Legge Delega | Riforma degli appalti e concessioni

Riduzione del numero delle stazioni appaltanti e qualificazione attraverso il sistema Anac

Il testo è stato approvato in coerenza con le indicazioni strategiche delle direttive espresse e conferma le priorità di semplificazione, uso strategico degli appalti, riduzione degli oneri, riconduzione delle funzioni della pubblica amministrazione verso la programmazione e il controllo. All’Anac il ruolo fondamentale d'indirizzo e garanzia nell’attuazione di quanto previsto dalla legge delega.
Franco Turri | Segretario nazionale Filca-Cisl
Franco Turri | Segretario nazionale Filca-Cisl

«Oggi è stata finalmente scritta una pagina di buona politica, perché la nuova normativa sugli appalti affronta con determinazione e certezze l’annoso problema della legalità, che soprattutto in edilizia ha raggiunto livelli insostenibili, a tutto svantaggio non solo dei lavoratori del settore ma dell’intera collettività»: così ha sottolineato il segretario nazionale della Filca-Cisl, Franco Turri, commentando il via libera del Senato al testo che affida al Governo il compito di riformare gli appalti. «La Filca e la Cisl da tempo chiedevano una riforma complessiva del settore, da attuarsi attraverso una semplificazione delle procedure a tutto vantaggio della trasparenza, della qualità e della legalità negli appalti. L’estensione ed il rafforzamento dei poteri affidati all’Anac guidata da Raffaele Cantone sono sicuramente una garanzia di successo della riforma. Molto importanti sono anche il processo di qualificazione e riduzione delle  stazioni appaltanti, lo stop alle aggiudicazioni con il massimo ribasso in favore del criterio dell’offerta più vantaggiosa ed il superamento della legge obiettivo. Tutti provvedimenti da tempo caldeggiati dalla Filca. Adesso è ora che il governo investa seriamente sull’edilizia, settore anticiclico e molto importante per l’economia nazionale, anche perché in grado di ‘muovere’ circa 40 settori dell’indotto».

Graziano del Rio ministro infrastrutture
Graziano Delrio | Ministro alle Infrastrutture

Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture, ha commentato così l’obiettivo raggiunto dal Governo: «… Una nuova stagione degli appalti pubblici è uno degli obiettivi più importanti del programma di riforme e oggi c’è certezza con l’approvazione della legge delega al Senato. C’è da sottolineare la trasversalità di questa riforma che è patrimonio comune e che porterà legalità, controllo, semplificazione e vantaggi per imprese piccole e grandi. Recependo le direttive europee in materia, l’Italia entra in Europa con norme non barocche, ma adeguate. Questa riforma può combattere le ragioni che hanno impedito alle opere pubbliche di crescere in questo Paese. La principale è la corruzione. Per questo si è definito per Anac, guidata dal presidente Raffaele Cantone, un ruolo importante, mantenendo il ruolo regolamentare del Ministero. La creazione degli albi, le linee guida, il controllo di Anac non sono sostitutivi dei poteri di guida politica e di vigilanza del Mit.
Il codice risponde in maniera efficace alla lotta allo spreco di denaro e per procedere con la giusta esecuzione dei lavori. Il secondo elemento cui risponde il nuovo codice è la mancanza di semplicità nelle procedure. Il recepimento direttive, unitamente al decreto del riordino, contribuiranno a ridurre al minimo gli articoli che riordinano complessivamente il sistema degli appalti pubblici in un’ottica di semplificazione. In questo modo si potranno meglio attrarre anche gli investitori internazionali.
Il terzo limite era la mancata efficacia degli interventi. Dovevamo intervenire rispetto alla mancanza di concorrenza, a progetti messi a gara non definitivi e non attendibili. La legge obiettivo è stata criminogena, dice Cantone, aggiungo che senz’altro è stata anche inefficace. Il superamento della legge obiettivo fa bene al Paese e alle opere utili. Allo stesso modo le concessioni autostradali seguiranno le norme europee: non regali, ma regole. E abbiamo iniziato già oggi siglando le intese per due importanti tratte autostradali, A 22 e le tratte di Autovie, che saranno a totale gestione pubblica, possibilità prevista dalla Commissione europea. Ci siamo ispirati a principi di semplicità, trasparenza, qualità delle opere, legalità e a una grande alleanza con i territori. Con questa ricetta daremo un grande contributo all’economia del Paese e alla sua credibilità».

Riccardo Nencini | Vice ministro delle Infrastrutture
Riccardo Nencini | Vice ministro delle Infrastrutture

Anche il viceministro delle Infrastrutture, Riccardo Nencini, ha sottolineato alcuni aspetti quali la certezza sull’esecuzione delle opere, «la trasparenza nelle procedure, il coinvolgimento dei territori e il dibattito pubblico, la riduzione delle stazioni appaltanti, il sostegno alle pmi e al made in Italy» come centralità del progetto di vigilanza affidato all’Anac, presieduta da Raffaele Cantone.

edoardo Bianchi vicepresidente ance opere pubbliche
Edoardo Bianchi | Vicepresidente Ance Opere Pubbliche

