L’intervista | Ing. Massimo Angelo Deldossi, Presidente Ance Brescia

Il Bresciano ha l’edilizia nel dna: il mondo del lavoro ne raccolga la sfida

Ing. Massimo Angelo Deldossi, presidente di Ance Brescia: "Lo sviluppo del settore non dipende dalle sole imprese, ma da ogni ingranaggio del sistema. Tutte le rotelle devono incastrarsi perfettamente ed essere in sincronia con le altre per funzionare correttamente. Le imprese, i professionisti, i cittadini, possono impegnarsi, fare la propria parte, ma senza gli strumenti e un reale supporto per lo sviluppo solido del mercato, ogni sforzo sarà sprecato e inutile".
Ing. Angelo Massimo Deldossi | Presidente Ance Brescia.

Il rapporto Unioncamere sull’edilizia in Lombardia nel terzo trimestre 2021 indica la continuazione di una consistente crescita del volume d’affari delle imprese lombarde delle costruzioni: la variazione su base annua è pari al +16,9%, un incremento significativo considerato che l’analogo periodo del 2020, con il quale viene fatto il confronto, era stato caratterizzato da una intensa ripartenza dei livelli di attività dopo il blocco dei cantieri avvenuto durante il primo lockdown. Con i presidenti delle territoriali lombarde di Ance la situazione nelle diverse province, e con il presidente di Ance Lombardia, Tiziano Pavoni, tratteggiamo il quadro regionale. L’intervista all’ing. Massimo Angelo Deldossi, presidente di Ance Brescia.

Presidente Deldossi, i dati bresciani in termine di crescita del volume d’affari rispecchiano le indicazioni generali della regione lombarda presentate da Unioncamere nel suo recente Rapporto?

Sì, decisamente. L’economia del territorio prosegue il suo trend positivo in tutti i settori in particolare quello edilizio. Infatti, nel terzo trimestre dello scorso anno si è registrato un incremento della natalità delle imprese bresciane pari al 4,9% rispetto alla media del triennio 2017 – 2019.

Qual è lo stato dell’arte in questa fase dell’edilizia bresciana?

Ci troviamo in una fase di crescita che gode, inoltre, del periodo di fermento alimentato dai bonus edilizi. Il mercato è in ripresa, sano e la piazza è piena di opportunità. Uno scenario florido che si avvale di un panorama di imprese serie, qualificate e in molti casi forti di lunghi anni di esperienza tramandata da generazioni. Ma se il settore da una parte ha acquisito sicurezza, dall’altra ha portato in superficie anche le proprie debolezze. Il tessuto imprenditoriale è caratterizzato da piccole e medie imprese, poco predisposte alle logiche del business. Anche la digitalizzazione è un aspetto carente nella maggior parte delle realtà e questo è dovuto anche ad una mancanza di conoscenza e di lungimiranza.

Brescia quali peculiarità territoriali presenta rispetto al resto della Lombardia?

Credo che un aspetto caratterizzante del nostro territorio sia la predisposizione all’edilizia. Ce l’abbiamo nel Dna, non è una materia sconosciuta anche ai più estranei. Questa sensibilità la si percepisce anche nell’attenzione rivolta dalle istituzioni nei confronti delle tematiche proposte dal settore. Ad esempio, grazie al lavoro di Ance Brescia e del sistema edile è nato due anni fa Campus Edilizia Brescia, un progetto che coinvolge le realtà più autorevoli del territorio quali il Comune e la Provincia, gli ordini professionali, la camera di Commercio e l’Università, con l’obiettivo di migliorare l’immagine del costruito bresciano attraverso un piano di sviluppo dell’area urbana.

Anche per la spinta del Superbonus, in questi mesi è cresciuto il numero di imprese del settore?

In soli tre mesi il settore delle costruzioni bresciano ha visto nascere oltre 300 nuove imprese e incrementato il fatturato del 4,1% rispetto al secondo trimestre. Un trend in crescita che si ripete ormai da un anno a questa parte. Un dato positivo, ma che deve essere trattato con le dovute precauzioni. Meglio non soffermarsi alla quantità, ma alla qualità delle nuove imprese nate.

