Patrizia Lotti | Presidente Oice
«Solamente andando all’estero le nostre aziende riusciranno a mantenere livelli di produzione che, benché insufficienti, permettono di resistere e andare avanti. Si tratta di una sopravvivenza che deve trasformarsi quanto prima in sviluppo e crescita. Perché ciò accada occorre rilanciare la domanda interna, riaffermare la centralità del progetto e permettere alle strutture di progettazione italiane di dimensionarsi su livelli comparabili a quelli dei nostri competitor stranieri».
Le affermazioni della presidente dell’Oice >> manifestano chiaramente qual è lo stato d’animo degli operatori del mercato dei servizi di ingegneria, e questo su tutto il territorio nazionale.
Ancora forte calo. Il calo per il mercato dei servizi di ingegneria in Italia risulta essere ancora forte. Negativo è il dato per la produzione, i contratti acquisiti e il portafoglio ordini in riferimento al 2013. Le società di tutto il comparto, comunque, non hanno nessuna intenzione di perdere questa partita e si rivolgono in massa al mercato estero, tanto da avere un incremento di produzione superiore al 16%.
Questi dati emergono dalla 30° edizione della Rilevazione annuale sulle società di ingegneria italiane curata dall’Oice, l’associazione aderente a Confindustria che raggruppa 435 società di ingegneria. Il dato conferma che non si ferma la contrazione del valore della produzione delle società di ingegneria, in calo del 7,2% (pari a 1,37 miliardi nel 2013). L’Oice comunque rivela che su questo dato ha pesato la costante flessione della domanda interna, di fatto -15,8%, al contrario della produzione estera che registra un aumento del 16,3%.
Domanda estera. Le previsioni per l’anno in corso dei contratti all’estero registrano un +2,3% netto con un’attenzione specifica ai Paesi dell’Africa non mediterranea e dell’Asia (Medio Oriente compreso), che già ora rappresentano il 60% della produzione estera totale degli associati Oice. È in riduzione anche il portafoglio ordini: per quanto concerne il 2012-2013, registrato un -1,4% con previsione per l’anno in corso di un -8,4%, soprattutto per le imprese con un numero superiore a 50 addetti.
A creare preoccupazione è anche il problema dei ritardi nei pagamenti, che è considerato dagli associati il principale problema. La rilevazione con i dati a consuntivo per il 2013 ha evidenziato la continua diminuzione del valore della produzione degli associati, passata dai 1.478 milioni di euro del 2012 ai 1.371 del 2013 e, secondo le previsioni, ai 1.295 previsti per l’anno in corso.
Occupazione. Il numero degli addetti per il 2013 è diminuito a 10.180 unità (-5,9% sull’anno precedente), soprattutto nelle imprese con meno di 50 addetti (-9,1% sul 2012) ed è notevolmente cambiata la composizione degli addetti. I lavoratori a tempo indeterminato hanno raggiunto il 36,3% del totale e in un anno, dal 2013 al 2014, il peso dei soggetti a tempo determinato raddoppia la propria quota arrivando a rappresentare il 21,1% del totale, grazie soprattutto alle imprese con più di 50 addetti.