Nel corso di Urbanpromo Progetto Paese, l’Istituto Nazionale di Urbanistica ha organizzato un convegno in cui sono stati presentati 16 dei 121 progetti che hanno concorso al bando per la rigenerazione delle periferie promosso dal governo e pubblicato nell’agosto scorso sulla Gazzetta ufficiale. Nel mese scorso il presidente del Consiglio ha annunciato che tutti i progetti troveranno risorse, per un ammontare complessivo di 2,1 miliardi di euro. Un’operazione nuova che mette al centro la rigenerazione delle nostre città.
PROGETTO URBANO COME METODO
In «#progetta Italia: gli approcci per riqualificare le periferie d’Italia» si sono confrontate le proposte di Ancona, Bari, Bologna, Catania, Ferrara, Firenze, Grosseto, Latina, Messina, Modena, Nuoro, Perugia, Reggio Emilia, Torino, Vicenza e della Città metropolitana di Milano. Lungi dall’interpretare l’opportunità di Urbanpromo come una mera esposizione dei progetti, l’Inu ha svolto una riflessione per sostenere l’efficacia di una nuova progettualità urbanistica in capo alle amministrazioni comunali e così la presidente Inu Silvia Viviani ha individuato nel progetto urbano complesso e integrato un metodo che deve diventare ordinario e portare alla costruzione di un «parco progetti» valido per tutte le fasi di programmazione economica innescando un circolo virtuoso.
Silvia Viviani | Presidente Inu
«Si potrebbe tentare la messa a sistema di progetti già disponibili con sperimentazioni che permettano di verificare le innovazioni strutturali da apportare alla disciplina urbanistica per promuovere misure materiali e immateriali di trasformazione sostenibile: nuovi standard anche per garantire sicurezza idrogeologica e sismica, bonifiche e prestazioni eco-sistemiche dei suoli, riqualificazione energetica estesa ad ambiti urbani, ri-urbanizzazione degli ambienti urbani inadeguati alla pressione dei cambiamenti climatici e riconversione ecologica degli spazi non costruiti, misure di animazione sociale e per l’occupazione giovanile, revisione della fiscalità locale e sostegni agli investimenti (come detrazioni per la riqualificazione energetica e fondi di rotazione per la trasformazione di beni produttivi dismessi), modalità gestionali di un rinnovato welfare».
COOPERAZIONE NELLA FILIERA
Il progetto unitario – da intendersi come studio al contempo urbanistico, finanziario e amministrativo, nel quale sono integrati i parametri della qualità sociale ed economica degli interventi – per la presidente Inu andrebbe al centro del processo.
In sintesi: qualità e fattibilità integrate in uno strumento che permetta di misurare la capacità di allocare risorse e praticare la cooperazione nella filiera pubblica.