Expo Milano 2015 | Padiglione della società civile

Cascina Triulza, memoria della tradizione rurale

Unico complesso di edifici con caratteristiche storico-architettoniche presente all’interno del sito espositivo di Expo 2015, Cascina Triulza è stata recuperata con l’intento di mantenere riconoscibile, privilegiandolo, il carattere morfologico rurale, salvaguardando e valorizzando la memoria e dell’ambiente storico, paesistico e naturale in cui è inserita. Negli edifici di interesse storico culturale sono stati conservati i muri perimetrali e di spina, mentre i nuovi edifici, nella forma e nella dimensione, riprendono, allineandosi, i volumi di quelli esistenti e nei materiali rileggono in maniera contemporanea quelli tradizionalmente legati alle costruzioni agricole.

Cascina Triulza è l’unico complesso di edifici con caratteristiche storico-architettoniche presente all’interno del sito espositivo di Expo 2015. L’intervento di ristrutturazione portato a termine aveva una doppia missione: realizzare una struttura per i visitatori di Expo e lasciare, dopo l’esposizione universale, un testimone della cultura rurale lombarda.

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Ricomposi zione del complesso e funzioni. Originariamente realizzati per usi agricoli, i fabbricati erano stati ridestinati ad altre funzioni. L’intervento ha voluto mantenere riconoscibile, privilegiandolo, il carattere morfologico rurale del complesso della Cascina Triulza, salvaguardando e valorizzando la memoria e dell’ambiente storico, paesistico e naturale in cui è inserita. Punto di partenza è stato intervenire sugli edifici esistenti valorizzando ciò che era rimasto del carattere storico e paesaggistico e ripensandoli in funzione dell’uso futuro.
Laddove gli edifici risultavano privi di valore storico, architettonico e paesaggistico si è optato per la demolizione e in alcuni casi alla loro sostituzione con nuovi manufatti temporanei e riconoscibili che non alterassero le qualità visive e i rapporti percettivi e visuali degli edifici esistenti ma anzi utili ai fi ni di ripristinare l’identità della cascina e della corte.
In particolare sono stati mantenuti i muri perimetrali e di spina degli edifici di interesse storico culturale nelle loro forme e materiali e i nuovi edifici, nella forma e nella dimensione, si allineano e riprendono i volumi di quelli esistenti, nelle altezze di colmo e di gronda proseguono i profili esistenti, nei materiali riprendono in maniera contemporanea quelli tradizionalmente legati alle costruzioni agricole.

Negli edifici di interesse storico culturale sono stati conservati i muri perimetrali e di spina. Dove gli edifi ci risultavano privi di valore storico, architettonico e paesaggistico si è optato per la demolizione e anche sostituzione con nuovi manufatti contemporanei.
Negli edifici di interesse storico culturale sono stati conservati i muri perimetrali e di spina. Dove gli edifi ci risultavano privi di valore storico, architettonico e paesaggistico si è optato per la demolizione e anche sostituzione con nuovi manufatti contemporanei.

Materiali: paesaggio , cultura e sostenibilità. Con gli interventi su edifici esistenti si è cercato di mantenere il più possibile i caratteri architettonici preesistenti, compatibilmente con le esigenze strutturali, impiantistiche, energetiche (oltre a certificazione Leed per la residenza) per l’intero complesso. I rifacimenti parziali e consolidamenti delle murature originarie della Cascina sono stati eseguiti nel maggior rispetto possibile del preesistente, adoperando tecniche e materiali semplici e in linea con la struttura del fabbricato. Il tema dell’intonacatura è stato particolarmente rilevante.
Non sono stati impiegati intonaci di tipo plastico, strollato o graffiato, ma intonaci civili a base calce laddove è stata mantenuta la pelle esterna dei fabbricati (residenza) e/o colorati in pasta a grana medio-fi ne o intonaci civili tinteggiati con tempera, calce, idropittura, attraverso un completamento con velature successive e sempre tramite procedimento di sagramatura, per gli edifici esistenti per i quali era previsto il rifacimento degli intonaci esterni, in quanto deteriorati o staccati dal supporto murario coll’andar del tempo (granaio e stalla).
Si sono utilizzate le pratiche operative maggiormente utilizzate in contesti similari e consistenti nel rinzaffo finale con sabbie sufficientemente grossolane e il successivo lavaggio con asportazione del materiale in eccedenza per creare l’effetto a «fi lo sasso », in modo che l’effetto finale potesse riprendere la tessitura degli antichi intonaci rurali.

