani per favorire un maggiore senso di tranquillità, sicurezza e vivibilità.

In un primo momento i luoghi pubblici dovranno quindi considerare il distanziamento sociale come elemento dominante, riprogettando e adattando i propri spazi per rispettare le nuove indicazioni. Passata la crisi, il modello di città dovrà evolversi da «smart» a safe city, dove la tecnologia sarà il mezzo attraverso cui garantire la sicurezza e il controllo degli spazi e la pianificazione urbana tenderà verso un nuovo concetto di città multicentrica, lontana dal modello di megalopoli che oggi vediamo.

Si potrà, dunque, immaginare una città rifunzionalizzata in più aree che possano offrire servizi adeguati ai cittadini evitando il concentramento di alcune attività in pochi punti (istruzione, commercio, servizi alla salute, welfare territoriale), gestendo i flussi di entrata e uscita dai luoghi di aggregazione, promuovendo un sistema di trasporto sostenibile e immaginando strutture in grado di trasformarsi all’occorrenza e fungere da supporto strategico agli ospedali.

In un’ottica di evoluzione del modo di vivere gli spazi collettivi, le relazioni architetto-committente e architetto-fornitore devono essere rivalutate a vantaggio di un ampliamento di competenze del team di progetto.

Infatti, le conoscenze di tutti i soggetti coinvolti dovranno integrarsi per arrivare a soluzioni (architettoniche, immobiliari, tecnologiche) che tengano conto delle esigenze di tutti, in primis degli utenti a cui gli spazi saranno destinati. (vb)

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