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Legge di stabilità e Milleproroghe: le considerazioni di Finco

Angelo Artale, direttore di Finco, interviene su alcune tematiche e provvedimenti approvati dalla Legge di stabilità 2014. In particolare, l’aumento della ritenuta d’acconto sui bonifici per le ristrutturazioni edilizie e la scadenza delle concessioni autostradali.

Con la Legge di stabilità 2014 sono state approvate misure che interessano fortemente, e in qualche caso in modo vitale, i settori rappresentati da Finco.
Il rinnovo del sistema agevolativo sull’efficienza energetica e l’introduzione di quello riguardante gli aspetti di prevenzione sismica hanno costituito fatti certamente positivi e di attenzione verso alcuni dei settori della piccola impresa (cioè il 95% del totale) trainanti per l’economia italiana: infissi, strutture opache orizzontali e verticali, pannelli solari termici, impianti di climatizzazione, interventi «a cappotto»…

Angelo Artale | Direttore Finco
Angelo Artale | Direttore Finco

Angelo Artale | Direttore Finco
«In questo senso l’azione della Federazione ha prodotto effetti positivi e «misurabili» ed ha anzi grandemente contribuito all’allargamento della possibilità di detrazione fiscale anche ad altre due importantissime tipologie applicative.
In primo luogo quella riguardante «l’efficienza sismica», cioè la possibilità di applicare il bonus del 65% alla messa in sicurezza (parliamo sostanzialmente di acciaio, carpenteria, cemento armato, legno strutturale) delle abitazioni in un Paese che è quasi tutto a rischio sismico, come ci ricordano eventi tragici quanto ricorrenti.
È vero che la misura è limitata al 2015 e alle zone sismiche 1 e 2 (non anche a quelle 3 e 4) della ormai nota ordinanza della Presidenza del Consiglio n. 3274 del 20 marzo 2003, ma è un inizio, che dobbiamo soprattutto alla tenacia e alla perseveranza con cui l’on. Realacci e la Commissione ambiente della Camera dei deputati, da lui presieduta, ha insistito sul tema.

Peraltro la Federazione confida si capisca, magari in occasione della prossima legge finanziaria o di stabilità, che dir si voglia, che è vero solo in teoria che l’allargamento territoriale dell’ammissibilità della detrazione provochi maggiori esborsi. Ciò per due motivi ormai (speriamo) riconosciuti:

  1. i costi del «risparmio sismico» per l’Erario sono incommensurabilmente più alti di quelli della ricostruzione e dell’emergenza;
  2. le minori entrate per l’Erario sono solo teoriche. Molti interventi infatti non si effettuerebbero senza la misura agevolativa. Nella maggior parte dei casi, quindi, lo Stato incassa un 35% aggiuntivo di investimento piuttosto che perdere il 65%. E occorre dare atto alle Commissioni bilancio dei due rami del Parlamento, alla Ragioneria di Stato e al Ragioniere generale Franco di avere seriamente considerato questi aspetti.

La seconda estensione, non meno importante e razionale, seppur più di nicchia, riguarda il settore delle schermature e dei filtri solari, finora inspiegabilmente escluso dal bonus del 65% (e per la verità anche da quello del 50% per le ristrutturazioni edilizie) senza alcun motivo plausibile e scientifico, tant’è vero che nel cosiddetto Conto termico era già incluso, sia pure con riferimento ai soli interventi volti all’efficientamento degli edifici pubblici.
Abbiamo scelto con decisione di puntare sulle caratteristiche di riqualificazione energetica proprie delle schermature e dei filtri solari in un Paese in cui si affrontano maggiori costi per difendersi dal caldo che dal freddo, evitando improbabili scorciatoie che avrebbero assimilato le schermature ad elementi di arredo e avrebbero (forse) consentito loro di accedere alla meno «pregiata» misura del 50%. Il risultato è stato conseguito grazie, occorre sottolinearlo, alla sensibilità di un ristretto gruppo di deputati della maggioranza (Bragantini, Braga, Fregolent, Borghi, Mazzoli), che hanno operato in maniera seria e convinta, valutando i dati e le conseguenze economiche, senza preconcetti da un lato, ma anche senza sconti di alcun tipo.

Positivo anche l’allargamento ai generatori di calore alimentati a biomasse combustibili.

Importantissima è infine la proroga delle detrazioni del 50% per le ristrutturazioni edilizie, in un Paese dove (speriamo sia un dato acquisito e non solo un’enunciazione politicamente corretta dell’ultima ora e motivata dalla mancanza di mercato per le nuove costruzioni) la riqualificazione degli edifici è, e sarà sempre di più, prevalente sulle costruzioni ex-novo».

Venendo agli aspetti negativi, sia nella Legge di stabilità che nel cosiddetto Milleproroghe da poco presentato al Parlamento per la conversione (decreto 31 dicembre 2014, n. 192), Artale ha evidenziato in particolare che:
«Per quanto riguarda i diversi settori rappresentati da Finco, non c’è dubbio che uno dei nodi più spinosi della Legge di stabilità è rappresentato dall’aumento dal 4 all’8% della ritenuta di acconto sui bonifici effettuati a fronte degli interventi per le ristrutturazioni energetiche ed edilizie. Si tratta di un drenaggio di liquidità a carico delle piccole imprese davvero ragguardevole e in taluni casi ostativo agli interventi stessi.

Per ciò che concerne più strettamente il citato decreto legge n. 192/2014, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative, pur apprezzandosi l’allungamento al 31 dicembre del 2015 della norma che prevede un’anticipazione del prezzo a favore dell’appaltatore, non può tacersi la misura a favore delle concessioni autostradali , che prevede un’ulteriore proroga temporale all’obbligo di accorpamento delle tratte che consentirebbe l’allungamento, ancora senza gare, delle concessioni stesse. Per fortuna, tuttavia, i gestori dicono che non aumenteranno più del 1,5% le loro pretese di rialzo dei pedaggi (i concessionari volevano dal 5 al 10%)!!! Da non crederci (ed infatti in Europa ci stanno guardando con sorpresa). Non si trovano sostituti agli attuali gestori? Non si rientra dagli investimenti? La scadenza delle concessioni era nota da tempo, non bisognava aspettare l’ultimo momento».

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