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Sostenibilità. Un requisito fonda mentale alla base della progettazione di tutto il sito e degli edifici di Expo 2015 risultava esser la sostenibilità, ovvero garantire il rispetto di elevati valori ambientali attraverso scelte opportune dei materiali utilizzati, delle tipologie strutturali, delle fonti energetiche, considerando l’intero ciclo di vita dei manufatti, dalla fase di costruzione fino alla fase di smantellamento, per poi proseguire nel periodo successivo.

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Ex-residenza: spazi espositivi poli funzionali e uffici. Il progetto ha previsto la collocazione all’interno degli ambienti di alcuni spazi della Società Civile. Al piano terra, oltre all’ingresso principale occupante l’angolo ovest del fabbricato, si trovano due spazi multifunzionali collettivi open-space e uno spazio per associazioni, mentre al 1° piano trova collocazione nella testata ovest del fabbricato un terzo spazio multifunzionale collettivo e uno spazio multifunzionale espositivo, entrambi open space.
Questi spazi ospiteranno a rotazione diverse associazioni per brevi periodi lungo tutta la durata dell’esposizione. Tutti gli spazi multifunzionali risultano dotati di affaccio e comunicazione diretta sulla corte della Cascina e su alcuni spazi all’aperto di loro pertinenza diretta. La parte più lunga dell’edificio al piano superiore accoglie spazi a disposizione soprattutto per postazioni di uffici e piccole sale riunioni, funzioni che prevedono una minore e controllata affluenza di pubblico e raggiungibili dalle scale-ascensore poste centralmente al corpo di fabbrica e la scala fissa posta nell’angolo est del fabbricato in comunicazione con la hall di ingresso al piano terra.

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Ex-Granaio: ristorazione e n uovo auditorium. L’edificio storico è stato valorizzato sostituendo sul fronte nord il porticato esistente compromesso dai precedenti interventi, con una nuova falda con finitura in coils in lega di alluminio; la sagoma della nuova copertura riprende esattamente la sagoma di quella preesistente, quindi con pendenza diversa da quella delle falde del corpo storico. Una nuova pelle vetrata continua a tutt’altezza con frangisole esterni in legno chiude lo spazio a nord (ex-porticato) realizzando un nuovo volume addossato a quello storico con una struttura portante in acciaio.
La facciata sud del fabbricato storico è stata liberata dalla tettoia di epoca recente per consentire maggiore visibilità della facciata esistente con i marcapiani e le piattabande delle finestre in mattoni. Le destinazioni degli spazi risultano essere: al piano terra la cucina e gli spazi di servizio e supporto per un ristorante e un bar/tavola calda, collocati rispettivamente al primo piano e al piano terra, il gruppo dei servizi igienici destinati al pubblico e al personale e uno spazio comune a uso foyer della sala convegni (fabbricato temporaneo); nel foyer è situata anche la scala di comunicazione con il primo piano.

