Punti di Vista | Maurizio Savoncelli, Presidente Consiglio Nazionale Geometri

Alla prossima legislatura chiediamo di valorizzare le nostre proposte: concrete, realizzabili e dai risultati misurabili

Come espressione autentica di un rapporto fiduciario con la collettività e punto di riferimento dei cittadini nella gestione del patrimonio immobiliare e nell’interlocuzione con la pubblica amministrazione, l’impegno che vogliamo assumere con gli attori della 18° legislatura, è quello di fornire suggerimenti e contributi in materia di prevenzione sismica e idrogeologica, riqualificazione del patrimonio edilizio, rigenerazione urbana, contenimento del suolo e riuso del suolo edificato.
Maurizio Savoncelli presidente Consiglio nazionale geometri
Maurizio Savoncelli | Presidente Consiglio Nazionale Geometri.

Innovazione, competenze, sinergia: le parole che servono all’Italia per crescere.

Lo scorso 28 dicembre il Presidente della Repubblica Sergio Matterella, ai sensi dell’articolo 88 della Costituzione, ha firmato il decreto di scioglimento delle Camere; a seguire, il Governo ha fissato al 4 marzo la data delle elezioni politiche. Giunge così a termine la 17° legislatura, caratterizzata dall’alternarsi di tre governi (Letta, Renzi, Gentiloni), interventi riformatori sui temi del lavoro e dell’occupazione, ampliamento dei diritti civili, aumento del Pil sulla scia della ripresa economica mondiale.

A pochi giorni dal voto, sono due gli auspici della Categoria. Il primo è che gli italiani si rechino numerosi alle urne: la percentuale di voto è l’indicatore più affidabile della vicinanza (o della distanza) dei cittadini alla politica e della fiducia nelle istituzioni. Il voto – giova sempre ricordarlo – è un diritto e un dovere civico: rinunciare ad esercitarlo è una sconfitta. Per tutti.

Valorizzazione dell’ascolto

Il secondo è che gli eletti abbiano contezza delle richieste reali dei cittadini, e che sarà necessario mettersi totalmente al servizio di un Paese che deve tornare a crescere sotto il profilo economico e sociale. Servirà mettere a sistema le esperienze e le competenze di tutti; servirà elaborare una visione strategica di lungo periodo; serviranno idee e strumenti adeguati per realizzarla. Soprattutto, servirà l’ascolto.

Ci piacerebbe che la novità della fase politica che si aprirà all’indomani del 4 marzo fosse la valorizzazione dell’ascolto della società e dei soggetti deputati alla rappresentanza, e per questo chiediamo sin da ora a chi sarà chiamato a legiferare, e poi a governare, di dare voce anche ai professionisti, risorsa e “pilastro” dell’Italia, espressione autentica di un rapporto fiduciario con la collettività.

La conoscenza del territorio

Noi geometri, in particolare, siamo la categoria che maggiormente vive il territorio, il punto di riferimento dei cittadini nella gestione del patrimonio immobiliare e nell’interlocuzione con la pubblica amministrazione; l’impegno che vogliamo assumere con gli attori della 18° legislatura, quindi, è fornire suggerimenti e contributi sul tema e in merito ai suoi corollari: prevenzione sismica e idrogeologica, riqualificazione del patrimonio edilizio, rigenerazione urbana.

Portare a compimento il lavoro cominciato nella scorsa legislatura

Le proposte già avanzate nella legislatura precedente – come Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati e assieme alla Rete delle Professioni Tecniche – meritano di avere seguito anche in quella che verrà: ricordo, tra le altre, il “Piano nazionale di prevenzione sismica” confluito nel progetto “Casa Italia”; gli impegni assunti con la firma del protocollo d’intesa con il Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione delle aree colpite dal terremoto del Centro Italia del 2016; i contributi focalizzati sul contrasto al dissesto idrogeologico messi a disposizione della Struttura di missione #Italiasicura, gli interventi alla discussione dell’esame del disegno di legge sul contenimento del suolo e riuso del suolo edificato.

Sono proposte concrete, realizzabili e dai risultati misurabili; sono, in definitiva, leve strategiche per portare a compimento le riforme avviate nella scorsa legislatura. Ma da sole non bastano: è impossibile anche solo immaginare interventi strutturali da realizzare negli anni a venire (peraltro interrelati a temi epocali quali la sostenibilità ambientale, il risparmio energetico e la riduzione del consumo di suolo) senza un sistema normativo adeguato, ossia agile, flessibile, capace di far fronte alla complessità e soprattutto alla velocità dei cambiamenti che avvengono in ogni contesto.

