Edilizia | Detrazioni fiscali

In Gazzetta Ufficiale il decreto Sostegni Ter: spiazzata la filiera edile sulla cessione del credito

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale - 27.01.2022 n. 21 - il Decreto Sostegni ter - dl n. 4 del 27.01.2022. La modifica introdotta alla cessione dei crediti spiazza la filiera edile. Così Virginio Trivella: "Una soluzione corretta e che non favorisce le truffe è quella di consentire i trasferimenti tra soggetti della filiera collegati da rapporti contrattuali legittimi (es. fornitori-installatori, soggetti appartenenti a reti e consorzi, ecc). Non è difficile da capire e da trasformare in un testo. Ma subito, non tra tre mesi".

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale – 27.01.2022 n. 21 – il Decreto Sostegni ter – dl n. 4 del 27.01.2022 che introduce misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da Covid-19, nonché per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico.

Per quanto concerne il contrasto alle frodi nella cessione dei  crediti, l’articolo 28 Misure di contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche del decreto legge interviene con il comma 1 con alcune modifiche agli articoli 121 e 122 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 convertito dalla legge 17 luglio 2020, n. 7. che consentono di cedere il credito 1 sola volta. Una modifica che spiazza la filiera edile e che si traduce di fatto in una “stretta” al superbonus. Intanto il Parlamento di prepara a dare battaglia sul punto.

Non è così che si combattono le frodi | Gli operatori

Gabriele Buia (Ance): «Spiace vedere che all’interno di un decreto che si chiama ‘sostegni’ è stato inserito un provvedimento che di sostegno non ha proprio nulla sia per le imprese che per i cittadini”. Nonostante le proteste di gran parte del mondo economico e le proposte sul tavolo di soluzioni alternative che noi per primi abbiamo suggerito, il Governo ha deciso di non ascoltare nessuno, mettendo così di fatto un’ipoteca sui cantieri del Superbonus 110%. I nuovi vincoli alla cessione dei crediti per gli interventi derivanti dai bonus edilizi, infatti, come segnalato da tutti gli operatori economici compresa l’Abi, avranno un impatto pesantissimo sui lavori in corso con il rischio di creare migliaia di contenzioni e di bloccare interventi già avviati con gravi ripercussioni sociali ed economiche per famiglie e imprese. Una norma incomprensibile contro la quale si sono espressi anche molti esponenti della maggioranza. Facciamo appello al Parlamento perché corregga al più presto questa stortura che rischia di mettere a repentaglio la ripresa economica. Non è così che si combattono le frodi. Serve  una qualificazione delle imprese e la tracciabilità delle operazioni altrimenti finiamo solo con il penalizzare le imprese e i cittadini onesti».

Così commenta Virginio Trivella (Rete Irene) sul suo profilo Linkedin: «La soluzione individuata di liberalizzare la circolazione tra gli operatori finanziari qualificati risolve solo i loro problemi, e non anche quelli delle filiere industriali, in cui i piccoli operatori si appoggiano a soggetti collettori a cui sono stabilmente collegati. Questo è un modello virtuoso che deve’essere preservato, ma che sarà spazzato via dal testo attuale ma anche dalla modifica di cui si è detto. Una soluzione corretta e che non favorisce le truffe è quella di consentire i trasferimenti tra soggetti della filiera collegati da rapporti contrattuali legittimi (es. fornitori-installatori, soggetti appartenenti a reti e consorzi, ecc). Non è difficile da capire e da trasformare in un testo. Ma subito, non tra tre mesi».

Unicmi: «Non aver voluto accogliere le impostazioni suggerite dall’intero comparto delle costruzioni significa nei fatti azzoppare due strumenti fondamentali per la fruibilità dei bonus (superbonus, ecobonus, bonus casa) come sconto in fattura e cessione del credito. Con l’aumento dei costi e con l’allungamento dei tempi necessari ad avviare i cantieri questa norma che limita le cessioni multiple di crediti fiscali rischia di avere effetti devastanti sul mercato, contraendo in modo determinante l’appeal dei provvedimenti e con essi la possibilità di continuare la ripresa dei fatturati di tutto il mondo delle costruzioni che nel 2021, grazie ai bonus, allo sconto in fattura e alla cessione del credito, avevano contribuito a garantire l’aumento del Pil italiano. Unicmi, nelle prossime settimane, concentrerà la propria azione per sensibilizzare i parlamentari a modifiche di questo provvedimento in sede di conversione del dl in legge».

Finco: «Cessione del credito. Gravissima difficoltà delle imprese con le nuove misure. Le associazioni del settore costruzioni specialistiche e superspecialisti che chiedono a Governo e Parlamento la più rapida conversione in legge del dl 4/2022 contestualmente ad un emendamento concordato fra Governo e Gruppi Parlamentari che elimini o modifichi l’articolo 28 del provvedimento o, in alternativa, al Governo l’emanazione di un nuovo, urgente, Decreto Legge che modifichi la sostanza dell’articolo 28. Infatti, l’attuale stesura di tale articolo, con l’impossibilità di cessione del credito più di una volta, blocca nei fatti (anche in maniera retroattiva) numerosissimi cantieri impegnati nella riqualificazione energetica degli edifici e nella messa in sicurezza antisismica del nostro Paese. Il comparto italiano delle costruzioni chiede conseguentemente la massima sollecitudine per la modifica del citato articolo 28 perché le imprese italiane non possono sopportare 60 giorni di blocco delle attività, perché i cittadini non devono essere lasciati nella più assoluta incertezza in merito al recupero dei loro crediti fiscali dallo Stato e perché si evitino gravissime ripercussioni occupazionali».