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Ex Stalla: spazio espositivo. Il nucleo più antico della ex-Stalla, totalmente nascosto dalle superfetazioni e annessioni che lo inglobavano, ha previsto una ristrutturazione complessiva attraverso una prima campagna di demolizione delle costruzioni in calcestruzzo prefabbricato che lo circondavano, mantenendo la struttura dell’ala sud e la struttura del portico nord; i setti così formati sono stati successivamente rivestiti con mattoni pieni faccia a vista (Fbm 5.5x12x25 Perusia), così da restituire la tradizionale struttura di supporto degli storici portici lombardi.
L’ex-stalla completamente aperta ospita uno spazio espositivo multifunzionale su due piani destinato alle best practices della Società Civile. La struttura del nuovo tetto è costituita da portali in acciaio su montanti in acciaio, il tutto a vista per enfatizzare la distinzione tra vecchio e nuovo. Il piano terra ricalca la suddivisione originaria a basilica della vecchia stalla: tre spazi a sviluppo longitudinale permeabili tra loro. Il piano superiore con la ricostruzione del solaio, da cui ci si potrà affacciare sulle zone laterali, costituisce un unico spazio espositivo con pilastri in mattoni faccia a vista esistenti che sorreggono il grande tetto a struttura; la struttura metallica del tetto rimarrà a vista.

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Cantiere e opere strutturali. La realizzazione delle strutture all’interno del complesso di Cascina Triulza ha previsto il recupero e il riutilizzo di differenti corpi di fabbrica e l’aggiunta di un fabbricato temporaneo (l’auditorium annesso al Granaio) pensato in maniera tale da poter essere rimosso facilmente quando non più necessario.
In accordo con la Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia e il Comune di Milano si è intervenuti riutilizzando i corpi di fabbrica esistenti e realizzando alcune delle nuove strutture indipendenti da quelle esistenti costituite da murature in laterizio pieno e semipieno, questo nell’ottica di preservare l’involucro storico e le sue facciate dalle azioni derivanti dalla nuova destinazione d’uso e di realizzare opere di intervento strutturali poco invasive sull’esistente.

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Per perseguire tali propositi si è operato nel seguente modo: 1) alcune delle strutture nuove sono state realizzate in adiacenza alle murature esistenti senza praticare nicchie o scassi che diminuissero la capacità resistente del materiale originario; 2) gli orizzontamenti e i pilastri nuovi sono stati sconnessi con l’esistente e distanziati opportunamente dalle murature per evitare il fenomeno del martellamento a seguito delle azioni orizzontali dovute al vento e al sisma; 3) le strutture nuove sono state calcolate avendo cura oltre che della capacità resistente anche del grado di comfort alle vibrazioni per l’uso previsto; 4) le strutture esistenti sono state messe in sicurezza mediante presidi e rinforzi.
A titolo di esempio alcune modeste porzioni di muratura sono state risarcite secondo la tecnica scuci-cuci nelle parti precedentemente demolite al fine di restituire integrità alle sezioni resistenti; le stesse murature sono state controventate mediante contrafforti o speroni in muratura. I lavori hanno raggiunto l’obiettivo di versatilità gli elementi resistenti a future variazioni di destinazione d’uso e architettoniche, preferendo per gli orizzontamenti una soluzione mista di travi in acciaio e soletta collaborante su lamiera grecata o assito in legno con funzione di cassero a perdere a quella meno ottimizzata e meno performante dei solai in laterocemento o prefabbricati.

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Ex residenza. Il corpo di fabbrica si configurava come un aggregato di edifici adiacenti con un impianto planimetrico ad L che si estende per circa 96,25 m in senso longitudinale e 20,15 m in senso trasversale. Durante le operazioni preliminari di demolizione sono stati rinvenuti manufatti in calcestruzzo a livello fondale che hanno richiesto una revisione del sistema di consolidamento previsto, in particolare si sono limitati gli scavi e le demolizioni conseguenti sui trovanti andando a realizzare un doppio cordolo affiancato alle murature portanti con cordoli di collegamento passanti attraverso la muratura. I nuovi cordoli sono stati impostati mediamente a circa 40 cm dal piano pavimento di progetto con interferenze quindi minime con gli elementi in calcestruzzo rinvenuti. La cordolatura interna, con idonei allargamenti funge altresì da fondazione per la nuova struttura in acciaio di appoggio del primo solaio.