Trasparenza e snellimento delle procedure

Uno degli aspetti più critici del sistema normativo italiano, infatti, è la sua incapacità di stare al passo con i tempi, a causa soprattutto di lungaggini burocratiche deleterie e ormai insopportabili: andare nella direzione della trasparenza e dello snellimento delle procedure significa ridurre in maniera drastica la corruzione e il contenzioso, fattori che più di altri determinano l’immobilismo del sistema produttivo in generale, edilizio in particolare.

Innovazione, competenze, formazione

Le nostre proposte, al contrario, spingono in una direzione diametralmente opposta, dove sia possibile dare senso compiuto ai concetti di innovazione, competenza e formazione; dove la ricomposizione tra spazio e società sia il risultato della riflessione svolta da chi ha una conoscenza puntuale del territorio, e non un mero esercizio a tavolino; dove il ripensamento della questione urbana possa procedere di pari passo alla messa a sistema degli strumenti necessari per attuarla, in primis la semplificazione e la sussidiarietà.

Un principio, quest’ultimo, che consente allo Stato (in alcun modo privato dei suoi compiti essenziali) di delegare ai professionisti le funzioni amministrative riservandosi quelle di programmazione e controllo, liberando così risorse umane e finanziarie da impiegare nell’erogazione dei servizi.

Su questo tema i geometri, unitamente alle altre categorie riunite nella Rete delle Professioni Tecniche, hanno avanzato le loro proposte nel corso dell’iter di approvazione del Jobs Act autonomi, e volentieri le metterebbero a disposizione del Parlamento e del Governo che verrà.

Rendere il Paese meno fragile

Mettere a sistema le competenze specifiche e convergere tutti – le istituzioni, la politica, le professioni – verso il medesimo obiettivo di rendere il Paese meno fragile da un punto di vista morfologico e più moderno da un punto di vista normativo, non potrà che renderlo più attrattivo da un punto di vista turistico (la “grande scommessa” ancora incompiuta) e degli investimenti immobiliari, favorendo la ripresa del mercato del lavoro a vantaggio soprattutto dei giovani, sempre più “in fuga”.

Giovani, lavoro, istruzione tecnica

I ragazzi che vanno all’estero in cerca d’impiego sono tanti, forse troppi; e se per alcuni è un legittimo desiderio di autonomia e indipendenza, per tanti è l’unica alternativa per evitare di essere risucchiati nella percentuale ancora troppo elevata della disoccupazione giovanile (oltre il 30% della fascia di età 15/34, secondo le ultime rilevazioni Istat) o, peggio, dei Neet, giovani che non lavorano, non studiano e non sono inseriti in alcun percorso formativo (20% della fascia di età 15/29, sempre secondo l’Istat).

Va da sé che chi sarà chiamato a governare non potrà esimersi dall’affrontare la questione, ma anche in questo caso chiediamo un approccio serio oltre che competente, che prenda l’avvio dall’analisi dei meccanismi reali di un mercato del lavoro che chiede a gran voce di rilanciare l’istruzione tecnica, collegandola a percorsi accademici professionalizzanti, sul modello di quanto accade in Francia e in Germania.

Sul tema, rivendico l’impegno della Categoria nel proporre un percorso di laurea triennale professionalizzante e abilitante alla professione, che ha contribuito da un lato a delineare la fisionomia delle lauree triennali professionalizzanti previste dal Miur (decreto Fedeli n. 935/2017) in vigore dall’anno accademico 2018/2019, dall’altro a favorire la nascita (al nord, al centro, al sud) di percorsi formativi di eccellenza che mettono in rete atenei, collegi professionali e istituti tecnici CAT, con l’obiettivo di valorizzare il territorio e le sue potenzialità, nonché inserire nel tessuto produttivo giovani di 22 anni con una formazione di livello accademico.

In Parlamento esiste già una proposta di legge che configura la “laurea del geometra”: è l’Atto Camera 4030, “Disciplina della professione di geometra e norme per l’adeguamento delle disposizioni concernenti le relative competenze professionali”. Il punto di forza più immediato ed evidente è l’interesse trasversale dei diversi schieramenti politici, che ne hanno colto la portata innovativa, l’impegno a far crescere le competenze, a valorizzare la sinergia tra il mondo della scuola, dell’università e del lavoro.

di Maurizio Savoncelli,
Presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati

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