Speciale Convegno | Edificio Salubre

La salubrità indoor richiede un’onda culturale che deve agire sulla qualità dell’ambiente costruito

Il punto di vista di Gaetano Settimo (Istituto Superiore di Sanità) sulla salubrità degli ambienti confinati al convegno l'Edificio Salubre.

«La salubrità indoor è un tema che richiede un’onda culturale che deve agire sulla qualità dell’ambiente costruito, sul livello di conoscenza della qualità dell’aria indoor, che promuova la partecipazione (progettisti, costruttori, produttori, gestori, popolazione).

La qualità dell’aria indoor dipende fortemente dall’efficienza energetica e dal livello di ventilazione dell’edificio, che deve essere adeguato all’elevata efficienza energetica. Gli interventi di efficienza energetica vengono effettuati per migliorare la qualità dell’involucro/isolamento dell’abitazione o dell’edificio, i sistemi di riscaldamento, con l’obiettivo di creare abitazioni più calde.

Troppo spesso il risultato è: ambienti poco ventilati, troppo isolati, troppo riscaldati, costruiti con materiali che inquinano l’aria. I risultati non si concentrano sul miglioramento della Salute degli occupanti. La riqualificazione del costruito va affrontata in maniera integrata per produrre i risultati migliori nel modo più efficiente, piuttosto che tentare di affrontare individualmente le problematiche. Dobbiamo prevenire l’effetto moltiplicatore delle emissioni.

Le città del mondo occupano solo il 3% del territorio del nostro pianeta, ma rappresentano il 60-80 % del consumo di energia e la rapida urbanizzazione sta esercitando pressione sulle forniture di acqua potabile, depurazione acque reflue, ambiente di vita (indoor) e salute pubblica.

Ma l’alta densità abitativa in aree urbane può portare a guadagni di efficienza e d’innovazione tecnologica, riducendo il consumo di risorse e di energia. In Italia la qualità dell’aria negli edifici pubblici (uffici, scuole, strutture sanitarie, ecc.) e nelle abitazioni è quasi sconosciuta (mancano dati, descrizione tipologia degli edifici, sui materiali, sui consumi energetici, dotazioni impiantistiche).

Le persone devono essere informate sul pericolo che gli inquinanti indoor possono comportare per la salute umana. Occorre lavorare sulla riduzione delle sorgenti che provocano un aumento del carico inquinante indoor, per es. materiali a ridotto livello emissivo, prodotti di finitura, intermedi per la posa, sigillanti, riempitivi, prodotti per l’arredo. Devono essere applicate le normative sui materiali (corretto uso, materiali a ridotto livello emissivo).

Un ruolo fondamentale è della ricerca e innovazione sui materiali, ma anche degli strumenti di misura e delle metodologie: occorre sviluppare norme, criteri di qualità, linee guida, monitoraggi e controlli (sorgenti, ventilazione, materiali), corretta valutazione dei rischi in ambienti lavorativi indoor, avviare un confronto con  gli enti di controllo e di ricerca (ASL, INAIL, ARPA, ISPRA, ISS, CNR) che hanno maturato esperienze in materia, fare attenzione agli interventi legati al risparmio energetico e mettere in atto di programmi di informazione/formazione specifica e non generica». Per approfondire

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