Commenta Edoardo Bianchi, vicepresidente Ance con delega alle opere pubbliche: «… in particolare apprezziamo i principi contenuti nella legge volti a promuovere trasparenza, semplificazione e lotta alla corruzione, principi per i quali l’Ance si è fortemente battuta. Bene, dunque, il rafforzamento della funzione di vigilanza svolta dall’Anac e le misure antiturbativa, come per esempio il sorteggio dei commissari di gara, per favorire l’imparzialità, e i nuovi parametri per l’esclusione delle offerte anomale nelle gare sotto soglia Ue. Grande soddisfazione, inoltre, per le misure volte a consentire la realizzazione delle opere in tempi e costi adeguati, rafforzando la qualità dei progetti ed evitando l’uso indiscriminato delle varianti. Così come appare fortemente condivisibile lo stop alle deroghe alla normativa ordinaria, che deve valere anche in caso di grandi eventi. Tra le note critiche, che meriterebbero approfondimento in sede di attuazione, richiamiamo la norma sui concessionari autostradali che seppur migliorata, rispetto al quadro attuale, non rispetta comunque il principio europeo che prevede l’obbligo di mettere in gara il 100% dei lavori, laddove la concessione sia stata affidata senza un confronto concorrenziale. Inoltre, appare eccessiva la fase transitoria di 24 mesi per l’adeguamento ai nuovi principi.  Non ci soddisfa neppure la norma che consente alle imprese in stato di crisi di partecipare alle gare. Per non falsare la concorrenza possono rimanere sul mercato, al più, le imprese in concordato che garantiscano almeno il 40 % dei creditori. Per quanto riguarda i tempi di attuazione del provvedimento apprezziamo l’impegno del ministro Delrio che ha assicurato il rispetto del termine del 18 aprile per l’approvazione di tutte le norme delega, dalle quali dipende la reale efficacia della riforma approvata».

Andrea Tomasi | Presidente Fondazione Inarcassa
Andrea Tomasi | Presidente Fondazione Inarcassa

Andrea Tomasi, presidente di Fondazione Inarcassa: «nel testo sono contenuti interessanti aspetti per la categoria tra cui il miglioramento delle condizioni di accesso al mercato dei servizi di architettura e di ingegneria ai giovani professionisti, lo stop al massimo ribasso, le limitazioni radicali all’appalto integrato, la promozione della qualità architettonica e quella tecnica, l’esclusione degli incentivi alla progettazione per i dipendenti pubblici».
Queste alcune considerazioni di parte dei protagonisti del comparto dell’edilizia a fronte dell’approvazione, da parte del Senato, della legge Delega sugli appalti pubblici e sulle concessioni approvate a palazzo Madama con 170 voto favorevoli (40 gli astenuti e 30 i voti contrari). Entriamo nel merito del provvedimento che adesso dovrà essere attuato attraverso due decreti delegati che dettino le linee direttrici per il recepimento delle direttive europee e per la riforma del Codice dei contratti pubblici.
Aggregazione. In particolare la legge assegna all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac >>) un ruolo fondamentale nell’attuazione di indirizzo di rinnovamento dell’universo delle stazioni appaltanti partendo dal principio che queste ultime devono per prima cosa aggregarsi. La legge Delega prevede da una parte l’obbligo per i comuni non capoluogo di provincia di ricorrere a centrali di committenza e d altre forme di aggregazione  a livello comunale o ricorrere ad altri soggetti aggregatori della domanda e dall’altra parte detta un indirizzo generale alla riduzione del numero delle stazioni appaltanti.
Qualificazione. La legge affida all’Autorità anticorruzione la gestione di un apposito sistema di qualificazione delle amministrazione che bandiscono le gare valutandone l’effettiva capacità tecnica ed organizzativa sulla base di parametri oggettivi: così la riduzione delle stazioni appaltanti sarà effettuata sulla base del sistema di qualificazione gestito da Anac e proprio in funzione di questo grado di qualificazione sarà possibile garantire alle amministrazioni la gestione di contratti di maggiore complessità.
appalti pubbliciBuone pratiche. La legge ha previsto che venga rinsaldato il rapporto tra le stazioni appaltanti e per questo ha stabilito che l’Anac sia parte attiva per la promozione e sviluppo delle buone pratiche e la facilitazione allo scambio di informazioni tra stazioni appaltanti e organi di vigilanza. Le stazioni appaltanti inoltre potranno far leva su alcuni strumenti che l’Anac predisporrà a loro supporto. Pertanto a fianco delle linee guida, l’Anac sarà tenuta a pubblicare bandi tipo e altri strumenti di regolazione flessibile con efficacia vincolante. In questo modo si intende assicurare a tutti gli operatori del settore una reale omogeneità procedurale che riduca la prassi dei bandi su misura.
Pubbliche amministrazioni. La legge stabilisce alle pubbliche amministrazioni il compito di riallocazione delle funzioni delle stesse verso attività di programmazione supportata da studi di fattibilità e controlli con la pubblicazione del resoconto finanziario al termine dell’esecuzione dell’applicazione degli incentivi alla progettazione interna della pubblica amministrazione. E’ stato previsto che venga destinata una somma non superiore al 2% dell’importo messo a base di gara alle attività tecniche svolte dai dipendenti pubblici riguardanti le fasi della programmazione degli investimenti, la predisposizione dei bandi, il controllo delle procedure, l’esecuzione dei contratti pubblici, la direzione dei lavori e i relativi collaudi.

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