E quelle del sistema Ance?

Anche le imprese di Ance Brescia sono aumentate. Questo dovuto in parte all’incremento della natalità di nuove attività, ma anche alla capacità dell’Associazione di supportare con professionalità le imprese, soprattutto nel momento del bisogno. Nel periodo della pandemia, durante un clima di agitazione e di totale smarrimento, i funzionari di Ance Brescia hanno lavorato duramente, dando un supporto ad ogni impresa, associata e no, con consulenze, incontri e webinar dedicati, per premettere alla filiera di ripartire in sicurezza. L’impegno ci ha premiati e le imprese hanno trovato nell’associazione un valido assistente per la crescita della propria realtà.

Sul tema manodopera, quali sono i principali problemi, considerando sia i dipendenti diretti, sia l’apporto di professionisti esterni, immaginando che le attività spinte dal Superbonus, anche per la loro temporaneità, non sempre consentano di assumere, tanto meno a tempo indeterminato, figure tecniche e professionali?

Nonostante il territorio bresciano sia stato da sempre punto di riferimento dell’edilizia e fucina di operatori specializzati, le imprese hanno difficoltà nel trovare nuova manodopera professionale e preparata. Non darei la colpa alla precarietà dei contratti, perché se un lavoratore è bravo e in gamba il posto è garantito e le occasioni di crescita sono tante. Occorre far leva sugli aspetti dell’edilizia troppo spesso dati per scontato e poco valorizzati, comunicandoli in modo efficace per abbattere l’immagine comune di un settore vecchio e poco incline al progresso. L’edilizia non inizia e si esaurisce nel solo cantiere, ma è sempre più eterogenea in grado di toccare diverse aree dal punto di vista pratico, al progettuale sino al tecnico e addirittura all’artistico. Finché non facciamo comprendere le opportunità offerte dal nostro settore, sarà difficile essere attrattivi anche sotto l’aspetto lavorativo.

Presidente, in generale quali sono le principali criticità che emergono dalle imprese in questo periodo?

In questo periodo l’edilizia si è presa finalmente il ruolo principale che gli spetta. Siamo la capofila della ripresa e stiamo traghettando l’economica del nostro Paese. Ma la mancanza di un piano strutturale sul quale basare questa ripresa ora inizia a pesare sulle spalle delle imprese. Le agevolazioni fiscali per quanto possano aver accelerato la crescita, ora diventano un problema da risolvere, a causa di una struttura farraginosa, che pecca di poca accuratezza e lungimiranza. A questo si aggiunge il problema principale del caro materiali che rende impossibile ogni previsione o preventivo di lavorazione. Le imprese si trovano nella difficoltà di dover gestire urgenze nella totale confusione, aggravati inoltre dall’aumento dei contagi che decima la già scarsa manodopera a disposizione.

E quali, invece, le specifiche opportunità?

Il riflettore è puntato sull’edilizia e difficilmente capiterà un’altra occasione del genere. Si apre una finestra sul mercato non solo nazionale ma mondiale, l’Europa e molti Paesi hanno l’attenzione puntata sull’Italia e dobbiamo sfruttarla al meglio. Il Pnrr è la partita da giocare al meglio delle nostre possibilità, perché sarà una possibilità di crescita non solo per le imprese e il settore edile, ma per l’intera popolazione. Le opere da realizzare sono opere di valore che resteranno nel tempo. Siamo chiamati a rinnovare un intero Paese per migliorare la qualità della vita di questa e delle generazioni future. La responsabilità è grande e non possiamo fallire.

Cosa vede in prospettiva per il settore nel breve e nel medio periodo?

La previsione sia nel lungo e breve periodo è influenzata da una sola prerogativa: collaborazione e impegno. Lo sviluppo del settore non dipende dalle sole imprese, ma da ogni ingranaggio del sistema. Tutte le rotelle devono incastrarsi perfettamente ed essere in sincronia con le altre per funzionare correttamente. Le imprese, i professionisti, i cittadini, possono impegnarsi, fare la propria parte, ma senza gli strumenti e un reale supporto per lo sviluppo solido del mercato, ogni sforzo sarà sprecato e inutile.

di Adriano Baffelli

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