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Lo stato di degrado riscontrato sulle murature ha richiesto un intervento di consolidamento generalizzato per offrire sufficienti garanzie strutturali eseguito mediante la realizzazione di un intonaco in calce idraulica naturale armato con reti in Frp (fi bra di vetro rinforzata) sulle due facce, collegato da connettori, restituendo di fatto efficienza strutturale alla quale riaffidare almeno parte dei carichi di progetto. Internamente è stata eseguita la demolizione di gran parte dei solai e di tutte le superfetazioni, quest’operazione si è resa necessaria per la successiva formazione di un nuovo sistema resistente formato da telai monopiano in acciaio disposti in serie lungo lo sviluppo longitudinale dell’edificio e setti in c.a. in grado di costituire i corpi ascensore/ scala.

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I corpi in acciaio possono essere considerati strutture a se stanti grazie alla presenza di un giunto sismico variabile tra 5 e 10 cm realizzato sia tra le strutture stesse sia tra i telai in acciaio e il paramento murario perimetrale. L’intervento di ristrutturazione ha previsto la demolizione/ricostruzione della copertura che è stata realizzata in legno. Le strutture metalliche che costituiscono i vari corpi possono essere divise in due tipologie: la discriminante è la presenza o meno del nucleo ascensore/ scala costituito da setti in c.a. dello spessore di 20 cm. In assenza di nucleo ascensore il telaio in acciaio è costituito da travi e pilastri con profilo a doppio T; quest’ultimi hanno un vincolo di incastro in testa e una cerniera alla base e assolvono a una duplice funzione: resistono per i carichi gravitazionali forniti dai pesi propri e dal solaio di interpiano e fronteggiano l’azione sismica.

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La fondazione è costituita da plinti in calcestruzzo armato di larghezza 115 per una profondità 115 cm, altezza 50 cm. Per la parte centrale le travi e i pilastri sono costituiti da profili Hea240 mentre per le parti terminali le travi sono costituite da profili Hea200 e i pilastri da profili Hea240. Per entrambi il solaio e in lamiera grecata collaborante tipo Hi-Bond A55P770. Lo spessore totale del solaio è pari a 12 cm; la lamiera occupa un’altezza di 5.5 cm e la soletta soprastante 6,5 cm. Dove vi è la presenza di nuclei scala e ascensori lo schema statico della struttura in acciaio è costituito da una struttura pendolare, adibita a sopportare i soli carichi gravitazionali, mentre l’azione sismica è fronteggiata interamente dalle strutture in calcestruzzo armato, di spessore pari a 20 cm, che fungono da controvento. Le travi e i pilastri sono profili Hea200.

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I pilastri sono fondati su plinti in calcestruzzo armato di larghezza 100 per una profondità di 100 cm e altezza pari 50 cm. La fondazione del nucleo ascensore è costituita da una platea in calcestruzzo armato di altezza pari a 40 cm. L’irrigidimento trasversale dei telai piani è offerto oltre che dalle caratteristiche geometriche e meccaniche delle sezioni dei pilastri anche da alcuni allineamenti di controvento ubicati in adiacenza alle tamponature architettoniche, che ha previsto l’inserimento di diagonali di parete a V in tubolari cavi di piccolo diametro.
La scelta di utilizzare come elementi di controvento delle sezioni in carpenteria metallica in luogo delle più discrete funi risiede nella volontà di contrastare gli spostamenti dei nodi di telaio sia per effetto di azioni di trazione che di compressione. La copertura gravante sulle nuove strutture, richiama la tipologia originaria di capriate in legno alla lombarda con telai triangolari chiusi costituiti da puntoni e catene su cui poggiano un primo ordine di travi longitudinali chiamate arcarecci e quindi un secondo ordine minuti di travetti disposti parallelamente ai puntoni.

