Punti di Vista | Laura Locci, ingegnere, Pmp

Project management e utilizzo del Bim

La riuscita di un intervento costruttivo si realizza attraverso la corretta gestione di tutte le fasi del processo edilizio: dalla programmazione degli interventi alla progettazione economica e tecnica, dalla fase costruttiva alla non meno importante gestione dell’opera.
Laura Locci, ingegnere, Pmp
Laura Locci | Ingegnere, Pmp

La realizzazione di un intervento di architettura, specie se si tratta di un’opera pubblica, è un procedimento importante, difficile ed articolato. Non sempre l’opera, una volta completata ed attivata, si rivela completamente rispondente ai requisiti iniziali: maggiori costi, tempi dilatati e problematiche tecniche (spesso legate alla manutenzione e al ciclo di vita dell’opera) sono purtroppo all’ordine del giorno, determinando di fatto l’insuccesso del progetto.
La riuscita di un intervento si realizza attraverso la corretta gestione di tutte le fasi del processo edilizio, a partire dalla programmazione generale degli interventi, la progettazione economica e tecnica, la fase di costruzione e, non meno importante, la gestione dell’opera. Per governare un’iniziativa così complessa e strutturata è ormai riconosciuto come indispensabile l’utilizzo del project management che, con grande fatica, ha finalmente preso piede anche in Italia nel settore delle costruzioni.
Da un lato le grandi imprese, confrontandosi con un mercato globalizzato, hanno abbracciato spontaneamente un sistema produttivo efficiente bastato su questi metodi, d’altro canto già con l’introduzione della legge quadro in materia di lavori pubblici n. 109 la normativa italiana si avvicinava alle disposizioni comunitarie e, tenenendo conto delle tecniche di project management, introduceva, ad esempio:

  • la programmazione triennale
  • la figura del Rup
  • la pianificazione con Wbs
  • l’applicazione dei principi di qualità
  • i riferimenti a metodi manageriali
  • l’utilizzo dell’analisi del valore.

«Il project management è l’applicazione di conoscenze, capacità, strumenti e tecniche alle attività di progetto per soddisfarne i requisiti». (Pm Book – Project Management Institute)

Nel processo edilizio la fase di redazione tecnica è cruciale: ambito, qualità, tempi e costi qui devono essere definiti e sviluppati a livello esecutivo. Paradossalmente, l’anello debole della catena, coloro che sino ad oggi sono rimasti più distanti dall’utilizzo di strumenti e tecniche specifici del project management, sono proprio i progettisti edili. Eppure nell’espletare il proprio servizio tecnico essi non si limitano allo sviluppo di una disciplina: un professionista, quasi sempre l’architetto, è incaricato dell’integrazione tra le discipline specialistiche ed è complessivamente responsabile dell’elaborazione del progetto nel rispetto dello scopo, nei tempi e nel budget stabilito.
Proprio la figura dell’architetto, grazie alla sua formazione culturale, possiede quelle soft skills trasversali indispensabili per quel ruolo di integrazione e così importanti per un project manager, mancando però di quelle hard skills che contraddistinguono un project manager. Se da un lato la preparazione tecnica, l’organizzazione aziendale e il rispetto della normativa appaiono sufficienti per governare la fase di progettazione, è però evidente che l’applicazione degli strumenti propri del project management si rivelano determinanti per pianificare e controllare sia la fase di progettazione che di esecuzione, per rilasciare i deliverable di progetto con le qualità richieste, gestendo con successo le aspettative degli stakeholder.

Solo da pochissimi anni le università di architettura, riconoscendone finalmente l’importanza, hanno inserito nei loro insegnamenti il project management e, oggi, una forte spinta culturale in questo senso è data anche dall’impiego sempre crescente del Bim (Building information modelling). Il Bim non è un software, ma un «processo che comprende la generazione e la gestione di rappresentazioni digitali delle caratteristiche fisiche e di funzionamento di un opera» e simula l’intero ciclo di vita di un edificio, compresa la fase di costruzione e le operazioni di manutenzione. A partire dal 2016 gli Stati europei membri possono imporre l’utilizzo del Bim per i progetti edili finanziati con fondi pubblici Ue: questo impone una riconversione rapida del settore degli studi di progettazione, ormai da anni in profonda crisi.

L’auspicio è che questa rivoluzione digitale sia l’occasione per i professionisti non tanto di un aggiornamento tecnologico, quanto di una crescita culturale basata sul project management. Come diceva Gropius quasi cent’anni fa : «Il potere e il ruolo dell’architetto dipenderanno in futuro dalla sua capacità spirituale di trasformarsi, dalla sua forza nel risolvere i suoi alti compiti in modo adeguato al nostro tempo caratterizzato dalla tecnica e dall’economia, cioè dalla sua capacità di concepire il costruire come forma di processi vitali. Se assumerà questo atteggiamento egli, nonostante la pressione dei metodi industriali, non perderà terreno, anzi ne guadagnerà. Potrà così spiegare al pubblico, attraverso la sua attività, che l’ingegnere sono sarà in grado di soppiantarlo, perché l’essenza della sua professione non è quella del tecnico bensì quella di un organizzatore che abbraccia il tutto, che deve riunire in un solo pensiero tutti i problemi scientifici, sociali, tecnici, economici e formali del costruire, fondendoli sistematicamente in un’opera unitaria grazie al lavoro collettivo di numerosi specialisti e lavoratori»

Laura Locci, ingegnere, Pmp

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here