I professionisti tecnici sulla cedibilità del credito

«La Rete Professione Tecniche conferma la netta contrarietà a questo provvedimento. I professionisti tecnici italiani trovano davvero paradossale che un decreto che si definisce “Sostegni” finisca con l’affossare l’iniziativa del Governo che in questi ultimi mesi si è dimostrata di gran lunga la più efficace, a tal punto da determinare buona parte della crescita economica che il Paese ha registrato nel corso del 2021. Così come appare paradossale che questa nuova stretta, che di fatto bloccherà gli interventi, frenando il rilancio dell’economia e riducendo di molto la crescita del Pil, sia stata inserita proprio in questo decreto. Per l’ennesima volta la RPt è costretta ad assistere al tentativo di scoraggiare l’utilizzo di questi strumenti. È facile prevedere come questa ulteriore modifica aumenterà l’incertezza e la confusione tra gli operatori del settore e tra i cittadini beneficiari, col risultato di ridurne fortemente la portata. Il tutto a detrimento del rilancio economico. I professionisti tecnici comprendono l’esigenza del Governo di limitare i fenomeni di frodi e speculazioni. Tuttavia, ritengono che la via seguita sia quella sbagliata. A questo proposito, avevano suggerito un emendamento che, salvando la cedibilità del credito, avrebbe consentito di ovviare al rischio frodi, sfruttando meglio gli strumenti informatici e le banche dati a disposizione dell’Agenzia delle Entrate. Purtroppo le nostre proposte in merito non sono state prese in considerazione. Purtroppo la Rpt è costretta a constatare che nel nostro Paese la lotta alle pratiche illecite non viene condotta tramite semplificazioni e controlli, ma ancora una volta attraverso la riduzione dell’efficacia delle leggi».

Oice, a rischio le commesse superbonus, con ricadute pesantisulla filiera del Progetto.  «Siamo allineati ai colleghi delle costruzioni nel denunciare gli effetti deleteri derivanti dall’articolo 28 del Decreto sostegni-ter che ci auguravamo fossero rivisti prima della pubblicazione in gazzetta. Non è comprensibile dare segnali così contraddittori a un mercato dei servizi tecnici, così come a quello delle costruzioni, che si è attrezzato per fare fronte a una domanda imponente e poi si vede cambiare ogni tre mesi le norme, già di per sé non cristalline ab initio. In prospettiva Oice si attende una profonda riflessione sulla misura del Governo: per alcuni furbetti del superbonus si penalizza un’intera filiera cambiando le regole in corsa, con accordi con i proprietari già in essere. Auspichiamo che in sede parlamentare si metta mano a questo blitz improprio e dannoso che se non rettificato creerà contenziosi e fermi indefiniti delle iniziative in corso, con danni a tutto tondo ma soprattutto sulla ripresa di un settore che aveva visto finora oltre 17 miliardi d’interventi attivati con i bonus edilizi».

Laura Michelini, presidente Anfit. «All’interno del testo vengono affrontati tanti temi, tra cui uno che tocca direttamente il mondo dei serramenti ovvero la disciplina in materia di cessione del credito derivante da interventi edilizi. L’articolo 26 affronta questo tema modificando l’articolo 121 del dl 34/2020 per l’ennesima volta in poco più di un anno e mezzoLo spirito di questa modifica è di contrastare le frodi che caratterizzano questo tema cercando di tenere una traccia ben precisa dei flussi. Come spesso accade, però, un intento giusto genera a volte provvedimenti discutibili. L’articolo 26 del Decreto Sostegni Ter, infatti, introduce una stretta al numero di cessioni del credito consentite, riportando la legislazione in linea con quanto era previsto in epoca pre-pandemica. In pratica vengono vietate ulteriori cessioni del credito oltre la prima. La continua modifica della disciplina che regola il mondo dell’edilizia, e in particolare dei crediti fiscali da essa derivanti, causa un clima di incertezza e di sfiducia che agisce negativamente sul mercato. Inoltre, le tempistiche indicate nell’articolo 26 per l’entrata in vigore delle modifiche sono del tutto incompatibili con una qualsiasi forma di organizzazione aziendale. Pur riconoscendo che la problematica delle frodi legata ai crediti edilizi è reale e richiede un controllo preliminare per evitare eventuali danni. Il colpire tutti a seguito della disonestà di pochi è un meccanismo tipicamente italiano, ma che penalizza tutto il mercato. Ma vogliamo con forza ribadire che l’operatività di Anfit e il suo servizio di gestione crediti erogato tramite Anfit srl rimane piena e invariata senza subire nessun effetto prodotto dalle modifiche dell’articolo 26 del Decreto Sostegni Ter».

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