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Ex granaio. I lavori all’interno del corpo di fabbricata storico del granaio sono stati affrontati in maniera tale da realizzare un graticcio spaziale costituito da travi principali ordite parallelamente allo sviluppo dell’edificio incassate nelle murature perimetrali. Una soletta in calcestruzzo collaborante e collegata a travi serie Heb/Hea costituisce l’orizzontamento di piano rigido atto a distribuire le azioni orizzontali a gli elementi verticali sottostanti. La copertura gravante sulle murature è costituita da una trave trasversale in acciaio, senza tirante, le sollecitazioni derivanti dai carichi di copertura, sono trasferite alle murature. Il precedente stato conservativo delle murature ha richiesto un’opera di consolidamento attraverso la stesura di un doppio intonaco armato analogo a quello dell’ex residenza.

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Il consolidamento ha consentito il recupero parziale della funzione statica attraverso il posizionamento di fibre di vetro con maglia 99×99 mm T192 a entrambi i lati e sigillate con delle barre zincate dal diametro di 8 mm in acciaio B450C in numero di 6 mq, il tutto completato con uno spessore di 3 cm di malta idraulica. Per garantire la continuità del materiale tra fondazione ed elevazione, è stata annegata nella trave di fondazione una rete di maglia 66×66 mm T96, laddove si son presentati fenomeni di trazione. Al piano terra sono stati inseriti igloo plastici per l’isolamento termo-igrometrico dal terreno sottostante completati con soletta di 5 cm di spessore.

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L’orizzontamento primo piano è stato realizzato da travi portanti in acciaio Ipe330 sulle quali poggia un solaio in lamiera grecata HI-Bond A55/P600 con soletta di completamento di spessore 12 cm; in copertura, in appoggio alla capriata in acciaio con profili Hea240 sono stati orditi dei profili omega della tipologia 25x70x50 spessore 3 mm, sui quali è stato un tavolato in legno. In testa alle murature si è realizzato un cordolo in c.a. per la cerchiatura e il contenimento degli effetti spingenti della copertura.
Nelle fondazioni sono stati realizzati 2 cordoli di larghezza 50 cm per un’altezza di 100 cm in affiancamento alla fondazione muraria esistente e collegati con dei cordoli passanti a modi «spinotto» di altezza 70 cm posti in corrispondenza degli incroci delle murature e a intervalli di circa 2,5 m da essi. Tali cordoli son stati impostati allineando l’estradosso a quello della sezione di larghezza 50 cm per un’altezza di 100 cm, per far fronte alla disomogeneità delle profondità della fondazione esistente.

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La parte esterna al fabbricato di tale graticcio di fondazioni ospita inoltre l’alloggio dei telai in acciaio adiacenti al fabbricato dei quali sono state tenute in considerazione le sollecitazioni al piede; tale sistema permette di scaricare sul terreno una pressione allo stato limite ultimo smax = 3,18 kg/cmq < samm = 5,60 kg/cmq. Affiancato all’edificio storico è stato realizzato un nuovo fabbricato con funzione di auditorium al piano terra e di locale tecnico al piano interrato, posizionato sul sedime del vecchio capannone industriale demolito. Annesso al corpo di fabbrica principale sul lato nord, vi è un portico esistente. Si è deciso di utilizzare per il nuovo edificio anche questo spazio, ricostruendo i pilastri esistenti in muratura.
La copertura di questa zona è stata pensata appoggiata alla sommità di questi pilastri e vincolata rigidamente alla struttura in acciaio di nuova realizzazione. Sempre in quest’area a portico, è stato realizzato un soppalco intermedio per alloggiare alcune funzioni tecniche a servizio delle attività di ristorazione svolte nei locali. Questo soppalco, è anch’esso costituito da una struttura indipendente dal corpo storico ed è realizzato, da una struttura in acciaio con profi li della serie Heb e soletta collaborante in calcestruzzo.

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Il corpo di fabbrica che costituisce l’auditorium è costituito da un piano interrato in cls armato costituito da una platea e da muri controterra, mentre il piano fuori terra è realizzato da una struttura completamente in acciaio, costituita da importanti profili della serie Heb disposti solo in prossimità delle pareti laterali in modo da lasciare la sala completamente libera da pilastri, in maniera tale che in essa possano agevolmente svolgersi le funzioni tipiche della sala congressi.
La struttura anch’essa in acciaio è ordita in maniera tale da formare un tetto a tre falde. A completamento delle strutture verticali si sono posizionati dei controventi diagonali di parete, per meglio contrastare gli spostamenti trasversali e longitudinali della struttura. Tutte le fondazioni degli edifici sono di tipo diretto e sono costituite da travi rovesce disposte in maniera tale da formare dei graticci. Ex stalla Il corpo di fabbrica ha una struttura regolare costituita da diversi portali in muratura esistenti posti a un interasse pressoché costante par i circa 5 m e terminanti in sommità con la classica capriata lombarda a due falde.

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Il complesso si sviluppa in senso longitudinale per 49,30 m e in senso trasversale per 18,50 m ed è composto da tre campate, la principale e centrale di larghezza di circa 10 m e da due laterali, rispettivamente di circa 4.20 m. La configurazione geometrica della nuova costruzione della stalla è stata pensata per armonizzare l’esigenza di preservare le strutture esistenti e il nuovo progetto architettonico, senza che quest’ultimo modificasse sostanzialmente la forma e le caratteristiche morfologiche del corpo storico.
La nuova struttura verticale in carpenteria metallica ricalca lo schema regolare della struttura originale, configurandosi come graticcio spaziale costituito da pilastri della serie Heb e travi principali ordite parallelamente allo sviluppo dell’edificio e collegate ai pilastri mediante giunti bullonati a completo ripristino della sezione resistente, in grado cioè di trasmettere sia azioni di taglio/trazione sia di flessione.

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I pilastri in questo caso, sono stati affiancati ai pilastri in muratura e posizionati all’interno del corpo storico centrale, mentre per le due campate più esterne dove i pilastri esistenti sono da una parte in metallo (profili in acciaio larghezza 10 cm per una profondità di 10 cm) e dall’altra in calcestruzzo (pilastri in calcestruzzo armato) collaborante e collegata a travi secondarie della serie Heb, costituiscono l’orizzontamento di piano rigido atto a distribuire le azioni orizzontali a tutti gli elementi verticali sottostanti.
L’irrigidimento trasversale dei telai piani è presente oltre che dalle caratteristiche geometriche e meccaniche delle sezioni dei pilastri da due importanti nuclei in calcestruzzo posizionati ai due lati opposti della struttura metallica che costituiscono a tutti gli effetti gli elementi controventanti a cui affidare le forze orizzontali. Per la copertura si sono varate travi in acciaio trasversali costituite da elementi della serie Heb, a cui è stata aggiunta una catena metallica per limitare gli spostamenti trasversali completate da arcarecci longitudinali su cui poggiare la struttura di copertura.

IL CANTIERE
Proprietà: Arexpo Spa
Stazione appaltante: Expo 2015 Spa
General contractor: Torelli Dottori Spa
Direzione del cantiere: geom. Marco Torelli – geom. Luciano Lorenzetti – ing. Massimiliano Borioni
Direzione lavori: Metropolitana Milanese Spa – ing. Francesco Venza – ing. Alberto Coruzzi – ing. Bartolo Macaluso
Progettista responsabile dell’integrazione tra le prestazioni specialistiche: Metropolitana Milanese Spa – ing. Roberto Tornelli
Progetto esecutivo strutture: Metropolitana Milanese Spa – ing. Roberto Conta
Progetto esecutivo impianti: Metropolitana Milanese Spa – ing. Massimo Guzzi
Collaudatore opere strutturali: ing. Giuseppe Chirivì
Coordinamento per la sicurezza: Metropolitana Milanese Spa – ing. Matteo Colombo
Calcestruzzi: Colabeton Spa
Intonaci: Fassa Srl
Fibre in vetro: Fibre Net Srl
Impianti di sollevamento: Kone Spa
Impianti meccanici: Crs Impianti Srl
Impianti elettrici: Elettrica Rizzi Srl

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